(Corriere dello Sport-A.Polverosi) A Julio invertiti forse sarebbe finita in modo diverso. Il Cesar dell’Inter ha risolto la partita nel primo tempo, anche il Sergio della Roma, ma in modo opposto. Questa partita, già pazza per sua scelta, è diventata pura follìa dopo un’ora, con l’espulsione di Burdisso e il rigore trasformato da Eto’o.
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La Roma fa soffrire l’Inter
(Corriere dello Sport-A.Polverosi) A Julio invertiti forse sarebbe finita in modo diverso. Il Cesar dell’Inter ha risolto la partita nel primo tempo, anche il Sergio della Roma, ma in modo opposto. Questa partita, già pazza per sua scelta,...
Tre a uno per l’Inter. Poi 4-1 di Thiago Motta. La fine. No, l’inizio della follìa. Prodezze a ripetizione di Julio Sergio (quando era troppo tardi), gol di Vucinic, gol di Loria al debutto stagionale, 4-3, Inter impaurita, fino al 45', quando Cambiasso ha messo il timbro. Otto gol, record eguagliato in fatto di Inter- Roma, ora in 27 partite il totale è di 94 reti, media di quasi 3 gol e mezzo a gara. DIFESE APERTE -Secondo tradizione consolidata, Inter-Roma si è subito aperta ai gol e alle occasioni. Forse era perchè le due squadre si conoscono ormai come le loro tasche (era la ventisettesima sfida ufficiale dal 2004 a oggi) ma non hanno perso tempo a studiarsi. Sapevano dove colpire. L’Inter c’è riuscita dopo appena 3’. Sneijder ha rovesciato il gioco sulla destra, dove attaccava (come di consuetudine) Maicon e dove la Roma avrebbe dovuto, in via ipotetica, coprire con Simplicio, che invece era risucchiato al centro da Kharja: Maicon ha controllato e aspettato che Sneijder tagliasse verso il centro e gli ha messo la palla giusta, l’olandese ha sfruttato il ritardo di De Rossi e il suo micidiale sinistro. La palla si è infilata nel sette mentre Julio Sergio si inchinava davanti a tanta maestria. Ma la Roma aveva voglia di giocare e di attaccare. Dopo 13' ha pareggiato: Thiago Motta, che giocava ancora una volta davanti alla difesa per occuparsi di Menez, hasbagliato l’anticipo sul lancio di De Rossi, Vucinic è partito sulla via centrale, ha sganciato la palla a destra per Cassetti che, liberissimo, l’ha messa sul secondo palo dove Simplicio è arrivato senza il controllo di Kharja e ha colpito alle spalle Maicon, che era in vantaggio sul pallone ma se l’è fatto sfilare. Quando attacca, Maicon è più forte di qualunque ala destra, quando difende vale quanto un normale terzino destro di serie A. JULIO CESAR, UN GATTO -Inter e Roma avevano lo stesso atteggiamento di scarsa protezione delle due difese e la Roma, nel palleggio e nel gioco a palla a terra, faceva prevalere la sua qualità. Si faceva guardare e piaceva di più. Appena la Roma alzava il ritmo, l’Inter andava in difficoltà. Il lavoro di Vucinic, fra la linea di centrocampo e quella d’attacco, con la vivace collaborazione di Menez, creava più di un problema alla difesa della squadra campione d’Italia che al 15' ha ritrovato lo stesso fantastico Julio Cesar dei tempi migliori, con un capolavoro in tre atti. Primo tiro di Menez: respinta; ribattuta di testa di Borriello: balzo felino di Julio; ancora conclusione di Menez: palla respinta di piede dal portiere brasiliano. Dopo mezz’ora, le squadre erano già lunghe e lo spettacolo, in senso tecnico, ne godeva assai. Julio Cesar ha fatto ancora il fenomeno in uscita su Simplicio e sulla ripartenza dell’Inter il suo connazionale e quasi omonimo Julio Sergio ha fatto invece la frittata: Eto’o ha puntato Riise, gli ha rubato il tempo, ha cercato e trovato la porta con un tiro centrale che il portiere romanista si è fatto passare sotto il braccio. SPAZI E GIOCO -C’erano così tante amnesie, tante disattenzioni, tante sfasature a livello tattico, che gli spazi si aprivano rapidi davanti al talento di Eto’o e Sneijder, diMenez e Vucinic. I due terzetti di centrocampo avevano un ritmo blando, ma quando il gioco superava il loro settore diventava sempre piacevole. Nel secondo tempo la Roma ha ripreso ad attaccare, ma al primo affondo l’Inter ha lasciato il segno sulla partita. Lancio stupendo di Sneijder per Pazzini che aveva sonnecchiato per un’ora abbondante: l’ex doriano è scattato in posizione regolare, era stato Burdisso a tenerlo in gioco, lo stesso difensore che, per recuperare l’errore, ne ha commesso uno doppio e doppiamente grave: ha rincorso Pazzini e l’ha steso in area. Rigore ed espulsione. Botta di Eto’o, 3-1. Sembrava la fine di tutto. Era invece l’inizio di una storiapazzesca. ORGOGLIO ROMA -Ranieri ha tremato pensando alla disfatta, ha tolto Menez e messo Loria per riassestare la difesa. Julio Sergio (quando ormai sembrava inutile) ha evitato un gol a Pazzini e due a Milito che gli aveva preso il posto, poi Thiago Motta ha segnato di testa, a due passi dalla porta, senza alcun controllo, su assist sempre di testa di Eto’o. L’Inter ha pensato non solo di aver vinto, ma anche stravinto. Si è appisolata e la Roma l’ha colpita col suo orgoglio. Vucinic ha segnato deviando una punizione di De Rossi e dopo 6’ anche Loria, alla sua prima partita della stagione, ha messo la firma su questa sfida incredibile, ricacciando in rete la palla che un colpo di testa di Juan aveva fatto sbattere sul palo, dopo un calcio d’angolo che non c’era. Ma l’orgoglio non è bastato alla Roma. Insieme, ci voleva anche un miracolo. Ha debuttato anche il giapponese Nagatomo e l’Inter ha davvero chiuso il conto al 45', in contropiede ovviamente, con la rete di Cambiasso su assist di Zanetti. La paura a Leonardo è passata solo in quel momento.
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