(Il Romanista - M.Macedonio) - «Abbiamo avuto paura della Befana» sostiene sorridendo Claudio Ranieri, nel giustificare la brutta prova offerta dalla squadra nel primo tempo.
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«Ci serve solo continuità»
(Il Romanista – M.Macedonio) – «Abbiamo avuto paura della Befana» sostiene sorridendo Claudio Ranieri, nel giustificare la brutta prova offerta dalla squadra nel primo tempo.
«Siamo partiti bene, con la concentrazione giusta – dice il tecnico – ma ci siamo disuniti dopo il gol. E questo non deve accadere. Ricominciare dopo la sosta aveva le sue insidie. Avevamo chiuso bene il 2010 e volevamo iniziare meglio il 2011, anche per recuperare le posizioni in classifica. Per cui, quando ho visto i ragazzi entrare in campo decisi, che giocavano e si trovavano, ero sereno. Ma è durata cinque minuti, fino al gol. Poi, incredibilmente, abbiamo staccato la spina. E il Catania, che è comunque una buonissima squadra, formata da ottimi giocatori, e guidata da un tecnico capace come Giampaolo, ne ha approfittato. Prima pareggiando e poi andando in vantaggio. E buon per noi che Cassetti ha sventato quel contropiede cinque contro due, altrimenti sarebbe stato il dramma». Una Roma, quindi, dai due volti. Tanto brutta nella prima frazione di gioco, quanto convincente nella seconda. «Nella ripresa è tornata la Roma che tutti vorrebbero vedere: con grosse giocate, grandi percussioni, e tante occasioni da gol. Nello spogliatoio abbiamo visto cosa non andava. Se ho alzato la voce? Non serviva. I ragazzi erano belli carichi. E chi non giocava ha rincuorato gli altri. Una cosa, questa, che succede spesso. La riprova è che siamo pervenuti al pareggio, e poi, l’ingresso di Vucinic ci ha permesso di sparigliare». Il giocatore ha messo in campo rabbia e cattiveria. «Sì, ma non glielo diciamo, sennò pensa “starò sempre in panchina”. E’ vero però che ogni volta che metto dentro uno di loro – può essere Totti, come Vucinic o Borriello – dà sempre il 100%. E’ successo, ad esempio, anche contro l’Inter e il Bayern. Loro capiscono che non possono giocare tutti e quattro insieme. E sfogano così, in maniera positiva, quella loro amarezza. Mirko, però, lo dico subito, giocherà domenica». Ha le idee chiare, Ranieri, anche riguardo alle tante polemiche di cui si è lamentata Rosella Sensi: «La dottoressa dimentica che ci sono i romanisti e i non romanisti, che alla minima cosa, fanno succedere un ’48. Lo diceva anche suo padre che con un’altra stampa avremmo avuto un’altra Roma». Nette anche le spiegazioni intorno all’utilizzo di alcuni giocatori non al meglio della condizione: «De Rossi? Non avendo Pizarro, mi aveva convinto a farlo giocare. Ma lui è un generoso e non salterebbe mai neanche un minuto di allenamento. Sapevo che non stava benissimo, ma non mi aspettavo che sbagliasse tutti quei passaggi. Quando ho visto che faticava, l’ho tolto». E Totti? «Ha fatto cose importanti. Il capitano è sempre il capitano. Voleva segnare, ed era amareggiato per quel gran tiro ribattuto. Ma quando si è trovato di nuovo nella possibilità di fare gol, ha dato la palla a Vucinic. E questo la dice lunga sul senso di appartenenza di Francesco». Il Milan ha una marcia in più? «Se ha quei punti è perché ce l’ha. Ora ha preso anche Cassano… A noi serve però solo continuità di rendimento. E so che potremo dire la nostra come l’anno scorso. A patto di non fare come oggi, che siamo stati Dr Jeckyll e Mr. Hyde». Risponde anche a Pulvirenti, il tecnico romano, assolvendo però il guardalinee. «In occasione del pareggio di Borriello, può non aver visto, coperto com’era dai pali. Anche le diverse inquadrature danno versioni opposte. Quanto al fuorigioco di Mirko sul 3-2, l’assistente può essere stato tradito dalla posizione, quella sì in fuorigioco, di Borriello, e non aver visto l’altra. Complimenti a lui, però, perché aveva visto bene nel caso del gol del Catania». Ora, comunque, si guarda avanti. «Siamo su tre fronti, e con una rosa che può competere su tutti e tre. E dobbiamo cercare di portarli, tutti, il più avanti possibile». Prima di chiudere una cosa che non può non far piacere ai romanisti: «Donadoni ha detto che allenerebbe l’Inter? Io la Lazio no, perché sono un tifoso della Roma».
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