(Il Romanista-B.Devecchi)«Gli americani sono uomini d’affari che vogliono fare qualcosa di bello: un investimento importante sulla Roma».David Thorne non è solito sbilanciarsi.
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L’ambasciatore USA: «Gli americani faranno una grande squadra»
(Il Romanista-B.Devecchi) «Gli americani sono uomini d’affari che vogliono fare qualcosa di bello: un investimento importante sulla Roma». David Thorne non è solito sbilanciarsi.
È l’ambasciatore americano in Italia, è un rappresentante delle istituzioni, non può permettersi dei commenti a sproposito. Quando parla misura ogni parola, avvisavano tempo fa dall’Ambasciata.
Mister Thorne è in tenuta insolita. Ha messo via l’abito scuro, indossa le scarpe da tennis. Partecipa a “Race for the cure”, la mini-maratona nata per raccogliere fondi per la lotta al tumore al seno. È qui che lo intercetta Radio Radio: «Gli americani che hanno comprato la Roma? Sono investitori di Boston», dice. «Conosco abbastanza bene due, tre degli acquirenti - spiega Thorne - credo che questo creerà un legame ancora più forte con l’Italia. Io lo spero. Non li conosco tanto bene, ma li ho incontrati molte volte a Boston. Sono uomini d’affari che vogliono fare qualcosa di bello. Un investimento importante sulla Roma. Credo che porteranno avanti il progetto in modo da farsi apprezzare, e molto, dai tifosi della Roma. Non posso garantire ma credo che vogliano fare una grande squadra».
Thorne ha già conosciuto DiBenedetto, Alemanno ancora no. Commenta il Sindaco, anche lui intervenuto a “Race for the cure”: «Aspetto di vederlo e, appena da parte di Unicredit e dalla realtà di intermediazione (dice proprio così, ndr) ci sarà il segnale positivo, faremo l’incontro». Alemanno non ha visto nemmeno Pallotta, che ieri non è più andato allo stadio e verso le 20 è ripartito per Londra, dove oggi incontrerà Baldini. «Non bisogna precorrere i tempi né inseguire i singoli soci. Voglio parlare con chi è stato delegato a rappresentare tutta la cordata». Con DiBenedetto, quindi. «Le premesse - commenta - sono buone. Noi ovviamente non abbiamo fatto una verifica diretta della situazione, ma ci dobbiamo rimettere a quello che è stato indicato dalle verifiche finanziarie. Ho chiesto a Unicredit di fare delle verifiche anche di attendibilità imprenditoriale. Loro mi hanno garantito che sarà una cordata che aiuterà la Roma e quindi sono fiducioso ».
Intanto, secondo l’Ansa, gli americani sarebbero pronti a impugnare ogni accordo sottoscritto in Lega da Rosella Sensi, che da mesi non ha però più il potere di decidere le strategie del club. In ballo c’è la questione dei bacini di utenza. La Roma appoggia la linea di Milan, Inter, Juve e Napoli. Ma presto, con DiBenedetto, potrebbe cambiare politica. Moratti ieri non lo ha escluso: «Roma fuori dal tavolo delle grandi? Non lo so - ha detto - può darsi. Vedremo».
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