(Gazzetta dello Sport - M.Cecchini) C'è qualcosa di misterioso, di viscerale, di magico nelle sfide fra Inter e Roma. Persino le partite che sembrano più scontate, più blande (a livello di ritmi), più indirizzate dal destino, alla fine hanno in coda una dose di veleno capace di lasciare scie di cui parlare ancora per tanto tempo.
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La Roma: «Pochi 3’ di recupero. Meritavamo la finale»
(Gazzetta dello Sport – M.Cecchini) C’è qualcosa di misterioso, di viscerale, di magico nelle sfide fra Inter e Roma. Persino le partite che sembrano più scontate, più blande (a livello di ritmi), più indirizzate dal destino, alla...
E anche stavolta l’incantesimo -o la maledizione -si ripete in un finale che vede persino Nicolas Burdisso, ex nerazzurro, litigare con i suoi connazionali Cambiasso e Zanetti, oltre che con quella parte di tribuna interista che lo fischiava. Alla fine occorrono gli ambasciatori Samuel e Milito a ricomporre la frattura. Non basta. La panchina giallorossa insorge nel momento in cui De Rossi, lanciato verso Julio Cesar, è fermato con un fallo da ultimo uomo, anche se il guardalinee stoppa tutto per fuorigioco (che c’è), proprio com’era successo pochi minuti prima per Borriello (più dubbio).
Finito? Niente affatto. L’indicazione dell’arbitro Orsato di (soli) tre minuti di recupero finisce per mandare fuori giri parte della panchina, tant’è che il direttore di gara manda fuori dal terreno di gioco il d. s. Daniele Pradè (in realtà a lui ha detto solo di spostarsi altrove), il preparatore Paolo Bertelli, il preparatore dei portieri Nanni e il vice allenatore Russo. «Non capiamo il perché, noi non abbiamo insultato proprio nessuno» . Tutti dentro la pancia di San Siro, a provare -senza fortuna -a sbollire la rabbia, mentre Montali spiega: «C’è molto rammarico. Ci sono stati stretti i tre minuti di recupero, anche perché ne abbiamo giocato uno. Forse anche l’allontanamento dei quattro faceva parte del gioco...» .
RAMMARICO Montella Per parte sua, Vincenzo Montella liofilizza la sua amarezza. «Ai tre minuti, ci pensano i nostri dirigenti. C’è un po’ di rammarico, ci abbiamo provato fino alla fine. Menez? Ha rischiato qualche giocata, si è dato da fare, ma sotto l’aspetto della qualità e della continuità da lui ci aspettiamo molto di più. Ha provato a dare tutto quello che può dare, poi possiamo discutere se sia sufficiente oppure no. I suoi atteggiamenti sono questi, ma nella sua testa lui direbbe che si è impegnato al 100%. La squadra comunque non è migliorata solo con l’uscita del francese, nel primo tempo avevamo fatto lo stesso qualcosa di buono. Ci è mancato un po’ di coraggio, di velocità nella prima parte. Caprari? Non ha neppure 18 anni ed ha qualità e coraggio, la personalità non la so ancora valutare. Spero che non si monti la testa e non gliela facciano montare» .
«Meritavamo noi» Montella ragiona con lucidità. «Nei 180 minuti delle due gare la squadra non ha demeritato, ma se fosse stata fortunata saremmo passati. Ha tenuto testa all’Inter e ha provato a passare il turno e vincere a san Siro. Forse potevamo alzare i ritmi un po’ prima, ma non ne abbiamo avuto la forza. Comunque abbiamo fatto bene e avremo bisogno di queste caratteristiche per vincere a Catania, anche se bisognerà vedere come la squadra reagirà alla eliminazione. Il tridente? Ci avevo pensato, ma Pizarro non stava bene e poi ha dato forfeit, De Rossi ha rischiato di uscire, Cassetti era tre giorni che non si allenava. Meglio Vucinic dall’inizio? Se sapessero lo sviluppo della partita, tutti gli allenatori cambierebbero qualcosa. Io ho fatto scelte ponderate, anche se resta un pizzico di amarezza: non meritavamo di uscire, ma forse il mio è un giudizio di parte» . Forse, ma è difficile fargliene una colpa.
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