rassegna stampa roma

La Roma riscopre di volersi tanto bene

(Corriere dello Sport – R.Maida) I giorni dei dubbi, delle incomprensioni, delle domande, erano rimasti compressi in un cubetto di emozioni.

Redazione

(Corriere dello Sport - R.Maida) I giorni dei dubbi, delle incomprensioni, delle domande, erano rimasti compressi in un cubetto di emozioni.

Congelati, allo stato solido. C’è voluta la pioggia di Novara, con il doppio colpo Bojan-Osvaldo, a far sciogliere la Roma negli abbracci di fine Il successo di sabato sul campo del Novara sembra aver ridato energia e slancio ai giallorossi partita e, forse, di fine incubo.

SOTTO LA CURVA - Hanno cominciato i giocatori, quando sul campo sintetico dello stadio Piola l’acqua non batteva più e l’arbitro Rocchi era già sotto la doccia. Tutti a festeggiare sotto la curva dei romanisti, di quei cinquecento valorosi viaggiatori bagnati come pulcini. Meritavano applausi anche loro, almeno quanto la squadra uscita dal buio di due sconfitte. Gli abbracci tra De Rossi e Osvaldo, tra Burdisso e Gago, tra Luis Enrique e Llorente, erano il trait d’union tra i rappresentanti e i rappresentati, finalmente felici senza divisioni.

 

LA DIRIGENZA - Ma l’esigenza di toccarsi, di volersi bene, l’hanno avvertita anche i dirigenti, che sono corsi negli spogliatoi. Franco Baldini, che era rimasto immobile durante la partita seduto tra Fenucci e Sabatini, senza Dopo la meritata festa sotto la curva dei tifosi, baci e abbracci tra tutti Con dedica generale a Stekelenburg muovere un muscolo ai gol della Roma, a giochi fatti si è concesso un lusso emotivo: incrociando Luis Enrique dopo le interviste, l’ha stretto forte a sé.

 

I RINGRAZIAMENTI - Il contatto fisico è il segnale spontaneo della stima. La squadra, a Novara, l’ha riservato al giocatore che ha incanalato la partita verso il mare calmo. Non Bojan, non Osvaldo, ma Stekelenburg. Colpevole sul gol di Kucka a Genova, poco reattivo su Ibrahimovic in Roma-Milan, sabato sera ha cancellato tutti in uno di quei momenti che stravolgono i destini. E’ andato incontro senza paura a Meggiorini, che aveva appena messo all’angolo Cassetti, si è allungato sulla destra, prevedendo la giocata dell’attaccante, ha chiuso la porta in faccia agli avversari e ai malumori. Il risultato a quel punto era di 0-0. «Senza quell’intervento fantastico - ricorda Tesser, rammaricato - sarebbe stata un’altra partita» . Era successo soltanto un’altra volta, in questi pochissimi mesi di Roma, che Stekelenburg uscisse dal Baldini si è quasi coccolato Luis Enrique per ribadirgli il totale sostegno su cui può contare campo senza prendere gol: contro il Palermo, all’Olimpico. Anche in quel caso la sua partecipazione al risultato era stata fortissima, con una parata così diversa e così uguale su Zahavi lanciato a rete. A Novara il bis. I giocatori, che conoscono le pressioni della serie A e soprattutto conoscono il valore di Stekelenburg, mostruoso per qualità e continuità in allenamento ma ancora non dominatore in partita, sono andati da lui, a urlargli i complimenti in tutte le lingue dello spogliatoio. «Ma io non mi preoccupo delle critiche - giura il festeggiato - penso solo a lavorare per aiutare la Roma». Quando Stekelenburg sarà arrivato al top delle sue possibilità, la Roma si ricorderà di avere comprato un grande portiere.