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Lamela «Roma, ti preparo assist a volontà»

(Gazzetta dello Sport – A. Rizzi) – Erik Lamela esce dal pullman dell’Argentina fra gli ultimi, osserva con aria spaventata il frenetico agitarsi di telecamere, teleobiettivi e taccuini.

Redazione

(Gazzetta dello Sport - A. Rizzi) - Erik Lamela esce dal pullman dell’Argentina fra gli ultimi, osserva con aria spaventata il frenetico agitarsi di telecamere, teleobiettivi e taccuini.

Sa che molti si aspettano grandi cose da lui al Mondiale Under 20 al via oggi. E in Italia lo aspettano i tifosi della Roma. I suoi amici lo chiamano «El coco» , perché Erik, a Buenos Aires, è il beniamino di tutti, anche per gli ostacoli che ha superato. «Gli inizi in Argentina sono stati duri. Non avevo la possibilità di allenarmi e mancavano le risorse economiche. Ringrazio i miei genitori per tutto l’aiuto che mi hanno dato e mia nonna» .

Ha tatuato il suo nome, Amelia, sul polso. «Si, è una continua fonte di ispirazione, mi è sempre stata vicina, è una figura centrale della mia vita. Con questo gesto ho voluto portarla sempre con me» . Suo nonno prima e suo padre poi hanno lavorato tutta la vita nella loro panetteria.

Che ricordi ha di loro? «Ho una grande ammirazione per mio padre, che continua a lavorare lì. Mi piaceva da bambino guardarlo preparare e infornare il pane, mi ha insegnato valori importanti con il suo esempio» .

Ha vissuto la peggior stagione di sempre, culminata con la retrocessione del River Plate. Cosa non ha funzionato? «Non so dare una spiegazione. Avevamo iniziato bene, la squadra era giovane, ma ricca di talento. Poi, purtroppo, tutto si è fatto complicato e ci siamo lasciati trascinare dalla pressione. In Argentina, il sistema per definire le retrocessioni tiene conto della media punti di tre campionati e il cattivo rendimento della stagione passata ha pesato non poco» .

Cosa le mancherà dell’Argentina? «Mi mancheranno sicuramente l’asado (le tipiche grigliate argentine a base di carne, ndr) e gli amici, con i quali ho condiviso tutti questi anni, i momenti più dolci e quelli più tristi» .

Ci sveli un suo lato sconosciuto. «Ho una grande passione per la musica e mi piace ballare, ma non il tango. Amo la "cumbia", danza nata in Colombia ed esportata in Argentina, e il "cuarteto", genere di musica popolare nato a Cordoba che ora si ascolta ovunque in Argentina» .

In che stato d’animo arriverà in Italia? «Sono ovviamente entusiasta, mi aspetto tanto da quest’avventura e non vedo l’ora di iniziare. É un passo decisivo della mia carriera, vado in una grande squadra, abituata a giocare per traguardi importanti. É successo tutto molto in fretta con la retrocessione del River Plate e l’accordo. Certo, quando l’affare si è concluso, avevo ancora un po'di amaro in bocca e una grande tristezza per l’epilogo della stagione. Si chiudeva, poi, una fase molto intensa della mia vita. Ora, mi concentro sul mondiale under 20 con l'Argentina e poi non vedo l'ora di iniziare la mia sfida italiana» .

A Roma il calcio si vive con grande passione, ma questo comporta anche un’altrettanto grande pressione nei periodi più caldi della stagione. Si sente pronto? «Si, sono sicuro di poter gestire la pressione. Mi sono abituato al River a convivere con grandi attese e speranze. La nostra squadra era sempre in lotta per il titolo e in Argentina il calcio si vive con grande coinvolgimento. Sono pronto a qualsiasi situazione» .

Avrà la possibilità di giocare al fianco di Francesco Totti: il suo nuovo capitano è il simbolo della Roma e dei romani. «Totti è uno dei più grandi giocatori degli ultimi 20 anni. Oltre al talento infinito che tutti conoscono, lo ammiro per la sua grande professionalità, la dedizione al lavoro che lo ha portato a vincere. Ricordo i sacrifici che ha fatto per poter disputare e poi vincere il Mondiale 2006. Totti negli anni ha cambiato modo di giocare. Sa fare tutto, da trequartista classico all’attaccante puro: ha saputo diventare un grande cannoniere» .

Lei fa molti assist, ma fatica un po’ a vedere la porta: pensa di poter seguire il suo percorso? «Vero, finora mi è mancata un po'di freddezza nella finalizzazione. Però amo giocare al servizio della squadra, servire i miei compagni, è il mio modo di giocare e non penso di doverlo stravolgere» .

Lei è in grado di ricoprire più ruoli in attacco: esterno alto, seconda punta e trequartista, quale preferisce? «Preferisco giocare libero di muovermi tra le linee, variando la posizione senza dare punti di riferimento. Così riesco ad esprimermi al meglio» .

Alla Roma troverà Burdisso, ma vestirà la maglia di Gabriel Batistuta, che con i suoi gol portò la Roma alla conquista del terzo scudetto. Si sente di ripercorrere le sue orme? «Batigol è un mito per la mia generazione, è stato un grandissimo campione e uno dei più grandi goleador. Lamela ne deve fare di strada per potersi avvicinare a un giocatore di quel genere. Speriamo di poter far grande la Roma come lo era la sua» .

Ora è tempo di mondiale Under20. Come ci arriva l'Argentina, che a gennaio ha deluso parecchio al Sudamericano? «Ho grande fiducia, siamo pronti, abbiamo un grande gruppo e alcuni grandi talenti. Faremo bene» .