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«Adesso voglio fare io una dedica: ai tifosi» «Taddei e Simplicio, che esempi! Lamela può fare tutto.Voglio più equilibrio»

(Il Romanista) Più sereno, sempre critico, sempre spiazzante, sempre più Luis Enrique. Nessuna concesisone facile a nessuno, nessun concetto banale eppure quasi tutti semplici. «A Napoli siamo stati fortunati». «Ci vuole più equilibrio»....

Redazione

(Il Romanista) Più sereno, sempre critico, sempre spiazzante, sempre più Luis Enrique. Nessuna concesisone facile a nessuno, nessun concetto banale eppure quasi tutti semplici. «A Napoli siamo stati fortunati». «Ci vuole più equilibrio». (...) 

Il Bologna non è né la Juventus, né il Napoli… Tutti sappiamo che avrà una motivazione, un’importanza, per i giornalisti, per tutti. Ma alla fine il risultato e il premio della partita sono gli stessi: 3 punti. Non sono di meno e credo che quella può essere una delle chiavi della partita: avere la stessa attenzione e motivazione.

In tutti questi anni Totti non aveva mai dedicato un risultato al suo allenatore. Che significato ha per lei? L’allenatore deve essere sempre coinvolto dai calciatori e i calciatori devono essere sempre coinvolti dagli allenatori. Ho sempre detto la stesse cose di fronte a voi, ho un rapporto con tutti i calciatori, e pure con il capitano, molto buono. Quando ci sono differenze è normale, è una situazione abituale nello spogliatoio, ci parliamo. Sono contento per la vittoria, mi piace tantissimo vedere questo rapporto e quella dedica a me e a tutto lo staff e la società e così che dobbiamo andare avanti. A me piacerebbe fare la dedica ai tifosi, che sono quelli che portano il loro amore alla squadra e il tifo. Tutti insieme siamo più forti, senza dubbio.

La Roma ora la sente sua al 100%? Abbiamo parlato di equilibrio delle due fasi: offensiva e difensiva contro la Juventus e contro il Napoli perché senza questo equilibrio io non penso che sia possibilie competere al 100%. In queste due partite abbiamo visto una Roma più completa. Che cosa mi aspetto? Mi aspetto lo stesso, mi aspetto che non guardiamo molto gli avversari ma che pensiamo a che cosa dobbiamo continuare a fare. Diamo la stessa importanza alle due fasi, attacchiamo tutti insieme, difendiamo tutti insieme e ci saranno più possibilità di vincere la partita e battere l’avversario. Ma come sempre c’è di fronte un avversario che fa la sua proposta, che fa il suo lavoro e non è facile.

Osvaldo è importante per la squadra anche se ha un carattere un po’ fumantino? Fumantino perché fuma? (Ride, ndr). Qui non si arrabbia mai, io lo vedo. Ogni gruppo si forma di tantissime personalità, ognuno ha la sua personalità, ognuno deve avere il rispetto per il gruppo, ognuno deve avere il rispetto per la società. Credo che quello lo stiano cercando di farlo, è normale avere giocatori più tranquilli, più caldi, più fumantini come hai detto tu. Si forma un gruppo di tutte le personalità. L’importante è sapere per me dove siamo e che cosa vogliamo fare e fare capire a tutti che ci sono 2-3 regole che valgono per il rispetto naturale, perché prima di essere calciatori siamo persone. E dopo sapere che abbiamo la fortuna di rappresentare una società, rappresentare tantissimi tifosi. Il buon senso è importantissimo. Dopo tutto quello che è primario, e che per me è importantissimo, consideriamo il rendimento sportivo: Osvaldo lo abbiamo preso per il suo rendimento sportivo, ma anche per il suo carattere e la sua personalità vincente. Ma tutto deve essere coinvolto per il gruppo, tutto deve essere per la squadra.

Lei cosa vuole fare con Borriello? Confermo quello che ho detto sempre: è nella rosa della squadra, sta facendo il suo lavoro, ogni settimana migliora e quella è sempre una domanda per la società. Io credo che il mio lavoro è ottenere il massimo rendimento dai giocatori e dalla squadra e dopo la società deciderà che cosa si andrà a fare.

La decima partita in tre giorni. Pensa di fare qualche cambio? Per il livello fisico non ho nessuna paura, l’ho detto alla prima giornata. Voi avete parlato qualche volta dello stato fisico ma contro la Juventus, che ha lo stato fisico più intenso del campionato, non ho visto nessun problema. Tutto il contrario: Chiellini ha detto che non ha mai incontrato una squadra che correva così tanto. Questo discorso per me è finito. E’ finito all’inizio della stagione perché sapevo che i calciatori erano pronti ad avere un alto livello fisico e sarà così tutta la stagione. Ma hai ragione, sarà la terza partita in dieci giorni, non mi preoccupa lo stato fisico, mi preoccupa qualche colpo, che sempre è difficile recuperare dopo una partita. Ieri, quattro giocatori che normalmente sono nella formazione titolare, non hanno potuto fare l’allenamento di recupero per qualche colpo. Quello che mi preoccupa, che devo gestire, è l’allenamento.

Il Bologna ha un tridente simile a quello del Napoli. Cosa la preoccupa? E’ una squadra forte con la necessità di fare punti velocemente. Tutte e tre le punte Di Vaio, Diamanti e Ramirez sono bravi. Mi preoccupa la ripartenza, l’abilità individuale delle tre punte, mi preoccupa la consistenza difensiva. Come sempre, noi allenatori ci preoccupiamo sempre della squadra che abbiamo di fronte. Vediamo quali sono i punti dove possono avere problemi. Ma penso che possa essere una partita per rinforzare quello che abbiamo fatto nelle due giornate precedenti e sarebbe un bel fine di anno. Se facciamo la nostra partita, se facciamo una partita concreta riusciamo a battere il Bologna.

E’ sorpreso dal rendimento di Juan? La Roma ha bisogno di rinforzi nel reparto difensivo a gennaio? Le qualità calcistiche di Juan non credo che le scopro io: è un calciatore di livello internazionale, ha giocato con la nazionale brasiliana tante volte. Ha avuto un problema fisico, è ritornato ad allenarsi dopo due mesi. Si trova molto meglio, ha fatto le ultime partite a un livello molto buono. Il resto è un altro discorso, è un discorso della società. Questa è una squadra ampia. Io preferisco lavorare con meno giocatori, è più facile. Fino adesso è così perché dobbiamo rispettare i contratti di tutti i calciatori, ora la società farà la sua scelta. Ovviamente io parlerò con la società per dare la mia opinione, per dire quello che io penso. Ma dopo l’infortunio di Burdisso e Simon Kjaer che ancora sta così, è una posizione delicata. Comunque, se la società deciderà di non prendere nessuno non sarà un problema.

Cosa è successo con Llorente? Un motivatore molto motivato... Questa è una cazzata! Nel senso buono. Devi capire che non parlo bene l’italiano e per me è un po’ frustrante, devo studiare. Non posso parlare come io voglio, in spagnolo ti risponderei benissimo. Posto che Llorente è una persona importantissima per me e di cui ho fiducia, una persona che sa ottimamente quello che succede dentro lo spogliatoio. Lui è passionale, mi piace la gente passionale, mi piace il tifo passionale della Roma, mi piace che il calciatori lasciano tutti in campo e che giocano bene, mi piace riuscire ad ottenere una squadra passionale con qualità. Allora riusciremo a vedere una cosa diversa. Quello è il discorso che dicevo: preferisco sempre giocatori di qualità ma che sappiano difendere e attaccare. E’ più facile convincere un giocatore attaccante a difendere, perché la qualità per attaccare ce l’ha ma è più difficile l’inverso. Io la penso così. Sono contentissimo che Llorente sia con me. Era una scelta prioritaria per la mia equipe e se lui fa così per animare i giocatori è bravissimo. E’ uno della Curva Sud vicino a noi.

Lamela sta giocando da attaccante esterno nelle ultime partite. E’ questa la sua posizione? Con Lamela succede una cosa diversa e molto gradevole per me. E’ un ragazzo di 19 anni con tantissima fame. Arriva da 4-5 mesi con problemi alla caviglia, si allena da solo, ma adesso può giocare come terzino, come difensore centrale, come regista. Può giocare in qualsiasi ruolo, perché ha la fame e la voglia di farlo. Mi piacerebbe tantissimo, perché una squadra che può mettere come interno Lamela significa che avanti deve avere più qualità. In futuro non lo scarto che lui possa giocare a centrocampo. Perché lui può saltare l’uomo, lui ha questa qualità, ha questa fame. E’ una sorpresa molto gradevole, mi aspetto che continui così per la strada giusta, con la testa tranquilla.

Al momento, si può considera Taddei il terzino sinistro titolare? Io non penso mai in termini di ‘titolare’. Taddei ha fatto, per me, il professionista: lui ha aspettato il suo momento, era pronto per giocare dal primo giorno perché si allena come un matto e perché fa una vita da professionista al 100%. Si vede in ogni allenamento, si vede in ogni momento e adesso è una calciatore per noi importantissimo. E’ un terzino che arriva a fare la fase offensiva, è difficilissimo da saltare nella fase difensiva, è pronto a giocare in qualsiasi posto. Ma non parlo mai di titolari. I titolari se lo devono guadagnare ogni settimana il posto.

Lei ha deciso di non guardare troppo la classifica. Anche adesso? Penso che ancora siamo lontani da dove credo che possiamo essere. Ma la realtà è quella, è quello che abbiamo fatto. In tante partite non ci sono ingiustizie. Sei lì dove devi essere perché è quello che hai fatto.

La sua fase di sperimentazione possiamo considerarla finita? Abbiamo vinto a Napoli ma credo con una fortuna grande. La seconda parte non mi è piaciuta. Voglio giocare sempre come la prima parte, voglio avere quella superiorità a centrocampo per approfittare dello spazio in avanti. Quello che voglio fare con la mia squadra non è cambiato. Io penso la stessa cosa che pensavo la prima volta che ero qui: mi piacerebbe avere sempre il possesso di palla, mi piacerebbe avere il controllo del pallone il più possibile, in caso contrario significa che la squadra avversaria fa un pressing alto. E se lo fa si possono fare tante cose per arrivare davanti alla porta avversaria con più velocità. Io penso che sia molto importante vincere, ma penso che sia più importante che i giocatori sappiano che facendo quello che io dico sarà più facile vincere.

Rispetto alle prime uscite la Roma fa meno pressing alto. E’ una sua direttiva? Mi piace tantissimo fare il pressing alto. Cerchiamo sempre di farlo. Ma per fare il pressing alto devi farlo bene, devi avere 11 ragazzi nella stessa condizione. Ogni rimessa dal fondo noi lo facciamo. Quando non si può fare è meglio mettersi dietro la linea del pallone e fare pressing nella trequarti di campo. Io sempre dico che che prefirisco il pressing alto, perché se prendiamo il pallone noi siamo più vicini alla porta e perché è più difficile per loro.

Ha trovato la chiave per far rendere al meglio la squadra in queste ultime due partite? Magari! Non credo che sia una questione di trovare le chiavi perché per me, ripeto, è stato una partita fortunata. Ricordo tante palle gol dell’avversario, ricordo tante palle gol nostre. Credo che quello che non si può dimenticare è che era contro il Napoli, una squadra da Champions League, una squadra fortissima, fatta. Ci sono calciatori, ad eccezione di Inler, che c’erano lo scorso anno.

Chi è più avanti nella preparazione tra Gago e Pizarro? Pizarro ancora non è al 100%. Sta migliorando ma ancora gli manca. Fernando è stato fuori per un colpo, un problema al ginocchio.

Simplicio sembra essere ora un giocatore funzionale al progetto. Cosa è cambiato? Cosa è cambiato? Dopo aver visto come si è allenato, dopo che è tornato, dopo aver visto il suo rendimento, possiamo considerarlo come il caso di Rodrigo Taddei. Magari un caso più difficile perché non era andato al ritiro. Ma quando vedo un giocatore che può cambiare il suo ruolo, che può cambiare facendo il suo lavoro, può mettersi nella formazione. Non ho nessun problema nel cambiare il mio pensiero. Adesso penso che sia un esempio per noi, per il resto dei compagni. Quando gioca lo fa con un livello altissimo. Per me è una sorpresa, non pensavo che fosse così forte e adesso sta aiutando la squadra in un momento così difficile e lo ha fatto benissimo.

Nelle ultime partite la Roma ha segnato nei primi minuti e poi ha sofferto non riuscendo a fare possesso palla. E’ bellissimo ma difficile continuare a giocare sempre allo stesso modo. Ma non devi cambiare. Quello è successo nella partita contro la Juventus. Nella partita contro il Napoli la prima parte è stata bellissima. Credo che il centrocampo sia stata sempre o quasi sempre in quattro per andare a puntare l’uomo in difesa ed ero più contento della prima parte contro il Napoli. Ma quella è una delle chiavi che devono fare le grandi squadre che ancora noi non siamo. Dobbiamo giocare allo stesso modo qualsiasi sia il risultato. Dobbiamo rischiare allo stesso modo. E’ una partita di calcio, se giochi al massimo e prendi il rischio non succede nulla.

Si è dato qualche traguardo per questo suo primo anno? No. Ogni giorno succede qualcosa, qualche volta buona, qualche volta un litigio, qualche volta una dichiarazione, non sai mai cosa succede. Davvero , non ti posso dire quale è il mio obiettivo, il mio traguardo. Ora arriva il Natale e dopo vediamo.

Dopo Napoli ha detto che le caratteristiche di Cavani erano quelle che sognava per i suoi attaccanti. Io credo che ho parlato di Cavani come esempio non solo per le punte della Roma ma per le punte di qualsiasi squadra. Lo vedo con Villa-Messi- Sanchez nel Barcellona, lo vedo con Cristiano Ronaldo-Benzema-Higuain-Di Maria nel Real Madrid, ma con qualsiasi altro giocatore di livello. Per quanto riguarda noi quella è una delle chiavi, ma pure anche quando noi stiamo attaccando, i difensori fanno lo stesso, attaccare non è solo il messaggio per le punte, per gli interni, per il regista. Deve esserlo per tutta la squadra. Per essere forti io penso che dobbiamo fare le due fasi tutti. Non si fa l’attacco solo con le tre punte o con i due interni. Si fa l’attacco tutti insieme, stando corti, facendo cambi di gioco velocemente. E’ la fase difensiva che non è chiesta a nessun giocatore che gioca in attacco ma se vogliamo fare qualcosa ed essere una squadra difficile da battere abbiamo bisogno di questo lavoro. A Napoli e contro la Juventus si è vista questa motivazione. Penso che sono stati tutti bravi i giocatori che sono entrati in campo ma vediamo, vediamo contro il Bologna. sarà una prova per tutti.

A che punto è l’autostima della squadra? Loro lo sanno. Sanno che possono essere una squadra forte, più forte. Ma quello che hai detto della motivazione e delle fiducia, quello te la danno i risultati. I risultati ti fanno capire che se hai vinto a Napoli perché non andare a vincere a Bologna? In passato è stato criticato per le tante formazioni.

Possiamo dire oggi che uno dei punti di forza della Roma sono stati propri i cambi? Lo penso sempre. Una squadra è più forte con 20 calciatori che sanno chiaramente che possono giocare. Tutti sanno che giocano quegli undici è più facile pensare che non succede nulla. Io non la penso così. Avete visto quasi sempre giocano 5-6 giocatori che io penso siano chiave per la squadra, ma se quei 6 che giocano sempre non sono al livello che io penso, è giusto saranno altri calciatori a scendere in campo. Questo è il mio pensiero.

Che cosa ne pensa dell’arresto di Doni e dello scandalo Scommessopoli? Dispiace tantissimo. Nel mio paese non succede. Fino adesso non è successo. E mi aspetto che nessuno lo faccia di nuovo.