(Il Romanista - G.Dell'Artri) - De Rossi resta alla Roma». Alla fine, e all’inizio il titolo dell’intervista che Claudio Fenucci ha concesso a Milano Finanza non può che essere su Daniele.
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«De Rossi rimarrà alla Roma»
(Il Romanista – G.Dell’Artri) – De Rossi resta alla Roma». Alla fine, e all’inizio il titolo dell’intervista che Claudio Fenucci ha concesso a Milano Finanza non può che essere su Daniele.
Le dichiarazioni dell’amministratore delegato della Roma sono pubblicate sul quotidiano economico in edicola oggi. Fenucci non ha dubbi su De Rossi e non ha nemmeno dubbi sul futuro della Roma: è tutto pianificato. Il cosìddetto progetto è veramente un progetto. Ch è già iniziato, che andrà lontano: «Gli azionisti della Roma hanno già previsto due aumenti di capitale per finanziare lo sviluppo del progetto - si legge in un’anticipazione - ma è certo che nei prossimi due o tre anni, oltre ai ricavi che possono venire da competizioni internazionali, dovremo trovare risorse riducendo il monte ingaggi, sfoltendo una rosa di ben ventinove giocatori e valorizzando al massimo il vivaio. Non si può andare avanti con rose ampie di calciatori».
Ma alla domanda su una possibile cessione di De Rossi, la risposta di Fenucci è perentoria: «No, qualche cessione è possibile, ma non Daniele De Rossi, che fa parte del progetto. Noi lo vogliamo tenere e credo che rimarrà. Io penso che sia importante il progetto del vivaio, non solo perché il nostro è uno dei migliori, ma perché serve un nuovo modello, molto più sostenibile. Rose di quattordici, quindici giocatori e poi un numero adeguato di giovani pronti ad entrare in prima squadra. Però per questo modello non basta ricorrere alla squadra Primavera, ci vuole una seconda squadra che giochi nella Lega Pro». Chiusura con il Fair play finanziaro, la prossima frontiera: «Che ci sia bisogno di regole economiche per permettere alle società calcistiche di operare in un ambiente competitivo non c’è alcun dubbio. Il problema è che, per come è stato configurato il meccanismo del fair play finanziario si rischia di cristallizzare i rapporti di forza oggi esistenti all’interno delle competizioni europee, ma anche dentro gli stessi singoli campionati nazionali. Lo sviluppo, in un club, te lo danno gli investimenti sportivi, che ti fanno aumentare i ricavi, che ti permettono maggiori investimenti e quindi ulteriori ricavi. E’ un volano virtuoso che aumenta la competitività. Il che non significa tornare agli ingaggi pazzeschi, alle spese dissennate e ai debiti fuori controllo. La Uefa e le Leghe fanno bene a vigilare sulla solvibilità e a chiedere competizioni fair in cui chi opera abbia le risorse necessarie per farlo, ma era possibile raggiungere lo stesso obiettivo con altre regole».
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