(Il Messaggero - U.Trani) Cambiando la competizione, la Roma sbaglia ancora la partenza, desolante più che falsa, anche per gli avversari fin qui incrociati.
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La Roma fa cilecca
(Il Messaggero – U.Trani) Cambiando la competizione, la Roma sbaglia ancora la partenza, desolante più che falsa, anche per gli avversari fin qui incrociati.
Si ripete, dunque, e fa di nuovo cilecca al primo colpo e sempre davanti al suo pubblico che continua a seguirla perché la passione e la partecipazione non finiranno mai. Come in Europa League, subito eliminati dallo Slovan Bratislava, i giallorossi perdono al debutto pure in campionato e, senza aver mai vinto nelle tre gare ufficiali, dimostrano di non essere pronti per recitare da protagonisti. Sono in ritardo proprio perché la rivoluzione tecnico-tattica, voluta dalla nuova società, ha bisogno di tempo, cosa messa in preventivo. Così il Cagliari, con semplicità, dopo 43 anni riscopre il gusto di festeggiare all’Olimpico. Il 2 a 1 è risultato che non fa una piega. Più per il film girato dalla Roma che lascia poche tracce dell’idea di calcio di Luis Enrique. Macchinosa e prevedibile, lenta e impotente, addirittura confusa. Dopo due mesi di lavoro, vengono a galla difetti che nessuno avrebbe voluto vedere. L’unico alibi è proprio il nuovo corso. Che non si può, però, semplificare nell’incarico affidato al giovane allenatore asturiano. Nella formazione di partenza ben sei degli undici acquisti: Stekelenburg, Heinze, Josè Angel, Pjanic, Bojan e Osvaldo. E, durante la gara, anche altri due rinforzi, Gago e Borini. Qui non c’è da valutare i singoli. Sarebbe sbagliato dare già giudizi definitivi. Ma con tanti innesti, alcuni con pochissime ore di lavoro a Trigoria, non è possibile per il momento vedere la Roma comportarsi da squadra. Giustificazioni ce ne sono anche troppe. Inutili, in questo senso, sembrano per ora le critiche. Serve a poco contestare le scelte di Luis Enrique: ancora non può conoscere bene potenzialità e caratteristiche di un organico abbastanza completo. Scontato che sia in difficoltà, ma la ricchezza della rosa dovrebbe in futuro farlo sentire a suo agio.
Si discutono le mosse iniziali, con Cassetti finito in panchina e Kjaer nemmeno convocato. Poi si apprezzano quelle in corsa, perché Borriello e Borini, gli attaccanti partiti dalla panchina, hanno fatto meglio dei due titolari Bojan e Osvaldo, tra l’altro voluti fortissimamente proprio da Lucho. Giusti i due cambi, anche se probabilmente andavano fatti prima. Quando c’è un’inversione di rotta del genere, anche la fortuna ha la sua parte. Il migliore, Josè Angel, in un minuto rovina tutto: il rinvio di testa in area giallorossa addosso a Daniele Conti che, dopo lo stop di corpo-braccio, gira in rete di destro al minuto 23 della ripresa per il vantaggio; lo sgambetto intenzionale e inutile a Biondini, nell’altra area, per il rosso diretto e anche esagerato. La Roma perde lì il più bravo e anche il match. Giocato bene solo nei primi venti minuti della ripresa, proprio fino al gol, il quinto in carriera ai giallorossi, del figlio di Bruno. Perché nel primo tempo non c’è ritmo nel 4-3-3 di Luis Enrique. Fiacco Rosi a destra, la catena con Perrotta non funziona. Bojan sta da quel lato, ma è come se non ci fosse. C’è, invece, il Cagliari, presentatosi all’Olimpico senza grandi novità dopo l’estate e con Donadoni esonerato prima ancora di cominciare. Ficcadenti, il sostituto dell’ex cittì azzurro, diventa nel caldo pomeriggio romano la scelta giusta del presidente Cellino: il suo 4-3-3, con Cossu esterno alto a sinistra, va ad aggredire chi tra i giallorossi deve iniziare l’azione, a cominciare da De Rossi che soffre e anche tanto. La Roma fatica a concludere, evidente passo indietro rispetto alle due gare con lo Slovan. Un tiro da fuori di Josè Angel, uno forte e centrale di Pjanic che comincia bene e scompare troppo presto. Osvaldo perde palloni e sbaglia ogni dribbling. Si vede sul finire del tempo: destro dal limite per la deviazione di Agazzi. Stekelenburg subito dopo mette con i pugni in angolo una conclusione di Thiago Ribeiro e a seguire rischia di essere sorpreso dal lob di Biondini che si stampa sulla traversa.
La ripresa, almeno inizialmente, regala ottimismo ai quarantatremila dell’Olimpico. Totti, fisicamente e psicologicamente al top, cerca di risvegliare qualche compagno, ma ci vuole Borriello, dentro al dodicesimo per Bojan, per il primo vero tiro della gara: cross del capitano e sinistro al volo per la paratona di Agazzi in angolo. La Roma finisce, però, lì: Josè Angel regala l’1 a 0 a Conti e si fa cacciare. Osvaldo calcia addosso a Astori dopo torre di Borriello su pennellata di Totti. Luis Enrique toglie Rosi e fa debuttare Gago: difesa a tre, da destra Perrotta, Burdisso e Heinze. Totti ci prova su punizione: ancora Agazzi. Entra Borini per Osvaldo e segna dopo pochi secondi: rete annullata, sulla punizione di Totti è in fuorigioco Heinze che di testa serve l’assist all’altro esordiente della giornata. Borriello, di sinistro e in solitudine, non aggancia sul più bello, Gago lancia Borini che, defilato, calcia piano addosso al solito Agazzi. Meglio il debutto del marocchino El Kabir: su apertura di Nainggolan, diagonale destro per il 2 a 0 nel quarto minuto di recupero. Il tuffo di Stekelenburg non convince. Prima di andare sotto la doccia, tap in vincente di De Rossi, su punizione di Totti non trattenuta da Agazzi. Ma nessuno esulta.
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