(Il Tempo - M.De Santis) Una classe bocciata in tutte le materie, tanti alunni destinati al trasferimento e un supplente che ha accarezzato il sogno di diventare di ruolo e invece dovrà accontentarsi di una cattedra da qualche altra parte.
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L'addio di Montella
(Il Tempo – M.De Santis) Una classe bocciata in tutte le materie, tanti alunni destinati al trasferimento e un supplente che ha accarezzato il sogno di diventare di ruolo e invece dovrà accontentarsi di una cattedra da qualche altra parte.
Altro che feste e saluti di rito, l'ultimo giorno di scuola rischia di essere il festival della malinconia: la Roma alla caccia di un misero punticino garanzia di Europa League, la Samp ancora in lacrime per la retrocessione e un Olimpico che si preannuncia mezzo vuoto (10mila i biglietti venduti) e dal fischio abbastanza facile: ieri antipasto a Trigoria per Doni. E, tanto per non farsi mancare nulla, un Vincenzo Montella al più che probabile atto finale della sua esperienza da allenatore, e forse non solo (12 anni passati a Trigoria), della Roma: «Una settimana fa, leggendo i giornali, restavo al 90%, adesso ho il 10%. Io non credo che sia così, ancora non è stato deciso nulla. Penso di essere tuttora in lizza». L'Aeroplanino prova a restare in quota: «Può essere che io abbia già avuto un colloquio con Sabatini, ma non ve lo dico. Non sono infastidito dalla situazione, il calcio è così. Non credo che ci siano stati contatti solo con Pioli, ma anche con altri allenatori». Catania, Samp, Siena o Lecce potrebbero rappresentare il futuro montelliano lontano da Roma. «Mi lusinga molto - confessa - l'essere accostato ad altre squadre, ma per ora non c'è nulla. In questi tre mesi penso di aver fatto un discreto tirocinio e rifarei tutto. Ho una situazione contrattuale particolare ma posso comunque liberarmi».
Un tirocinio coinciso con la seconda parte dell'annus horribilis romanista: «La classifica non sbaglia mai, tutti noi, me compreso, potevamo dare di più. Io, però, penso di aver fatto cose buone». Non manca, parlando del «senso del dovere», una frecciata a Menez: «C'è chi vuole migliorarsi tutti i giorni e chi cerca alibi come il cambio di allenatore». Un sorriso lo regalerà Totti, che verrà premiato prima del fischio d'inizio di Banti per i 206 centri in A. Un altro, in fondo, lo fornirà il calendario. «Non lo so o meglio non lo voglio dire se è finito un ciclo», le ultime parole montelliane. Basta e avanza, per sorridere, la fine del campionato.
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