(Corriere dello Sport - P.Torri) Il sedici febbraio era seduto nel salotto di casa, reduce da una giornata di lavoro con i suoi ragazzini che sapevano solo vincere, davanti al televisore, per seguire i novanta minuti della gara d’andata. Ora, venti giorni dopo, è qui, dietro un tavolone lungo griffato Champions League
rassegna stampa roma
«Come qualità siamo superiori. Serve il massimo»
(Corriere dello Sport – P.Torri) Il sedici febbraio era seduto nel salotto di casa, reduce da una giornata di lavoro con i suoi ragazzini che sapevano solo vincere, davanti al televisore, per seguire i novanta minuti della gara...
, fantastica sala stampa della fantastica Donbass Arena, vigilia della sua prima panchina europea che potrebbe essere pure l’ultima. Ci potrebbe essere il rischio di perdere il senso delle cose, anche se questa sensazione Vincenzo Montella non l’ha mai data. Tanto meno ieri, pure in una conferenza stampa dove sul suo viso non poteva non leggersi la responsabilità di provare a portare la sua Roma oltre un ostacolo che sembra l’Everest, giusto per rimanere in tema con il freddo di queste parti: «L’importante è essere se stessi, avere le proprie idee e cercare di trasmetterle ai giocatori, sperando di avere chiarezza e convinzione. Mi dicono che sono giovane, io lo prendo come un complimento, non mi dà fastidio. Evidentemente se la società mi ha scelto è perché hanno valutato la mia voglia di crescere, il mio entusiasmo, il mio desiderio di fare bene. Io tutto mi sento meno che inappropriato. Mi sento adeguato per essere l’allenatore della Roma» . CONSENSO -C’è Totti vicino a Montella. Il capitano fa sì con la testa, dando inizio a uno scambio di complimenti che sa tanto di investitura anche per il futuro un po’ più lontano, quello con la nuova proprietà a stelle e strisce. Montella, come questa Roma, è pronto a giocarselo questo futuro, stasera, in novanta minuti da dentro o fuori, in una partita senza appello. Qualificarsi per i quarti vorrebbe dire mettere un primo, solido, mattone, su quello che sarà:« La partita d’andata era cominciata bene, l’ho vista a casa, la Roma era andato in vantaggio, poi ha pagato dieci minuti di follia, reagendo nel secondo tempo e con un pizzico di fortuna avrebbe meritato il pareggio. Lo Shakhtar ha giocatori di qualità e corsa, ma ha dimostrato pure di essere battibile, perché la Roma, nella gara d’andata, ha avuto comunque molte occasioni da rete. Se questa volta, riusciremo a esprimerci al top, possiamo essere ottimisti, perché come qualità dei giocatori siamo superiori. Siamo qui per giocarci la nostra Europa con l’obiettivo che non finisca qui. Lo spirito deve essere quello degli ultimi dieci minuti di Lecce. Dovremo giocare con la massima attenzione contro un avversario che non perde in casa da quasi sessanta partite, cercando di non concedere gli spazi in cui sa essere deleterio. Ho sentito tanto parlare di modulo di altri allenatori e degli stessi giocatori, del resto sono gli stessi di cinque-sei anni fa e ovviamente hanno cinque- sei anni in più, ma se indossano ancora la maglia della Roma è perché se lo meritano, questa è la realtà, tutto il resto sono chiacchiere».SPOGLIATOIO- Finale per dire la sua sulle recenti intemperanze nello spogliatoio:«Borriello-Menez? Si è detto forse pure troppo su questa storia. Sintetizzo: meglio litigare. Quando abbiamo vinto lo scudetto non andavamo troppo d’accordo, l’anno dopo c’era grande sintonia nello spogliatoio eppure quello scudetto lo abbiamo buttato. Con Totti è facile tutto, giocarci insieme perché ha qualità tecniche e visione di gioco. E anche allenarlo perché è maturato come persona, è un ragazzo disponibile, accetta tutte le scelte con serenità e lui potrebbe pure permettersi qualche cosa in più rispetto ad altri. Per me è un privilegio, un merito e una fortuna averci giocato insieme e adesso allenarlo ».
© RIPRODUZIONE RISERVATA