rassegna stampa roma

«Combine in A, ma niente prove»

(Il Romanista-D.Galli) «Ho la sensazione che ci siano grossi problemi in Serie A. Che ci siano incontri truccati. È una sensazione. E una sensazione senza riscontri non è una prova».

finconsadmin

(Il Romanista-D.Galli) «Ho la sensazione che ci siano grossi problemi in Serie A. Che ci siano incontri truccati. È una sensazione. E una sensazione senza riscontri non è una prova».

Al termine di un’altra interminabile giornata di interrogatori, il titolare dell’inchiesta sul calcioscommesse, il procuratore della Repubblica di Cremona Roberto Di Martino, lancia un’accusa gravissima al sistema calcio. «La sensazione - dice il magistrato - è che in Serie A le combinenon siano fra i giocatori ma fra le società». Ma allo stesso tempo il pm ammette di non poter provare nulla. Ecco, il punto è proprio questo.

Allo stato attuale, per quanto riguarda la Roma, stiamo parlando veramente di niente. Un niente che però ha già infangato il nome della nostra squadra e prima ancora quello di Daniele De Rossi. Premessa. Bisogna distinguere tra l’indagine condotta finora dagli inquirenti e quello che sta emergendo adesso dagli interrogatori. Prima di ascoltare ieri per 6 ore l’odontoiatra di Ancona Marco Pirani, si parlava di 18 partite nel mirino. Ora sono salite a 30, quasi tutte di Serie B e Lega Pro. Ce ne sarebbe anche una di Serie A, ma non della stagione appena trascorsa. Fonti giudiziarie spiegano però che, almeno per quanto riguarda le gare della massima divisione, e quindi Fiorentina-Roma, le informazioni fornite agli inquirenti sarebbero de relato. Pirani avrebbe parlato di dritte avute da qualche calciatore. Gli investigatori stanno cercando di capire il meccanismo, ma in mano non hanno nulla. Di Martino lo dice chiaramente. «Sensazioni».

Provare che una partita di Serie A è stata truccata è difficile. Bisogna dimostrare che c’è stato un accordo. Per penalizzare una società non basta che uno degli arrestati dica «l’organizzazione puntava su quella partita, perché quel giocatore aveva fatto sapere che sarebbe finita così». Da Cremona ricordano come il nome di Corvia compaia decine di volte nelle intercettazioni. Eppure, il giocatore del Lecce non è stato indagato. Idem Pellissier del Chievo, il "Pelli" delle telefonate. C’è un altro elemento che va tenuto in considerazione.

Paolo Giannace, caporedattore dell’agenzia di scommesse Agipronews, nega delle anomalie nel giro di scommesse su Fiorentina- Roma, finita 2-2: «Abbiamo analizzato - spiega a TeleRadiostereo - i movimenti sui bookmaker italiani e non risulta nulla. Era abbastanza facile pronosticare un over perché tra statistiche, precedenti e stato di forma era prevedibile uno svolgimento simile. Solo il 13% aveva giocato il pareggio finale». Agipronews non ha notato anomalie nemmeno nelle altre partite di Serie A indicate da Pirani: «In Genoa-Lecce circa la metà delle giocate - continua Giannace - erano state fatte sulla vittoria del Lecce. Solo il 13% sul pareggio. Ci sono stati altri casi in questa stagione dove sono state sospese le quote anche 10 giorni prima, ma non per quanto riguarda queste gare (l’altra è Lecce-Cagliari, ndr)».

I Monopoli di Stato hanno intanto mandato ai magistrati di Cremona una lista di 37 partite sospette. Il dossier era però già in possesso della Procura Federale. La Roma pretende chiarezza, adesso. La società - lo ha detto chiaramente Rosella Sensi - è indignata per essere stata tirata in ballo nello scandalo. Storicamente, la nostra società non è mai stata coinvolta in vergogne del genere. I tempi della giustizia sportiva rischiano però di essere lunghi. Il capo della Procura Federale, Stefano Palazzi, non ha ancora ricevuto le carte dai magistrati di Cremona. Le ha sollecitate di nuovo. «Mandateci gli atti per consentirci di accelerare sul versante sportivo dell’inchiesta», avrebbe chiesto Palazzi al pm Roberto Di Martino.

Chi potrebbe rischiare qualcosa sul piano sportivo, forse, è il Napoli. Non dall’indagine cremonese, quanto da quella condotta dalla Procura di Napoli, poi archiviata e riaperta adesso alla luce di una foto scattata dall’Ansa durante Napoli-Parma dell’aprile 2010. L’immagine mostra Antonio Lo Russo, un esponente dell’omonimo clan camorristico del quartiere Miano, a bordo campo durante la partita. La foto ha lasciato interdetto il neo sindaco di Napoli, Luigi De Magistris. Ma c’è di peggio. Gli investigatori stanno cercando di approfondire il flusso anomalo di puntate, nell’intervallo, sulla vittoria del Parma. Il primo tempo era terminato uno a zero per il Napoli, gol di Quagliarella. Eppure, decine di migliaia di euro furono scommessi sulla rimonta emiliana. Ora, il problema è che se nell’ordinanza del gip Salvini sono contenuti fatti specifici riscontrati, che dimostrano l’esistenza di una vera e propria associazione a delinquere che truccava alcune partite, l’allargamento esponenziale dei sospetti e delle sensazioni rischia di alzare un polverone che occulta le responsabilità e consente operazioni di strumentali speculazioni. Come quelle avvenute sulla Roma in un passaggio difficile e delicato della sua storia. Dunque, ci si attende che dopo le dichiarazioni del procutarore di Cremona si aprano le indagini per accertare e colpire eventuali responsabili a tutti i livelli. Oppure si archivino come infondate voci senza alcun riscontro