rassegna stampa roma

La Roma va, ma che sofferenza

(Il Tempo) Il problema è che la squadra di Luis Enrique, pur continuando a crescere, sbaglia troppo sotto porta e dimostra di aver ancora a che fare con i fantassmi del passato che si materializzano all’improvviso in black-out imbarazzanti.

Redazione

(Il Tempo)Il problema è che la squadra di Luis Enrique, pur continuando a crescere, sbaglia troppo sotto porta e dimostra di aver ancora a che fare con i fantassmi del passato che si materializzano all'improvviso in black-out imbarazzanti.

Se a questo aggiungete un Brighi inguardabile che sforna un rigore netto negato su Bojan e un gol fanstatico annullato a Osvaldo («È un crimine contro il calcio» commenterà il ds Sabatini), si spiega lo striminzito 2-1 finale. I segnali di crescita sono comunque evidenti, paga la linea dei nuovi che con i gol di Pjanic e Gago, entrambi alla prima rete con la maglia giallorossa, portano a nove il numero dei giallorossi in rete: ma soprattutto a 13 i gol di nuovi acquisti sui 15 realizzati fin qui dalla Roma. Luis Enrique sorprende ancora: tredicesima formazione diversa con Taddei in campo per Jose Angel (bocciato?) e Totti in panchina. Otto minuti e Julio Sergio deve volare fuori dai pali per la prima volta a liberare la sua area al centro della quale c'è però Bojan in terra. Evidente il fallo da rigore di Esposito sul giovane spagnolo: per Brighi invece è tutto regolare e i giallorossi restano gli unici, assieme a Juve e Fiorentina, senza un rigore a favore.

La Roma non gioca il suo miglior calcio, ma quando trova la quadra arriva in fondo fa male e cresce col passare dei minuti. Pjanic prima e Bojan poi sbagliano a porta vuota sui suggerimenti di Taddei e Lamela (a tratti pazzesco, garanzia per il futuro). Bisognerà aspettare il 25° per vedere il primo gol giallorosso di Pjanic arrivato al termine di un'azione modello Luis Enrique: 19 i tocchi di palla, compreso quello del bosniaco che piega l'ex Julio Sergio per il vantaggio giallorosso. Bella la palla messa dentro ancora da Taddei, ma fantastica l'intuizione di De Rossi che «restituisce» il triangolo mettendo il brasiliano in condizione di servire il compagno al centro dell'area. Fa uno a zero con la Roma padrona del campo che soffre un paio di volte lì dietro, ma regge grazie alle direttive del nuovo Burdisso: Heinze. È lui il padrone della difesa giallorossa davanti alla quale gioca un Gago fantastico: uomo ovunque in grado di arginare gli avversari e di lasciar libero De Rossi di crear gioco qualche metro più avanti. E quando Luis Enrique nella ripresa inverte le posizioni dei due, va anche meglio. Arriva così il raddoppio giallorosso firmato proprio da Gago. La Roma ora arriva da tutte le parti. Bojan sbaglia l'impossibile, Kjaer si addormenta (quello è un problema: la Roma deve comprare un centrale) per il 2-1 del giovane Bertolacci (giallorosso in prestito a Lecce), prima che Luis Enrique decida di cambiare lo spagnolo per far tornare in campo capitan Totti. Potrebbe finire in goleada, Brighi nega a Osvaldo un gol fantastico su rovesciata, e la Roma chiude stringendo i denti con i tre fischi finali che arrivano come una liberazione... Incredibile ma vero!