(Il Romanista - R.Fidenzi) - «Togliere Totti è stata una scelta fuori luogo». «Macché, non è Totti il problema». «Luis Enrique faccia un passo di umiltà». «Siamo stati eliminati, ma adesso ci vuole serenità».
rassegna stampa roma
«Basta errori. Ma ora serenità»
(Il Romanista – R.Fidenzi) – «Togliere Totti è stata una scelta fuori luogo». «Macché, non è Totti il problema». «Luis Enrique faccia un passo di umiltà». «Siamo stati eliminati, ma adesso ci vuole serenità».
Personalità diverse, umori non contrapposti: puoi essere un vip, ma sei sempre un tifoso romanista. E quindi non pui non avere accolto con tristezza l’eliminazione dalla Roma dall’Europa League, alias Coppa Uefa. A essere contrapposte sono però le interpretazioni della sostituzione di Totti. Per l’attore Massimo Ghini «i veri problemi sono altri». Il presidente del Roma Club Montecitorio Paolo Cento parla invece di una «crociata contro il Capitano». È critico nei confronti di Luis Enrique anche il numero uno dell’Associazione Italiana Roma Club, Francesco Lotito. Più diplomatico è il suo alter ego nell’Unione Tifosi Romanisti, l’avvocato Fabrizio Grassetti: «Il futuro non è nero. In campo mancavano molti giocatori e la Roma che vedremo tra qualche settimana sarà diversa».
MASSIMO GHINI «Totti non è un problema. È uno specchietto per le allodole per le radio, i giornali e le tv. Il vero problema è che la Roma non ha segnato a Bratislava. Il vero problema è il gol che abbiamo preso all’Olimpico». A Massimo Ghini non piace come è stata trattata dagli organi di stampa la questione-Totti: «Qui si sta esagerando. Io amo e rispetto il Capitano, ma occorrono saggezza ed equilibrio. L’avvicendamento con Okaka? Io ho paura che, se continuiamo con queste polemiche, non andiamo avanti. Noi non siamo usciti dall’Europa League perché è uscito Totti. Questa è una lettura ipocrita. Siamo usciti perché a Bratislava abbiamo perso senza fare gol e giovedì ne abbiamo realizzato uno solo. Che vogliamo fare adesso, vogliamo mandare a casa pure Luis Enrique?». Ricorda Ghini: «Quando abbiamo vinto lo scudetto, in panchina c’era un friulano (Fabio Capello, ndr) che diceva a tutti quello che dovevano fare. E nessuno lo contestava».
FRANCESCO LOTITO «Nel calcio bisogna parlare con i numeri: i numeri dicono che siamo stati eliminati, con un risultato complessivo di 2-1, da una squadra modesta. I tifosi sono delusi e non vedo come possa essere altrimenti». Il presidente dell’Airc, Francesco Lotito, non pone sul banco degli imputati solo Luis Enrique: «Le responsabilità di questa disfatta sono del ds, che non ha ancora ultimato l’allestimento dell’organico, dell’allenatore, che fa scelte discutibili, e dei giocatori, che sono quelli che scendono in campo. Il caso Totti? Totti può essere sostituito, ci mancherebbe, ma se a lui subentra un giocatore di prima fascia. Se fosse entrato Vucinic, che non è più della Roma, il cambio ci sarebbe potuto stare. Se fosse entrato Borriello, anche. Ma è entrato un ragazzo, sull’1-0, che neanche ha preso parte al ritiro. Mi sembra una scelta fuori luogo». Lotito è disposto ad aspettare ancora, comunque: «La pazienza per il nuovo progetto bisogna averla, è chiaro. A organico concluso vedremo come andrà a finire e se Luis Enrique riuscirà a ottenere risultati. Mancano i centrocampisti, è il ruolo dove più abbiamo bisogno roso: 50.000 persone, il 25 agosto, possono vantarle poche società al mondo. Mi è piaciuta anche la comunione di intenti: il tifo era compatto e tutto pronto per cominciare questa nuova avventura. È per questi motivi che la delusione è maggiore. Molti romanisti ora si lasciano andare a critiche forse esagerate, ma il tifoso è il tifoso e appena c’è qualcosa di negativo assume posizioni estreme. Quando si va male, è pronto a giurare che si rischia la retrocessione. Quando le cose vanno bene, si pensa che si vincerà tutto. Ci vorrebbe più lucidità, anche se per certi versi è normale che ciò non avviene». Per Grassetti, il tecnico farebbe comunque bene a ponderare con maggiore attenzione certe scelte tecniche: «È evidente che interpretare gli umori della gente è consigliabile. Luis Enrique non lo ha fatto e ora in molti contestano le sue scelte. Eravamo in vantaggio e stavamo giocando benino: perché ha sostituito Totti? In quel momento si è rotto un piccolo incantesimo. È andata così, siamo stati eliminati, ma adesso ci vuole serenità. Chi continua a esagerare con le critiche sbaglia, ma è innamorato di Roma. Della serata, mi preme ricordarlo, salvo il pubblico e anche l’accoglienza della gente a DiBenedetto. Poi ho visto qualche singola prestazione positiva da parte dei più giovani. Cito Josè Angel e Viviani. Mi è piaciuta anche la sicurezza di Stekelenburg. Infine, un encomio va alla società per la politica dei prezzi che ha adottato». Cosa ci aspetta, adesso? «Sul futuro - commenta Grassetti - ci andrei cauto, non direi che è nero. In campo mancavano molti giocatori e la Roma che vedremo tra qualche settimana sarà diversa. Qualche sviluppo di gioco interessante lo si è già visto, ma mancano ancora gli interpreti giusti. Speriamo che arrivino presto. Lo sciopero dei calciatori? E’ una fortuna, ma in questa maniera il peso della sconfitta rimane più a lungo e non c’è la possibilità immediata di riscattarsi».
PAOLO CENTO «Tutte le rivoluzioni vanno sostenute se sono portate avanti con razionalità, capacità e rispetto per la storia e per i simboli. Ieri (giovedì, ndr) la sostituzione di Totti non ha rappresentato un problema tecnico. Ha costituito altro. C’è di mezzo il senso del rispetto per uno che ha fatto la storia». È estremamente severa la critica di Paolo Cento, che presiede il Rc Montecitorio. «Come se non bastasse - aggiunge Cento - Francesco è stato uno dei migliori in campo. Non può essere sostituito quando gioca bene e quando l’alternativa non è lontanamente paragonabile a un giocatore del suo calibro. Invito Luis Enrique a fare un bagno di umiltà, anche se è ovvio che in conferenza stampa si difende come può. Io penso che se qualcuno è venuto qui per fare una crociata contro il Capitano non è assolutamente giusto. All’allenatore, comunque, non direi assolutamente “vai via”, come alcuni tifosi stanno facendo, ma gli chiederei più attenzione. È ora di dire pure che la campagna acquisti, a mio avviso, è stata finora incomprensibile. Ho pazienza, ma è giunto il momento che tutti si prendano le proprie responsabilità. Non facciamo drammi per questa eliminazione, ma è comunque un danno inaccettabile. Corriamo ai ripari. C’è tempo per farlo».
FABRIZIO GRASSETTI Il presidente dell’Utr Fabrizio Grassetti cerca di vedere i lati positivi dell’eliminazione: «La delusione contro lo Slovan è stata tanta. Volevo segnalare però gli aspetti positivi. All’Olimpico c’era l’entusiasmo di un pubblico numeroso: 50.000 persone, il 25 agosto, possono vantarle poche società al mondo. Mi è piaciuta anche la comunione di intenti: il tifo era compatto e tutto pronto per cominciare questa nuova avventura. È per questi motivi che la delusione è maggiore. Molti romanisti ora si lasciano andare a critiche forse esagerate, ma il tifoso è il tifoso e appena c’è qualcosa di negativo assume posizioni estreme. Quando si va male, è pronto a giurare che si rischia la retrocessione. Quando le cose vanno bene, si pensa che si vincerà tutto. Ci vorrebbe più lucidità, anche se per certi versi è normale che ciò non avviene». Per Grassetti, il tecnico farebbe comunque bene a ponderare con maggiore attenzione certe scelte tecniche: «È evidente che interpretare gli umori della gente è consigliabile. Luis Enrique non lo ha fatto e ora in molti contestano le sue scelte. Eravamo in vantaggio e stavamo giocando benino: perché ha sostituito Totti? In quel momento si è rotto un piccolo incantesimo. È andata così, siamo stati eliminati, ma adesso ci vuole serenità. Chi continua a esagerare con le critiche sbaglia, ma è innamorato di Roma. Della serata, mi preme ricordarlo, salvo il pubblico e anche l’accoglienza della gente a DiBenedetto. Poi ho visto qualche singola prestazione positiva da parte dei più giovani. Cito Josè Angel e Viviani. Mi è piaciuta anche la sicurezza di Stekelenburg. Infine, un encomio va alla società per la politica dei prezzi che ha adottato». Cosa ci aspetta, adesso? «Sul futuro - commenta Grassetti - ci andrei cauto, non direi che è nero. In campo mancavano molti giocatori e la Roma che vedremo tra qualche settimana sarà diversa. Qualche sviluppo di gioco interessante lo si è già visto, ma mancano ancora gli interpreti giusti. Speriamo che arrivino presto. Lo sciopero dei calciatori? E’ una fortuna, ma in questa maniera il peso della sconfitta rimane più a lungo e non c’è la possibilità immediata di riscattarsi»
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