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«De Rossi resta. Heinze? Il fatto non sussiste»

(Il Romanista – L.Pelosi) I giocatori passano, De Rossi resta. Come la maglia. Ormai lo si ricorda almeno una volta al giorno e ricordarlo non fa mai male.

Redazione

(Il Romanista - L.Pelosi) I giocatori passano, De Rossi resta. Come la maglia. Ormai lo si ricorda almeno una volta al giorno e ricordarlo non fa mai male.

Ieri l’ha fatto Walter Sabatini, intervenuto all’assemblea della Fissc (Federazione Italiana Sostenitori Squadre Calcio), di cui parliamo a parte. Il giorno prima l’aveva fatto l’amministratore delegato Claudio Fenucci, dalle colonne di Milano Finanza. «Pensavo che quel giornale servisse per analizzare la situazione econonomica del paese e non per parlare del contratto di De Rossi» dice ridendo. Poi si fa serio:«L’ho già detto, è una priorità assoluta per la Roma e per il ragazzo. Siamo molto fiduciosi. Dobbiamo formalizzare solo alcune cose. Non penso ci siano problemi». I problemi saranno degli altri. De Rossi resta, i giocatori passano.

L’inizio si può anche riscrivere così, pensando al mercato, perché a gennaio qualcuno passerà altrove e qualcun altro arriverà. Sabatini non si sbottona: «Dovremo confrontarci con l’allenatore e capire quali sono le esigenze attuali, ma sul mercato si torna per integrazione, per qualche correzione dell’organico, perché non abbiamo rilevato carenze importantissime, però c’è una richiesta dell’allenatore, che è anche legittima, e si rende necessaria anche per i calciatori sottoutilizzati. Troveremo il modo di piazzarli altrove e di abbassare così il numero dei giocatori».

I nomi continuano a uscire, come quello di van der Wiel: «Sul mercato di gennaio mi sono già espresso. Ma Van der Wiel non è nelle nostre mire. E’ un ottimo giocatore ma non va bene per noi». C’è la necessità di rinforzare difesa e centrocampo, gli si fa notare sperando magari che esca fuori qualche nome. Niente da fare: «Tutte le squadre sono rinforzabili, ma noi non sentiamo questa esigenza perchè i valori ancora si devono concretizzare. Non sappiamo ancora quanto vale questa squadra. Sentiamo l’esigenza di rendere più armonico l’organico, nel senso che ci sono giocatori che potrebbero essere in esubero».

Passeranno anche i direttori sportivi, è normale. Ma Walter Sabatini tutto sembra tranne che uno "di passaggio". Questo è il suo primo bilancio: «La mia esperienza a Roma è esaltante, il cammino della Roma è ancora un po’ così, fatto di qualche curva, qualche sbandamento ma siamo soddisfatti perchè è qualcosa che sta crescendo bene. Si stanno affermando dei valori importanti sui quali abbiamo investito molto e su cui siamo tutti quanti fiduciosi».

Richiesta anche un’opinione sui nuovi acquisti, eccola: «Io non riesco mai a pensare ad un giocatore singolo, ma guardo sempre la squadra nel suo complesso e devo dire che la squadra ha avuto un andamento un po’ oscillatorio ma ha fatto intravedere cose importanti. Per esempio è stata criticata molto dopo la sconfitta contro il Milan, ma in quella partita io ho visto 26-27 minuti di grande Roma. Se la squadra potrà allargare questa qualità nell’arco dei 90 minuti potremmo diventare una squadra molto forte».

Anche gli avversari passano. E dopo la partita contro il Lecce, ne passeranno di pericolosi.«Sarà un mese e mezzo importante nel quale capiremo meglio la caratura di questa squadra - dice Sabatini - Io sono fiducioso ed aspettiamo con ansia i prossimi impegni. A partire dalla partita contro il Lecce. Poi ci confronteremo con squadre che io ritengo come noi e noi dobbiamo essere come loro o anche meglio». Meglio di loro lo siamo sicuramente dal punto di vista morale e non da oggi. Le sentenze di Calciopoli l’hanno confermato, anche se Sabatini non le commenta: «Non mi va di farlo, perché le sentenze sono di primo grado e tutti quelli che hanno ricevuto condanne possono comunque essere assolti in secondo grado. Bisogna rispettare le persone coinvolte in questa vicenda finché non ci sarà un esito finale». Chiusura da non sottovalutare, sul presunto caso Heinze-Luis Enrique: «È un fatto che emerso solo per la stampa, perché riguarda un fatto vecchio di 10 giorni e se nell’arco di questi giorni non ha prodotto un effetto, come avete potuto rilevare, il fatto non sussiste». Le voci passano, certe parole restano.