(Gazzetta dello Sport - R.Palombo) Qualche brivido per i giallorossi dopo il gol di Denis in avvio ripresa, poi chiude Simplicio. Prove di vera Roma. Quasi un segnale al campionato.
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Lampi di vera Roma. La scalata continua
(Gazzetta dello Sport – R.Palombo) Qualche brivido per i giallorossi dopo il gol di Denis in avvio ripresa, poi chiude Simplicio. Prove di vera Roma. Quasi un segnale al campionato.
La capolista virtuale Atalanta è spazzata via come una provinciale qualsiasi e non come la più bella sorpresa di questo inzio di stagione. Davanti al neopresidente Tom DiBenedetto, un 3-1 netto e giusto. Mezzora di grande calcio nel primo tempo che sarà piaciuto molto a Luis Enrique, con due gol quasi in fotocopia di Bojan e Osvaldo, i classici tagli in mezzo all'area di rigore che hanno reso celebre il Barcellona di Messi e Guardiola. Non è il caso di correre troppo, naturalmente, perché la Roma ha anche avuto paurose sbandate difensive (Jose Angel) e all'inizio della ripresa ha rimesso in partita l'Atalanta regalando a Denis (Heinze e Lobont) il quarto centro personale. I brividi si sono tuttavia presto esauriti, anche se la Roma non era più quella bellissima del primo tempo ma una squadra troppo lunga e di nuovo preoccupata.
L'infortunio muscolare di un ottimo Totti, non grave ma che lascia un pizzico di apprensione in vista del derby che si disputerà dopo la sosta, ha paradossalmente risolto la situazione. Con Pizarro al suo posto, e con il più umile Borini per Bojan, la Roma si è ricompattata e non ha più rischiato nulla. Il Pjanic diventato trequartista, anzi, si è rivelato una ulteriore opzione offensiva. Il triangolo consumatosi con Simplicio per il definitivo 3-1 a dieci minuti dalla fine è stato semplicemente delizioso.
GIOCO DELLE COPPIE È quello tentato da Colantuono, allenatore giovane ma antico. Il 4-4-1-1 dell'Atalanta è sì a zona, ma le consegne sono talmente rigorose da profumare di vecchia marcatura a uomo. La dovrebbe fare anche Moralez, che però sta sui piedi di De Rossi troppo saltuariamente, e ne pagherà le conseguenze. Per il resto, ecco Masiello-Osvaldo, Bellini-Bojan, Manfredini che esce su Totti, e poi Brighi-Pjanic, Schelotto-Angel, Padoin-Rosi e Cigarini-Simplicio, in questo caso con il romanista a correre dietro al regista atalantino. È un giochino che funziona per pochissimo, il tempo di vedere Jose Angel annaspare un paio di volte su Schelotto e Rosi faticare in chiusura su Padoin, ma poi la Roma si mette ad andare di corsa, insediandosi nell'altrui metà campo. Semicerchio stile Barça, assalto a ondate e per mezzora non ce n'è per nessuno.
DE ROSSI FOREVER Funziona Totti, funzionano finalmente i nuovi attaccanti importati dalla Spagna ma l'uomo che fa sempre e ovunque la differenza è De Rossi, cui Luis Enrique ha ritagliato un ruolo di playmaker basso, regista, libero, stopper etc etc che ne illuminerà tutto il resto della carriera. Merito anche del giocatore, che ha ritrovato la splendida condizione fisica d'un tempo. Beato chi riuscirà a fargli firmare il prossimo contratto, visto che quello attuale scade il 30 giugno. SOGNO
INTERROTTO Ma non esaurito, quello dell'Atalanta. Bella squadra, muscolare e anche tecnica, con una metà campo di tutto rispetto nella quale ha steccato solo Brighi, reo di avere tenuto in posizione regolare Osvaldo sul 2-0 contestato. Colantuono ha tentato con i cambi, Bonaventura prima e Gabbiadini poi, di rilanciare i suoi oltre il gol di Denis. Ma dalle parti dell'incerto Lobont (per il derby ci sarà però Stekelenburg) non ci è più arrivato nessuno.
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