(La Gazzetta dello Sport - A.Catapano) Per dirla con Guccini, un ricordo durissimo e lucente come un diamante: tre anni e tre mesi fa, sotto il cielo di Kiev, dopo una spruzzata di neve, spalancò la porta degli ottavi con due gol alla Dinamo, ieri governo oggi opposizione del calcio ucraino.
rassegna stampa roma
La Roma fa «scaldare» Vucinic
(La Gazzetta dello Sport – A.Catapano) Per dirla con Guccini, un ricordo durissimo e lucente come un diamante: tre anni e tre mesi fa, sotto il cielo di Kiev, dopo una spruzzata di neve, spalancò la porta degli ottavi con due gol alla...
Mirko Vucinic fu accecante, come un diamante appunto. Una serata indimenticabile: la sua prima doppietta europea, un anno dopo avrebbe bissato con il Chelsea, poi più nulla nella coppa regina ed (ex) amica. Sporting Lisbona, Manchester United, Bordeaux, Real Madrid le altre squadre colpite e affondate. Una volta si volevano bene, lui e la Champions. Caldo/freddo Vucinic ci tiene ancora parecchio, proverà a riconquistarla domani. Con un gol almeno, sarebbe il 100 ° ufficiale da quando gioca in Italia. In palio, stavolta, i quarti. A Donetsk, sud-est dell’Ucraina, vecchio nome Stalino, ma in omaggio all’acciaio (stal). Miniere e pallone, di recente solo pallone. Lo Shakhtar è maggioranza del paese: solida, ricca, vincente. In casa, va avanti a colpi di fiducia, l’ultima battuta d’arresto dodici partite fa. La Roma ci sbattè già nel 2006, ma si rivelò una sconfitta indolore. Domani ci vuole un’impresa mai riuscita. Lo Shakhtar si sente forte dell'andata ma schiererà lo stesso l’esercito. «Avremo uno stadio pienissimo e caldissimo — avverte Mircea Lucescu —: per la prima volta giochiamo la Champions in primavera» . Si fa per dire, previste temperature siberiane. Il tecnico romeno fa il gradasso. «Stavolta la Roma sarà costretta a prenderci in considerazione... Mi aspetto una grande reazione, con il nuovo allenatore. Non mi considero già qualificato, anzi: dirò ai miei di giocare come se all’andata fosse finita 0-0» .
Questione di feeling Vucinic tre settimane fa fece qualche numero, ma il coniglio gli rimase nel cilindro. Era un’altra Roma, era un altro Vucinic. C’era un altro allenatore. Lui con Ranieri non si prendeva più, ma non è stato tra quelli che lo hanno sfiduciato. Però è vero che Montella se lo coccola, lo ha rigenerato, con lui finora è sempre partito titolare. Non ha ancora cambiato idea sul futuro, continua a pensare che a giugno sia il caso di partire, trovare nuovi stimoli, palcoscenici più prestigiosi, platee più competenti. Però sa che Thomas DiBenedetto lo porta in palmo di mano, pure per certe congiunzioni astrali: venne a vedere per la prima volta la Roma contro l’Inter e segnò Vucinic. L’ha rivista da casa venerdì, impegnata a Lecce, e il montenegrino ne ha fatto un altro dei suoi, wonderful. Di-Benedetto lo ritiene indispensabile, al centro del progetto. Se fosse costretto a rinunciare ad uno dei talenti romanisti, piuttosto lascerebbe partire Menez. La trattativa con gli americani è in dirittura d’arrivo, i contratti già firmati e spediti a UniCredit, è questione di pochi giorni ormai. Domani, tutti collegati con Donetsk. DiBenedetto si aspetta l’impresa. Con un gol di Vucinic, of course.
© RIPRODUZIONE RISERVATA