rassegna stampa roma

La vita di Di Bartolomei nel docu-film «Undici Metri»

(Corriere dello Sport – L.Tagliaferri) – I tifosi della Roma e gli ap­passionati di calcio potranno rivive­re tra pochi giorni la vita e la carrie­ra sportiva di uno dei più forti cen­trocampisti del nostro calcio, quella del...

Redazione

(Corriere dello Sport - L.Tagliaferri) - I tifosi della Roma e gli ap­passionati di calcio potranno rivive­re tra pochi giorni la vita e la carrie­ra sportiva di uno dei più forti cen­trocampisti del nostro calcio, quella del compianto e mai dimenticato ca­pitano della Roma campione d’Italia 1983, Agostino Di Bartolomei.

Al prossimo Festival Internazionale del Cinema di Roma, in programma al­l’Auditorium Parco della Musica dal 22 ottobre al 4 novembre, verrà in­fatti presentato, nella sezione “ spet­tacoli ed eventi speciali”, il film “ Un­dici metri”, pellicola dedicata al glo­rioso calciatore, protagonista nelle undici stagioni con la maglia della “ Magica” anche della conquista di tre Coppe Italia. Un film speciale su un giocatore speciale, che ha colle­zionato, tra le fila giallorosse, 308 presenze ( delle quali 106 con la fa­scia al braccio) e 66 reti. Non un “ coccodrillo”, ma un docu­mentario puro di ottantasette inten­sissimi minuti, senza ricostruzioni, su una vicenda umana che ha com­mosso tutti: dalla gloria, alla depres­sione fino al suicidio, il 30 maggio 1994, dieci anni esatti dopo la finale persa dalla sua Roma contro il Liver­pool.

 

Un road movie emozionale - di­retto da Francesco Del Grosso, ap­prezzato autore del film su Vittorio Mezzogiorno, “ Negli occhi” - struttu­rato in una prima parte calcistica e in una seconda d’inchiesta, che riper­corre la parabola esistenziale del grande Ago. Da Tor Marancia, suo quartiere natale, dove ha mosso i pri­mi passi da giocatore passando per l’Oratorio San Filippo Neri alla Gar­batella fino a Castellabate, dove ha vissuto con la famiglia negli ultimi anni di vita e dove è morto. Ma c’è spazio anche per i suoi trascorsi con Milan e Salernitana. Quarantacinque interviste, immagini particolari, tan­tissimo materiale di repertorio e le voci della famiglia in un mix di ricor­di e struggenti sensazioni