rassegna stampa roma

«Come Real-Rayo Vallecano»

(Il Romanista-P.Bruni) «E’ sempre bello vincere il derby, neanche il Real Madrid con il Rayo Vallecano ne avrà vinti cinque di seguito». Parole e musica di De Rossi. La sua settimana, da Donetsk in poi, è stata particolare.

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(Il Romanista-P.Bruni) «E’ sempre bello vincere il derby, neanche il Real Madrid con il Rayo Vallecano ne avrà vinti cinque di seguito». Parole e musica di De Rossi. La sua settimana, da Donetsk in poi, è stata particolare.

Dal destro in faccia all’ antipatico Srna fino alla meravigliosa vittoria con la Lazio. Polemiche e qualche “pugnalata alle spalle” hanno movimentato gli ultimi giorni di “Danielino”: «Prima le critiche magari venivano dal Nord, adesso piombano direttamente da casa mia e questo fa male. Per fortuna ho i miei compagni, gli amici e la famiglia e vado avanti».

Uno sfogo che non cancella, tuttavia, la gioia per un pomeriggio perfetto: «E’ stato il riscatto di tutta la squadra, aver continuato una serie che in questa città ha un significato molto particolare, sono contento di aver aiutato i miei compagni. A prescindere dagli errori che posso commettere, desidero semprefarlo. Iltrendèquellopositivo, lasquadraèaggressiva e ha uno spirito che mi piace. Siamo stati sereni e con laconsapevolezzadiesserepiùforti. Il 4-2-3-1? Non è quello, ne abbiamo vinti quattro con l’altro. Oggi (ieri, ndc) siamo stati più bravi di loro, abbiamo mollato solo dieci minuti nel secondo tempo. In passato non sempre abbiamo giocato da Roma contro di loro, non abbiamo giocato sempre benissimo. Oggi è stato il più bello degli ultimi cinque».

Un successo di cuore, testa e gambe: «Stiamo bene – continua capitan futuro – con un miglioramento netto che però forse è fisiologico perché stavamo andando troppo male. Il nostro gruppo ci fa capire che nessuno è indispensabile ». Il domani, ormai non lontanissimo, è fatto di una fascetta al braccio come vanto e orgoglio di un’interacittà. Il presente, invece, si chiama Francesco Totti, l’uomo che più di tutti, con le sue parole l’ha difeso e supportato nel polverone delle polemiche: «Non è facile schierarsi affianco di chi sbaglia, mi ha fatto piacere ma voglio nominare tutti i compagni e i dirigenti che mi sono stati al fianco. La cosa che ho nello spogliatoio è la cosa più preziosa che ho. E’ una famiglia». «Ho avuto momenti di bassa marea – aggiunge De Rossi –, in cui non ero al top della forma e della brillantezza. Se uno cerca di risaltare troppo a discapito del collettivo non è un giocatore come lo intendo io. In partite come queste mi do dieci ma so che posso fare molto meglio. Il singolo va valutato sempre in relazione alle performance della squadra. Le cose che mi inorgogliscono di più le sento dire da fuori Roma mentre prima mi coccolavano maggiormente».

Il pensiero, sollecitato dai cronisti, vola alla Nazionale e alla possibilità che non venga convocato per il prossimo impegno a causa del pugno “ucraino”: «Prandelli ha messo subito i puntini sulle i, su certi comportamenti. Aspetto che mi chiami e, se così non dovesse accadere e avendo disputato molti incontri anche quando stavo così e così, lo prenderò come un turno di riposopremio. Il rapporto con il mister è molto schietto, e qualsiasi cosa decida per me il rapporto rimarrà lo stesso».