rassegna stampa roma

La strana sfida di Tacopina: nel 2008 voleva il Bologna

(Corriere dello Sport – R.Maida) Ha il guscio dell’Iphone con il logo della Roma, di cui è vicepresidente da due mesi, ma tre anni fa stava per comprare il Bologna.

Redazione

(Corriere dello Sport - R.Maida) Ha il guscio dell'Iphone con il logo della Roma, di cui è vicepresidente da due mesi, ma tre anni fa stava per comprare il Bologna.

Strano derby quello di Joe Tacopina,45 anni, che ha viaggiato con Baldini sull'aereo che ha portato la squadra verso l'ultimo stadio del 2011.

LA VICENDA -Professione avvocato penalista, padre di Monte Mario e madre newyorkese, oggi mister Joe sarebbe stato dall'altra parte, se una certa trattativa fosse andata in porto. Era l'estate 2008, faceva caldo: Tacopina arrivò a Casteldebole, centro sportivo del Bologna, annunciando che la società era sua e che avrebbe costruito una grande squadra curando pure i dettagli: «Non può non esserci l'aria condizionata qui...» spiegò. Solo tre mesi prima, era sbarcato a Fiumicino sfoggiando davanti ai fotografi una sciarpa della Roma, rappresentando... i rappresentanti di George Soros, che attraverso la società Inner Circle aveva offerto 283 milioni di euro alla famiglia Sensi per acquistare il club. Nulla di fatto, l'affare saltò all'ultimo secondo perché sul tavolo della negoziazione era spuntata una misteriosa cordata araba. Tacopina però non si diede per vinto e contattò Alfredo Cazzola, allora proprietario del Bologna, per acquistare il club da solo, attraverso il fondo “Tag Partners” di cui era azionista. Stavolta sembrava tutto a posto, per la gioia di Tacopina che era riuscito a realizzare il sogno di entrare nel calcio di serie A. Invece anche in questo caso qualcosa andò storto: il 16 luglio 2008, giorno della scadenza dei termini per il pagamento dei 20 milioni dovuti al passaggio di proprietà, nessuno presentò le garanzie richieste. E nessuno ancora ha capito perché.

LA CAUSA - A Bologna i tifosi non hanno conservato un grande ricordo di Tacopina. Opinioni a parte, però, la storia finì in tribunale. (...) Ha vinto Tacopina, che ha riavuto i soldi, ha riorganizzato le forze, ha trovato nuovi investitori nella cordata di Boston e ora siede felice nel Consiglio di amministrazione della Roma