(Gazzetta dello Sport - A.Catapano)«Cuore in fiamme, desiderio forte, si avvicina il momento della verità...» . Heart’s on fire, la colonna sonora dell’ultimo Rocky eroico, lo Stallone che affonda le gambe nella neve russa e spezza le mani a Ivan Drago.
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La sfida dei «veterani» e lo spirito di Montella
(Gazzetta dello Sport – A.Catapano) «Cuore in fiamme, desiderio forte, si avvicina il momento della verità…» . Heart’s on fire, la colonna sonora dell’ultimo Rocky eroico, lo Stallone che affonda le gambe nella neve russa e...
Donetsk è la parte dell’Ucraina operosa che guarda a oriente, il confine con la Russia è ad una manciata di chilometri, il paesaggio lo stesso del film, come l’impatto con questa terra, tenero e tagliente: il candore del bianco, la violenza del freddo. L’aereo atterra su un materasso di neve soffice, ce n’è tanta da farci eserciti di pupazzi. «Prendiamoli a pallate» , è il grido di un tifoso poco incline alle tenerezze.
Ultima chiamataE in effetti, qui si fa la storia di una stagione e di un gruppo di uomini. Qui si decide di scendere oppure proseguire la corsa. Andare al tappeto o restare in piedi. Qui, più che lo scontro di civiltà del film -reaganismo/socialismo -, andrà in scena un confronto generazionale: i giovani rampanti dello Shakhtar contro gli irriducibili vecchietti della Roma, col loro carico di esperienza e saggezza. Quelli stanno ai muscoli di Ivan Drago, come i nostri rievocano la tenacia di Rocky. L’ingresso ai quarti di Champions vale la corona mondiale: gloria, soldi, linfa vitale. Possono ancora vivere e giocare o è solo Un precedente portafortuna in Ucraina. E Montali scommette sul nuovo tecnico: «Ha portato tanto entusiasmo» accanimento terapeutico? Lo dirà il campo. Un gruppo di uomini stasera è ad un bivio: portare avanti la missione o andarsene in pensione. Per loro, potrebbe essere l’ultima occasione di godere degli oneri e degli onori della Champions. L’ultima chiamata per l’Europa, passato questo treno non ne arriverà un altro.
Se il gioco si fa duro...Con quel che ha combinato all’Olimpico, la Roma ha già un piede in stazione. Ma con l’altro si tiene ancora aggrappata. Tre settimane fa, si faceva fatica perfino a immaginarla una rimonta, tanto derelitta era la Rometta. Poi, l’arrivo di Montella, «l'entusiasmo che ha portato in tutto l’ambiente» raccontava ieri Montali, il ritorno al 4-2-3-1 (anche se ieri ha provato pure il 4-4-2), la ripartenza timida ma efficace in campionato, tutto questo ha riacceso le speranze, reso questa montagna nuovamente scalabile, almeno nello spirito. «Già, lo spirito. Lo spirito di squadra è quello che ci manderà avanti -tratteggiava ieri un ispirato Montella -: non ci sono giovani e vecchi, c’è una squadra, la Roma. Unita» . Musica per le orecchie dei romanisti. Ricostituente per questi vecchietti. La vecchia guardia non intende smantellare. Quelli che fecero la campagna del 2006 -nove elementi compreso Montella -, vittoriosi all’Olimpico e sconfitti qui. Quelli che sbancarono Kiev un anno dopo -Juan, Pizarro, Taddei -e pure lì c’era la neve. Quelli che i trenta -ci sono anche Totti e Perrotta -sono scavallati da un pezzo e chissà quando gli ricapiterà di accarezzare la Champions. Quelli che la musica, e il calcio, ringiovaniscono, sono piaceri irrinunciabili. Perciò, «un gruppo di amici che non si arrendono mai» . Questa è di Venditti.
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