(Il Messaggero - U. Trani) La Roma più convincente della stagione scivola a Marassi proprio sul più bello. Domina per tutta la gara, ma omaggia il Genoa di due reti, la seconda prima del recupero, e azzera l’ottima performance.
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La Roma si fa male da sola
(Il Messaggero – U. Trani) La Roma più convincente della stagione scivola a Marassi proprio sul più bello. Domina per tutta la gara, ma omaggia il Genoa di due reti, la seconda prima del recupero, e azzera l’ottima performance.
Finisce 2 a 1, con Luis Enrique che va a calmare Burdisso, scatenato davanti all’arbitro Gervasoni, e ad applaudire i tifosi. In una serata con più luci che ombre, l’unico rimprovero che si può muovere ai giallorossi è la poca efficacia in zona gol. Cioè sprecano tante energie senza però concretizzare. Luis Enrique va avanti con il turn over, proponendo la decima formazione diversa in dieci gare ufficiali, e le scelte, coinvolgendo tutti i suoi interpreti, gli danno ragione guardando alla prestazione e non al risultato. Quattro le novità rispetto alla partita di domenica all’Olimpico contro il Palermo: due in difesa, Perrotta, nuovamente terzino destro, e il ritorno di Heinze in mezzo, e due davanti, Borini e Bojan. Proprio in attacco la virata più decisa: titolari i due piccoletti, con Osvaldo e Borriello inizialmente in panchina, per un tridente da campionato primavera, 60 anni in tre. Qualche metro dietro ai due la conferma per Lamela, dopo la rete da debuttante. Ma l’argentino faticherà a entrare in partita. Troppo statico, finisce presto in trappola, soffocato da difensori e centrocampisti del Genoa.
La Roma chiude il suo bel primo tempo in svantaggio e deve prendersela con se stessa. Spreca tanto e regala il contropiede decisivo a Palacio, palla corta di Heinze per Josè Angel. L’attaccante argentino, a lungo corteggiato da Sabatini durante il mercato, arriva in area e aspetta che centralmente si presenti Jankovic. Preciso l’assist e anche il destro del serbo, sul palo più lontano, al trentottesimo. L’ultimo gol di Jankovic è lontanissimo: 31 maggio 2009. Non basta, insomma, la netta superiorità nel possesso palla e soprattutto giocare gran parte del tempo nella metà campo avversaria. Borini al ventiquattresimo ha la chance migliore, su apertura di Bojan lanciato da Gago: il suo diagonale si spegne però a lato. In precedenza occasioni per Perrotta e Lamela, nella stessa azione, con Pizarro bravo a mandare al tiro il primo e anche protagonista di una conclusione con respinta difettosa di Frey. Pur comandando la gara, la Roma prende per la prima volta un gol nel primo tempo e soprattutto non passa. Anzi rischia di scoprirsi troppo, perché Palacio è straordinario quando riparte sui lati. Il 4-3-1-2 di Malesani è assetto camaleontico. In fase difensiva diventa compatto, con Jankovic che, da punta, si abbassa a destra per il 4-4-1-1, con Merkel dietro a Palacio che fa pressing sui difensori giallorossi. Stekelenburg alza due volte la palla sopra la traversa, su tiro-cross di Mesto e su punizione quasi dalla linea di fondo di Veloso. Questo per far capire che il Genoa non approfitta degli spazi e, a parte il gol di Jankovic, non è efficace nell’area di rigore della Roma.
Dopo l’intervallo, c’è Bovo in campo al posto di Moretti. Il Genoa chiede il rigore al secondo minuto, fallo di Heinze su Palacio. Il copione della Roma è lo stesso del primo tempo: avanti tutta, con la spinta da dietro di De Rossi. Malesani vede Seympour in difficoltà e lo sostituisce con Kucka. Gago, intraprendente e lucido, ci prova due volte da fuori, Bojan offre la palla buona a Lamela, cross da destra, ma l’argentino, di testa, indirizza centralmente e Frey può respingere. Luis Enrique fa due cambi: toglie proprio Lamela e anche Pizarro, dentro Greco, ventottesimo giocatore utilizzato in questa stagione, e Osvaldo. Bojan diventa trequartista. A metà tempo il Genoa interrompe l’assalto giallorosso con una conclusione di Veloso da fuori bloccata da Stekelenburg. Al minuto ventisei fuori pure Perrotta e spazio a Borriello. Malesani risponde con Constant per Jankovic, anche perché ora la Roma ha in campo quattro attaccanti e Borini si sposta a destra. E da terzino andrà a siglare il pari al trentottesimo, prima rimonta stagionale giallorossa. L’assist è di Borriello che, lanciato da Osvaldo in area e dopo lo stop di petto, con il sinistro anticipa l’intervento di Bovo e mette il compagno davanti alla porta. Facile il destro di Borini che realizza la prima rete con la nuova maglia. Luis Enrique urla dalla panchina, chiedendo di forzare i tempi per provare a vincere. Ma al quarantacinquesimo è il Genoa a tornare a vanti: corner sul secondo palo di Veloso, Stekelenburg in ritardo, testa di Merkel che trova la sponda involontaria ma vincente nella tibia di Kucka. Carambola e beffa. Così il 68 per cento di possesso palla è solo il premio di consolazione.
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