(Libero - T.Lorenzini) - Da cinque anni vale scudetto, predominio nazionale, spostamento di equilibri. Inter-Roma di stasera non sfugge alla regola. Poco importa che non sia sfida fra prima e seconda,
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La “solita” sfida decide l’antiMilan
(Libero – T.Lorenzini) – Da cinque anni vale scudetto, predominio nazionale, spostamento di equilibri. Inter-Roma di stasera non sfugge alla regola. Poco importa che non sia sfida fra prima e seconda,
dal match di San Siro dipendono i destini del campionato e la gestione delle forze nel residuo della stagione che, fra Champions e Coppa Italia (a proposito, semifinale Inter-Roma) sta entrando nel vivo, compreso il recupero con dei capitolini con il Bologna fissato mercoledì 23, a cavallo delle due sfide con lo Shakhtar che Ranieri non ha gradito. Classifica alla mano, la tabella del Milan e di Allegri si aggiornerà anche in base al risultato di stasera. Chi perde, fra nerazzurri e giallorossi, magari non è automaticamente fuori dalla corsa tricolore, ma lo sforzo richiesto per rientrare potrebbe non essere sostenibile mentalmente o per le risorse a disposizione. Inter che, senza Chivu squalificato, potrebbe proporre Nagatomo a sinistra oppure un più collaudato Zanetti, con un centrocampo Cambiasso-Motta-Kharja. Ritrovato Cordoba, Sneijder si piazzerà dietro il duo Eto’o-Pazzini (il futuro interista che tolse lo scudetto alla Roma), visto il fallimento del tridente pesante (almeno dal primo minuto) con Milito. Roma senza Totti (che deve al Fisco 400mila euro tra imposte dovute, sanzioni e interessi), colpito da influenza, assenza pesante per lo spettacolo e per le zero alternative a disposizione di Ranieri, senza Mexes (appiedato dal giudice sportivo), Brighi e Pizarro: «Un guaio non avere ricambi in attacco. Una soluzione potrebbe essere partire conduepunte etenerne una di scorta a gara in corso. Ma siamo pronti e andiamo a Milano per giocarcela - ribadisce il tecnico -. La nuova società? Non ne parlo, mi interessa solo il campo e sono come san Tommaso: aspetto di verificare». Conferme le attende pure Leonardo che, come un anno fa sulla panchina del Milan, si gioca tutte le sue carte a febbraio: «Sono soddisfatto della striscia positiva, quello con la Roma sarà un grande match, che può dare risposte significative». Sul tridente visto a Bari, il brasiliano è prudente: «Lo sapete che mi piacciono tanto gli attaccanti. Comunque non è il loro numero che rende una squadra offensiva, quanto la propensione dei centrocampisti ad aiutarli. Direi che giovedì è mancato piuttosto quello, il collante dei centrocampisti». Che quando si sono svegliati hanno risolto la faccenda.
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