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Lazio seconda, cresce la Roma

(Il Messaggero – V.Cerracchio) E poi il volo solitario dell’Udinese che al bomber naturale Di Natale aggiunge una difesa che in sette partite ha subìto un solo gol.

Redazione

(Il Messaggero - V.Cerracchio) E poi il volo solitario dell’Udinese che al bomber naturale Di Natale aggiunge una difesa che in sette partite ha subìto un solo gol.

Ma attenzione perché dietro Guidolin spunta la sagoma di Reja. Bravissimo a ridisegnare la Lazio, priva di cursori ma piena di cervelli: la scelta di impiegare Lulic a centrocampo, accanto a Matuzalem e Ledesma, è stata basilare. Come l’idea di defilare Hernanes per consentire al sorprendente bosniaco di infilare il corridoio centrale e realizzare il raddoppio che ha steso definitivamente il Bologna. Già in affanno dopo il vantaggio propiziato da una punizione del fantasista brasiliano deviata nella propria porta da Acquafresca, a conferma di quanto siano pericolosi gli attaccanti anche quando retrocedono a difendere. La Lazio ora è sola al secondo posto, a un punto dai fiulani. Anche se dovrà ancora fare i conti con gli infortuni: stavolta è la caviglia di Hernanes a preoccupare e sarebbe una grave perdita visto che mercoledì si torna in campo per il turno infrasettimanale.

La Roma, dal canto suo, ha mandato giù il rospo del derby con una vittoria sofferta e per questo importantissima. Un gioiello il gol di Lamela, parabola perfetta sette minuti dopo l’esordio, roba da campioncini. I compagni stavolta hanno saputo difenderlo grazie alle parate di Stekelenburg e alla complicità degli svagati attaccanti palermitani. Resta solo la sensazione che la squadra di Luis Enrique conceda ancora troppo e si faccia prendere a volte d’infilata: pecche che andranno eliminate in fretta se i giallorossi vorranno lottare per i traguardi alti che il campionato livellato lascia intravedere.

Il calcio ha onorato la memoria del giovane Sic con un minuto di silenzio vero e il lutto al braccio dei suoi coetanei, con qualche lacrima sugli spalti, con il saluto affettuoso delle curve, da quella del suo Milan fino all’Olimpico e in serata a Bologna.