(Il Romanista - C.Zucchelli) Le sue prime parole da romanista arrivano a metà pomeriggio: «Sono contento.
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Lamela è nostro: «La Roma per me è un onore»
(Il Romanista – C.Zucchelli) Le sue prime parole da romanista arrivano a metà pomeriggio: «Sono contento.
È un onore essere della Roma, non vi deluderò. Forza Roma». Frasi semplici, non di circostanza. Bastava vedere il suo sorriso per capire che Erik Lamela era davvero al settimo cielo. Dopo due giorni trascorsi in albergo, al riparo da occhi indiscreti, è andato nello studio Tonucci per essere presente al momento della firma nel giorno forse più importante della sua carriera. Accanto a lui, i rappresentanti di Roma e River Plate. Passato, presente e futuro allo stesso tavolo.
Insieme anche a suo padre, la persona che non lo ha mai abbandonato in questi giorni. E che, una volta lasciato lo studio per brindare, si è anche fatto fotografare con la maglia di Totti.
A testimonianza della soddisfazione sua e di tutta la famiglia Lamela, che in Argentina attendeva notizie in tempo reale. Così come la stampa locale, che, nonostante la Coppa America in corso, ha dato tantissimo spazio al trasferimento. Sottolineando modalità e termini del contratto, che verrà depositato nei prossimi giorni: Lamela ha sottoscritto con la Roma un accordo per le prossime cinque stagioni a 1,5 milioni di euro, mentre al River Plate verranno versati 12 milioni in due anni, più 2 di bonus. In più, i giallorossi pagheranno i 2 milioni di commissioni agli agenti del giocatore, 3,6 milioni di tasse (25 per cento dell’importo) imposti dal regime fiscale argentino sui trasferimenti internazionali, per un conto totale di 19,6 milioni.
Una spesa notevole per un ragazzo così giovane, che però Sabatini benedice: «La cifra spesa è importante ma ne valeva la pena. È un ragazzo di prospettiva ma allo stesso tempo già pronto - le parole del ds a Sky Sport24- Si è espresso bene anche in un anno disgraziato come quello del River e questo ci fa stare tranquilli». Lui e tutti i tifosi della Roma, convintissimi che a Trigoria sia sbarcato un talento enorme. Che non vede l’ora di giocare all’Olimpico, proprio quello stesso stadio che ieri, mentre andava al Gemelli per le visite mediche, ha fotografato col cellulare. Un’istantanea da mandare ad amici e parenti in Argentina, ma da conservare anche e soprattutto come ricordo di una giornata che il trequartista argentino non dimenticherà mai. Sabatini lo ha fortemente voluto, per raggiungere l’accordo col River ha lavorato per notti intere. L’ultima venerdì: è rimasto nel suo ufficio di piazza Cavour fino alle 3, insieme all’avvocato Baldissoni e agli emissari del River (Fenucci era andato via quaranta minuti prima).
C’era Daniel Crespo, il legale del club, ma non il presidente Passarella, sbarcato a Fiumicino ieri mattina dopo essere stato costretto a dormire in Spagna per colpa di un ritardo aereo. Prelevato in aeroporto, il numero 1 della società argentina si è diretto nello studio Tonucci dove c’erano già per la Roma, Claudio Fenucci (amministratore delegato), Sabatini, Mauro Baldissioni (consigliere d’amministrazione e avvocato di riferimento della cordata statunitense) e per il River, Crespo, i rappresentanti del giocatore, Paz e Rebasa, e ovviamente Lamela in compagnia del padre José.
Il giocatore, che aveva trascorso le sue prime due notti romane in un albergo sulla Pontina, era emozionato. Ha salutato Sabatini, l’ha ringraziato. Non vedeva l’ora di diventare romanista. Alle 13.30 è l’avvocato Crespo a rivelare che tutto era andato a buon fine: «Lamela è della Roma, manca solo la firma». Firma che è arriva quando si materializza Passarella. Alle 16 il presidente del River conferma: «È fatta, adesso devono essere soltanto depositati i contratti». La notizia si diffonde, Lamela lascia lo studio Tonucci e va nel suo albergo, stavolta a via Veneto. Si riposa un po’, sorride, scrive su Twitter tutta la sua gioia: «Sono onorato. Non vi deluderò, grazie di tutto il sostegno che mi date ».
Anche il padre è soddisfatto: «Finalmente è tutto fatto, siamo felicissimi. Siamo rimasti davvero colpiti dalla passione della gente romanista». Sono le 18 quando Lamela risale in macchina, direzione Gemelli per le visite mediche. Lungo la strada scorge l’Olimpico: ci sono già i fan di Jovanotti per il concerto, lui chiede informazioni, poi fa fermare l’auto. Scende. Qualche tifoso lo riconosce, anche se in jeans, maglietta, occhiale da sole e orecchino sembra un ragazzo qualsiasi. Scatta qualche foto, i giornalisti se ne accorgono, lui sorride. E ribadisce: «Forza Roma».
Risale in auto, va al Gemelli dove per oltre due ore si sottopone alle visite mediche. Roma Channel riprende tutto, ma per le prime parole ufficiali da romanista di Lamela bisognerà aspettare la presentazione con DiBenedetto.
Poi, Lamela saluterà la Capitale: ad attenderlo, c’è infatti la maglia della nazionale Under20 dell’Argentina che, dal prossimo 29 luglio al 30 agosto (giorno della finale), si giocherà il Mondiale di categoria in Colombia.
La Roma gli ha dato il permesso, il ragazzo ci tiene, punta a disputare un grande torneo per poi mettersi a disposizione di Luis Enrique, col quale ancora non ha avuto modo di parlare. Lo farà presto, almeno stando a quello che dice la stampa argentina. Subito dopo l’annuncio della firma, le edizioni on line dei principali quotidiani hanno messo in home page la notizia: «Porterà la sua classe e le sue giocate in un altro calcio - si legge sul sito del quotidiano sportivo Olè - L’unica cosa che non potrà portarsi dietro è il numero 10 perché questo è il numero di Totti, il grande capitano della squadra giallorossa ». Quale numero sceglierà ancora non è dato sapere, ma è un dettaglio di poco conto. Quel che conta è stato messo nero su bianco ieri, 9 luglio 2011: Erik Lamela è un giocatore della Roma. Il primo colpo dell’era DiBenedetto
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