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Lamela: La caviglia mi fa male, ma voglio giocare

(Corriere dello Sport – R.Zanni) – «La caviglia non mi fa male quando calcio il pallone, il problema sono i colpi che rice­vo e l’infiammazione che aumenta con il passa­re dei minuti».

Redazione

(Corriere dello Sport - R.Zanni) - «La caviglia non mi fa male quando calcio il pallone, il problema sono i colpi che rice­vo e l'infiammazione che aumenta con il passa­re dei minuti».

Gioca così Erik Lamela e dalla prima parti­ta, con il Messico, di questi Mondiali Under 20 la situazione è andata peg­giorando al punto che que­sta volta il rischio di non ve­derlo in campo contro il Portogallo è stato grande, ma, a meno di cambiamen­ti dell'ultimo minuto, il gio­iellino che fa sognare la Ro­ma sarà regolarmente tra gli undici dell'Argentina, quando in Italia sarà la mezzanotte, per i quar­ti di finale della rassegna iridata in svolgimen­to in Colombia. Si gioca a Cartagena contro il Portogallo e anche se la caviglia sinistra è mal­concia la stella è sempre Lamela: come a Me­dellin, dove l'Argentina ha disputato prima fa­se e ottavi, anche nella splendida località che si affaccia sui Caraibi, la caccia all'autografo ha un obiettivo quasi unico, l'ex giocatore del Ri­ver che tra non molto sbarcherà a Roma, cari­co di sogni e di aspettative, atteso come una delle grandi speranze del calcio mondiale.

BOMBER - È il capocannoniere dell'Argentina, tre gol ha firmato 'El Coco', che hanno fruttato due vittorie, entrambe decisive: con il Messico perchè era la partita d'esordio, con l'Egitto per­chè cominciavano gli incontri a eliminazione diretta. Tre reti per ognuna delle quali ha pre­so tanti calci, obiettivo quella caviglia sinistra che, sembra quasi assurdo, si era infortunata a Buenos Aires, un paio di giorni prima della par­tenza per la Colombia, men­tre si allenava da solo. «Nei due rigori tirati contro l'Egit­to - racconta -ho deciso l'an­golo solo all'ultimo momen­to, non ci avevo pensato pri­ma ». Sicuro di sè, consape­vole di essere il punto di ri­ferimento della Seleccion, Erick sa che un successo ai Mondiali rilancerebbe tutto il movimento cal­cistico argentino, ancora sotto choc dopo le de­lusioni raccolte dalla nazionale maggiore.« È un campionato difficile- racconta -ma sapeva­no che sarebbe stato così, tutte le partite sono complicate. Noi però abbiamo sempre giocato in maniera intelligente, spesso gli avversari si mettono tutti chiusi in difesa e diventa una im­presa trovare spazi, entrare. Ma noi siamo un gruppo abbastanza unito e siamo molto con­tenti per come siamo dentro e fuori dal cam­po ».

OBIETTIVO BRASILE- Tre vittorie e un pareggio,un solo gol subito e su rigore, il gioco dell'Ar­gentina non ha incantato finora, ma si è rivela­to produttivo.«Noi siamo a posto- aggiunge - dobbiamo continuare così, cercando di vincere sempre. Ci manca solo di dire che stiamo gio­cando bene, però finora con i risultati ottenuti siamo riusciti a minimizzare questo aspetto. Il futuro? La partita che tutti aspettiamo è una fi­nale con il Brasile, certo c'è anche la Colombia e soprat­tutto l'incontro dei quarti con il Portogallo, non lo co­nosciamo, abbiamo visto i video. Ma al di là di quali avversari potremo trovarci di fronte, in finale dobbia­mo prima arrivarci noi».

RAMMARICO- Tutto è passato rapido per Lame­la: a diciannove anni è stato uno dei grandi col­pi del mercato, ma dopo aver subito una stori­ca retrocessione con il River, adesso però pri­ma di mettersi la maglia della Roma ha la pos­sibilità di arrivare in cima al mondo, come fe­ce anche Maradona quando aveva la sua età. «Non sono al massimo, avrei voluto stare qui con la caviglia a posto, per poter rendere di più- conclude -ma sono cose che possono succe­dere, a volte devo sopportare anche il dolore, ma questo Mondiale mi piace, cerco di sfruttar­lo al massimo » .