rassegna stampa roma

La Roma soffre anche di vertigini

(Il Romanista – F.Bovaio) – Finora la Roma ha sempre perso contro le squadre che la precedono in classifica (Milan, Lazio e Udinese) mentre ha lasciato sul campo solo otto punti dei ventiquattro disponibili nei confronti con quelle che...

Redazione

(Il Romanista - F.Bovaio) - Finora la Roma ha sempre perso contro le squadre che la precedono in classifica (Milan, Lazio e Udinese) mentre ha lasciato sul campo solo otto punti dei ventiquattro disponibili nei confronti con quelle che la affiancano o la seguono.

Un dato comprensibile se rapportato ad una squadra dall’età media molto bassa e in piena fase di ricostruzione tecnica e di organico quale è la Roma attuale. E’ logico che di fronte a formazioni già pronte ed esperte, costruite nel tempo e consolidate nelle loro convinzioni e capacità tecniche, il gruppo romanista che si sta formando vada in difficoltà. L’organico a disposizione di Luis Enrique è forte, certo, ma deve ancora trovare quegli equilibri di squadra e quella intesa tra i suoi componenti che formazioni come il Milan di Allegri (al secondo anno di lavoro in comune), la Lazio di Reja (che la guida da due anni e mezzo) e l’Udinese di Guidolin (ormai una realtà consolidata nel tempo del nostro campionato) hanno da tempo assimilato. Non a caso sono tutte e tre nei primi posti della classifica insieme a quella Juventus che è la classica eccezione a conferma della regola. Anche i bianconeri sono ripartiti con un allenatore e molti giocatori nuovi, ma a differenza della Roma non hanno cambiato tutto totalmente (società, tecnico e squadra), bensì solo alcune delle loro componenti. Come scritto i giallorossi vanno decisamente meglio contro le medio-piccole.

Degli otto punti su ventiquattro (un terzo di quelli disponibili) lasciati per strada contro queste formazioni solo due sono imperdonabili: quelli persi all’Olimpico contro il Siena, che pareggiò all’88’. Gli altri sei, composti dalle sconfitte in casa con il Cagliari e a Marassi con il Genoa, sono figli del caso. Con i sardi vennero lasciati per un madornale errore difensivo e la successiva, ingiusta, espulsione del suo autore, José Angel (l’errore arbitrale non deve essere una giustificazione, ma se esiste non va dimenticato). Con il Genoa, per bocca dello stesso Malesani, arrivò una delle sconfitte più immeritate della storia, figlia di un gol rocambolesco in pieno recupero al termine di una gara che la Roma aveva dominato. Cosa che ci porta anche a sottolineare tutte (e sono tante) le occasioni da rete create dai giallorossi contro queste formazioni di medio o piccolo cabotaggio che alla lunga non resistono agli assalti di giocatori tecnicamente importanti come quelli romanisti. Dunque bisogna fare il salto di qualità nei confronti diretti con le grandi del campionato. L’unica ricetta per effettuarlo è il lavoro. Solo con il tempo e la continua applicazione quotidiana si raggiungeranno quegli automatismi che, di fronte a formazioni più forti e smaliziate delle altre, ancora non arrivano. E’ un altro di quegli step di crescita che tutti, in casa Roma, erano consapevoli di dover affrontare quando hanno iniziato a ricostruire e svecchiare la squadra a partire dalla panchina