rassegna stampa roma

La Roma riparte

(Il Messaggero – A.Angeloni) C’erano luci e stelline natalizie quando una cena tra giocatori sancì la nascita della Roma di Luciano Spalletti.

Redazione

(Il Messaggero - A.Angeloni) C’erano luci e stelline natalizie quando una cena tra giocatori sancì la nascita della Roma di Luciano Spalletti.

Era un periodaccio, il tecnico veniva messo in discussione, ma qualcosa stava cambiando, stava nascendo un gruppo oltreché il modulo 4-2-3-1 che poi ha fatto scuola.

La squadra decise di vedersi a cena per festeggiare il Natale in arrivo, la vittoria sul Chievo nell’ultima prima della sosta invernale (il conto lo pagò Damiano Tommasi, tifoso del Verona e oggi presidente dell’Assocalciatori), che fu la prima degli spallettiani undici successi consecutivi e in più si brindava alla partenza (nel mercato di gennaio) di quelli che la squadra considerava elementi di disturbo.

Le cene sono nate con quella Roma, un’abitudine che poi si è andata ripetendo negli anni. Funzionavano. Basta una semplice cena per mettere in moto la Roma di Luis Enrique?

Stare a tavola tutti insieme per fare gruppo, per scherzare, per lasciarsi andare a qualche battuta contro allenatori e dirigenti, tipo quelle che fanno i ragazzi quando vanno a mangiare una pizza senza i professori, sicuramente male non fa. Stavolta la squadra ha cambiato palcoscenico, non da Checco, non alla Villetta, ma ai Carnivori in via Tuscolana: in squadra ci sono molti argentini appassionati di carne, quindi carnivori come il nome del ristorante di Marco, amico da anni di qualche senatore giallorosso. Proprio da loro è partita l’idea, dai vari Perrotta, Cassetti, Burdisso, De Rossi e Totti, che ha dettato i tempi della serata, in più ha pagato il conto.

Sono stati affittati due pullmini per portare la squadra al ristorante (il problema parcheggio, quando si è nei pressi di via Tuscolana, c’è anche per i giocatori e non solo per le persone comuni), a tavola si è mangiato, chiacchierato, bevuto, c’è scappato anche qualche scherzetto, tipo quello di far credere a José Angel (che fa coppia fissa con Bojan) che gli sarebbe toccato il (salato) conto.

Gli è preso un accidenti, poi ha pagato Totti. Uno che non ci ha messo molto a prendere confidenza con tutti è Heinze, definito come vera rivelazione del gruppo.

I più timidi, Bojan e Lamela (sempre appiccicato a De Rossi): loro parlavano, Pizarro traduceva. Taciturno Borini, poco ispirato Osvaldo, una vera e propria peste Borriello, che si è divertito a fare foto e filmini. E Totti? Il mattatore della serata insieme con De Rossi. Il capitano brinda alla nuova stagione, parla al gruppo con slogan da tifoso («Faremo una valanga di gol», quasi a voler esorcizzare il problema delle punte, tutte ancora a secco) trasmettendo ai compagni che adesso conta solo andare «avanti uniti».

Tutti credono in Luis Enrique, questo è emerso. «È molto positivo che un giocatore rappresentativo come lui, prenda una posizione forte in difesa della sua squadra e del suo allenatore», le parole di Lippi sull’iniziativa di Francesco. Più sulla situazione in generale, quelle di Vialli. «Se fossi in Totti andrei dalla società dicendo di avere un’offerta dai Red Bulls di New York e chiedendo il da farsi. La società potrebbe anche fargli un busto fuori dall’Olimpico e lasciarlo andare. Altrimenti è lui che deve cambiare atteggiamento». Bene.

Tornando alla cena. Chi sa di giocare poco, chi disturbato dal contratto in scadenza e chi da un infortunio che non passa, chi come Totti stesso alle prese con i messaggini con Baldini, tutto questo per una sera viene dimenticato. Si è pensato alla carne, alla pizza, al tiramisù (Totti è golosissimo), a vedere i gol del martedì di Champions e un po’ all’Inter. Appuntamento alla prossima tavolata, la settimana del derby. Che non è lontana.