(Corriere dello Sport – A.Ghiacci) In campo, in panchina o in tribuna? La seconda, con maggiori probabilità. E comunque la novità che in tanti aspettavano è pronta: Erik Lamela sta per scoprire l’effetto che fa, la gente, i tifosi giallorossi soprattutto, stanno per scoprire il nuovo astro nascente del calcio argentino.
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Lamela sente aria di derby
(Corriere dello Sport – A.Ghiacci) In campo, in panchina o in tribuna? La seconda, con maggiori probabilità. E comunque la novità che in tanti aspettavano è pronta: Erik Lamela sta per scoprire l’effetto che fa, la gente, i tifosi...
«E’ un grande giocatore - ha detto ieri Luis Enrique -si sta allenando bene, è in gruppo da tre settimane. E’ pronto, sono contento per lui». L’attesa è tanta, ché si parla di uno degli acquisti più costosi dell’ultima campagna della Roma, il giocatore che nelle speranze di chi ha fatto di tutto per portarlo a Trigoria, può diventare un campione vero, di quelli che fanno la differenza, magari l’erede di Totti. Poco meno di venti milioni di euro, tasse e bonus vari compresi, per strapparlo alla concorrenza dei tanti grandi club che lo stavano seguendo; con Walter Sabatini, da grande esperto di mercato qual è, che si è mosso con grande anticipo e ha resistito quando sembrava che l’affare dovesse saltare.«L’ho visto poco- ha detto Totti giovedì scorso -perché è stato infortunato. Ma qualche compagno con cui ho parlato mi ha detto che è molto forte...». SOGNO- L’infortunio di Totti ha aperto il dibattito, anche Lamela è tra i candidati a prendere il posto del capitano. Per tutta una serie di motivi: è il suo ruolo, può spezzare l’equilibrio di una gara giocando proprio tra le linee, ha manifestato lui stesso di sentirsi pronto e di sognare il debutto nel derby e Luis Enrique non disdegna affatto le sorprese. Anche clamorose, sì: presente Perrotta e Taddei esterni di difesa a Milano contro l’Inter alla seconda uscita di campionato? In questo senso però è stato proprio il tecnico spagnolo a frenare un po’ la fantasia dei tifosi:«Può essere molto importante per noi, ma ricordiamoci che è unragazzo di 19 anni al primo anno in un altro paese, alle prese con un’esperienza tutta nuova...». E in più, aggiungiamo noi, l’infortunio che ha tenuto bloccato il mancino fino a poco tempo fa, ha procurato non pochi problemi e arrabbiature alla Roma: problemi perché il guaio alla caviglia non ha trovato subito una facile soluzione, arrabbiature perché si è dovuto fermare ancor prima di arrivare in giallorosso, infortunato con la sua nazionale Under 20 all’ultimo Mondiale di categoria giocato in Colombia l’estate scorsa dove l’Argentina, sottovalutando e rischiando, lo ha utilizzato anche a distorsione avvenuta. STORIA- Lamela è stato scoperto dal River Plate all’età di sette anni, ma prima di essere tesserato dal club argentino più titolato (33 scudetti) ha indossato anche le maglie di altre società giovanili: il Crystale, il Santa Rita, l’Estrella Maldonado, la Juventud Devoto, il Boulogne, il Savio 80 e il Punto de Encuentro. E’ diventato il grande tesoro del club di Buenos Aires anche grazie all’intuito di Oscar Videla Arias che lo blindò nel 2004, quando era corteggiato con insistenza da diversi club stranieri, a cominciare dal Barcellona. Nato il 4 marzo 1992 a Carapachay (provincia di Buenos Aires), è alto un metro e 83 per un peso forma di 70 chili. Con le sue magie si è fatto subito amare dai tifosi del “Monumental”, lo stadio del River Plate. Lamela protegge bene il pallone, ha forza e resistenza. Con il sinistro inventa numeri da circo, ma anche con il piede destro è in grado di accendere la fantasia del pubblico. Colpisce per la capacità di disimpegnarsi nelle situazioni più complicate, quando i tecnici avversari cercano di limitarlo attraverso il pressing e i raddoppi di marcatura. E’ veloce, furbo, imprevedibile: tutte doti che i tifosi della Roma non vedono l’ora di scoprire. Magari già nel derby.
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