(Corriere dello Sport-P.Torri) Se Claudio Ranieri, prima o dopo, doveva perdere un derby, allora la Roma può brindare. Perché la sconfitta è arrivata nell’amichevole di ieri al Flaminio contro l’Atletico Roma.
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La Roma riabbraccia Vucinic
(Corriere dello Sport-P.Torri) Se Claudio Ranieri, prima o dopo, doveva perdere un derby, allora la Roma può brindare. Perché la sconfitta è arrivata nell’amichevole di ieri al Flaminio contro l’Atletico Roma.
Al termine di novanta minuti in cui la squadra giallorossa ha giocato benino i primi trenta per poi progressivamente esaurirsi, complice gli undici cambi undici operati nell’intervallo, la giusta volontà di non rischiare niente, la voglia della terza squadra della capitale di regalarsi una prima volta che finirà in qualche gigantografia della sede sociale. « Perdere non fa mai piacere, ma al di là di questo, posso dire di essere soddisfatto, i ragazzi si sono impegnati, abbiamo fatto un buon allenamento, saremo pronti per la sfida contro il Catania » : così a fine partita Ranieri ha liquidato la questione, convinto che i problemi, soprattutto difensivi,saranno risolti da qui alla ripresa del campionato. Di fronte a poco meno di tremila tifosi (un anno fa per la stessa amichevole, ce ne erano dodicimila complice la prima volta di Luca Toni), la Roma è stata sempre costretta inseguire, subendo le prime due reti da azioni nate da un calcio piazzato conseguenza di una concentrazione che non era ottimale, recuperando prima con un gran destro a giro di Vucinic, poi, dopo due pali e un rigore che Borriello si è fatto parare, bissando con una volèe di Nicolas Burdisso ben servito dal baby Pettinari (appena tornato dal Siena), per poi definitivamente arrendersi nei minuti di recupero a un gol di ginocchio di Chiaretti ( doppietta per lui, il primo gol è stato realizzato da Doudou) nel recupero. IL RITORNO -A voler cercare qualche nota positiva nel test di ieri dei giallorossi, c'è da sottolineare il ritorno in campo di Simone Perrotta che è apparso in buone condizioni di forma, così come Menez e Vucinic e, pure, il fatto che nessuno si sia fatto male che, in partite di questo genere è sempre il primo obiettivo. Ranieri ha fatto giocare un tempo a tutti i giocatori, proponendo nei novanta minuti la bellezza di tre moduli diversi, dal vecchio quattro-due-tre-uno, al quattro- tre- uno- due a rombo, passando per il quattro tre- tre. Ma, come direbbe il tecnico, i numeri contano poco. Quello che conta sono i risultati. Da fare, subito, giovedì, contro il Catania.
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