(Il Romanista - C.Zucchelli) La cosa più importante di Novara-Roma succede dopo il gol di Osvaldo.
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La Roma rinasce e zittisce i gufi
(Il Romanista – C.Zucchelli) La cosa più importante di Novara-Roma succede dopo il gol di Osvaldo.
Mentre la squadra rientra verso il centrocampo dopo aver festeggiato l’argentino, il mental coach Llorente si alza dalla panchina e, come una furia, va verso i giocatori mettendosi le mani alle testa e facendo segno a tutti, compresi quelli che si stavano scaldando e poi non sono entrati, di “stare calmi e usare il cervello”.
Sapeva, Llorente, di quanto fosse importante uscire dal Silvio Piola coi tre punti. Lo sapeva lui, lo sapevano i giocatori, concentratissimi fin dal riscaldamento sotto il diluvio, lo sapevano Baldini e Sabatini in tribuna e tutto lo staff della Roma. Tanto per fare un esempio: quando termina la partita (il risultato: 0-2, gol di Bojan e Osvaldo, “tutti a casa alé”) Salvatore Scaglia lascia il campo con la lavagnetta in una mano e l’altra protesa verso i tifosi per esultare. Proprio loro, in più di 300 e mai così numerosi quest’anno, hanno visto a pochi metri i due gol della Roma e, soprattutto, lo splendido secondo tempo della squadra che, complice il miglioramento climatico, ha prima sofferto e poi colpito quando era il momento giusto.
I grandi club fanno così. E la Roma vista ieri a Novara autorizza, prima delle due settimane di sosta, a pensare di essere davvero sulla strada giusta.
Una strada che inizia sempre con le sorprendenti scelti di formazione di Luis Enrique: Pjanic trequartista con Osvaldo e Lamela in attacco, Cassetti al centro della difesa al posto di Heinze, Taddei a sinistra con José Angel in panchina e, a centrocampo, De Rossi intermedio con Gago davanti alla difesa. Nei primi minuti, con la pioggia che non dà un attimo di tregua, le due squadre si affrontano in maniera diversa: lanci lunghi per il Novara, palla a terra per la Roma. Quando il Novara capisce che, presa in velocità, la difesa giallorossa va in difficoltà si soffre: Cassetti viene prima ammonito poi graziato per un fallo su Morimoto e il gol di Marianini – deviato da Burdisso – viene annullato per fuorigioco. Un commento di un tifoso piemontese in tribuna fotografa la partita: “Non abbiamo mai attaccato così contro nessuno”.
La Roma prova a farsi vedere un paio di volte con Rosi, i 300 tifosi sistemati nella curva ospite provano a farsi sentire – e ci riescono – capendo il momento di difficoltà della squadra. Che infatti corre meno pericoli ma, al tempo stesso, fatica a crearne complice anche la pioggia che riprendere a scendere senza sosta e rende praticamente impossibile giocare. Allo scadere Roma vicinissima al vantaggio, con Taddei che dal vertice sinistro dell’area tenta un tiro a giro che sfiora l’incrocio dei pali. Si va al riposo esausti, tornano in campo gli stessi undici del primo tempo. E dal cielo non scende più acqua. Dopo 7’ ci prova Greco dal limite dell’area ma Fontana blocca senza difficoltà. Doppio cambio al quarto d’ora: per il Novara esce Morimoto ed entra Giorgi, per la Roma Bojan rileva Greco, con Pjanic che si sposta a centrocampo e Lamela che va a fare il trequartista. Lo spagnolo entra subito nel vivo con un tiro che Fontana respinge facendo disperare Heinze che, da bordocampo durante il riscaldamento, fa praticamente l’allenatore in più. Brividi al 23’ quando Meggiorini in contropiede si invola davanti a Stekelenburg che si allunga e ci mette la mano evitando il gol. Gol che arriva nella porta opposta al 27’: Pjanic serve un pallone morbido che scavalca la difesa del Novara, Bojan al volo di destro batte Fontana, segnando la sua terza rete con la maglia della Roma, la seconda consecutiva. Lo spagnolo esulta sotto al settore occupato dai tifosi romanisti, la squadra se lo abbraccia tutta tranne Gago, che va in panchina per ricevere altre indicazioni da Luis Enrique.
Due minuti e la Roma raddoppia: angolo di Pjanic, Osvaldo stacca sul primo palo e gol. Con tanto di mitraglia, ovviamente. I giallorossi ormai vanno sul velluto e ancora Bojan mette in mezzo un pallone per Osvaldo che, in tuffo di testa, manda a lato. C’è spazio poi per un altro tiro di Taddei e per l’ingresso di Perrotta al posto di applauditissimo Pjanic, stremato. Non succede più nulla fino al fischio finale, la Roma controlla agevolmente e riprende la sua corsa in campionato. Dove arriverà non è dato sapere, l’importante era ripartire. E farlo nel modo giusto. “Tutti a casa alé”.
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