(Il Messaggero - U.Trani) - Nella notte dell’Olimpico quasi esaurito, a tre turni dal traguardo, l’incrocio è pericoloso solo per la Roma.
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«Ci serve vincere»
(Il Messaggero – U.Trani) – Nella notte dell’Olimpico quasi esaurito, a tre turni dal traguardo, l’incrocio è pericoloso solo per la Roma.
In discesa la strada del Milan verso lo scudetto, ancora ripida quella dei giallorossi verso il quarto posto, anche se ora la Lazio è solo un punto avanti e domani pomeriggio sarà al Friuli per lo scontro diretto con l’Udinese. Allegri può festeggiare anche con un pareggio, senza aspettare l’esito di Inter-Fiorentina. Montella con lo stesso risultato ci fa poco: «Dobbiamo pensare che servano tre vittorie. Non conoscendo i risultati degli altri, bisogna puntare solo al successo». Essere ancora in corsa per la zona Champions è già qualcosa per il giovane tecnico che, il 21 febbraio, prese la squadra lontanissima, 9 punti, dalla quarta posizione. Proprio per questo, rispondendo all’amico Di Natale avverte: «Si merita i preliminari di Champions chi farà più punti, quindi aspettiamo ancora tre giornate». Il primo dei tre rivali da qui alla fine è di sicuro il peggiore, la capolista che sta quasi a braccia alzate per riprendersi il titolo che le manca dal 2004. «Mi aspetto il Milan che voglia fare risultato in serenità perché credo che siano piuttosto tranquilli della conquista dello scudetto: è un vantaggio per loro». Per fermarlo, quindi, la Roma dovrà superarsi: «Dobbiamo fare il meglio a livello fisico, psicologico e tecnico per poter prevalere. Bisogna vincere e ci proveremo». Montella crede che l’obiettivo Champions sia possibile. «Non da ora: già due domeniche fa ne ero convinto, quando eravamo sette punti dietro. Chi sta meglio in classifica resta favorito, ma chi è sotto può giocarsi sino in fondo le sue carte. Adesso è l’ultimo ostacolo: mancano poche partite, questa è superdecisiva». Gli scappa che è quasi meglio vedersela con i primi in classifica: «Contro le grandi, la Roma non è mai mancata. Nè nei comportamenti nè emotivamente. Contro altre squadre, invece, siamo arrivati ad un passo dal fare il salto di qualità e non è stato fatto». Per la verità i risultati migliori sono venuti in trasferta (media 2,60 per Montella, la migliore del reame). «Contano gli episodi, spesso sfavorevoli all’Olimpico». In allenamento insiste con il solito 4-2-3-1. Ma ammette che è forte la tentazione di cambiare assetto: «Sono combattuto più di altre volte se scegliere un sistema di gioco diverso». Potrebbe farlo durante la gara. «Perché può diventare fondamentale la ripresa». Il dubbio è il trequartista: Simplicio o Menez. «Anche Totti, con Borriello centravanti, può partire lì, ma so che non sfrutterei Francesco al meglio. Devo stare attento agli equilibri. E a fare valutazioni non solo tecniche ma anche morali e comportamentali». Motivi per cui il francese è in bilico. «Menez contro il Chievo ha fatto bene. Da lui e da Vucinic ci aspettiamo di più, ma forse anche loro. In alcune gare si sono sacrificati e in altre sono stati sfortunati». Nessuna gabbia per il rientrante Ibrahimovic: «Dovendo vincere, ci organizzeremo per ovviare alle possibili incursioni dei giocatori del Milan: non hanno solo Ibra. Se lui conquista l’ottavo titolo di fila, non è per caso. E’ stato sempre determinante. Fa la differenza». La Roma ha una difesa da zona retrocessione, quart’ultima del torneo (49 reti subite). Non per colpa dei singoli: «Perché non sempre riusciamo a difendere con dieci uomini. Solo uno, per me, può anche astenersi. Guardate le finaliste di Champions: il Manchester, ad esempio, ne ha dieci sotto palla che poi ripartono». Sul suo futuro non si scopre: «Non ho mai dato peso alle percentuali o alle sensazioni. Perché contano sempre i fatti, in ogni mestiere. Io non mi sponsorizzo, guardo solo al bene della Roma. Sono lusingato per i tanti attestati di stima. Se sono rose fioriranno». Incorona, invece, Allegri che «ha competenze particolari: mi colpisce per equilibrio, serenità e personalità, si fa capire senza alzare la voce». Non replica alle insinuazioni di Lotito e Reja: «Non si sprecano energie mentali per discorsi extracalcisici». Nè si lamenta di giocare in anticipo rispetto alle avversarie di questa affascinante corsa al quarto posto. «Non sta a me dire se è giusto. Bisogna essere maturi come in altri paesi. Non sarà per questo se una squadra arriva in Champions e l’altra no».
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