(Corriere dello Sport) «La Roma prenderà un portiere». Walter Sabatini l’ha annunciato solennemente e l’ha dimostrato anche nei fatti: nelle prossime ore volerà ad Amsterdam per trattare Maarten Stekelenburg con l’Ajax. Ma quanto costerà Stekelenburg?
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La Roma deve fare spazio
(Corriere dello Sport) «La Roma prenderà un portiere». Walter Sabatini l’ha annunciato solennemente e l’ha dimostrato anche nei fatti: nelle prossime ore volerà ad Amsterdam per trattare Maarten Stekelenburg con l’Ajax. Ma quanto...
Otto milioni? Ecco, è quello che, euro più euro meno, la Roma deve riconoscere ai quattro portieri che ha adesso a libro paga (senza contare il giovane rumeno Pena, il cui stipendio è in questo contesto quasi irrilevante). Il tutto, premi esclusi. Facciamo due conti: Doni costa 5 milioni; Julio Sergio 1,3; Lobont 900.000 euro; Curci, appena rientrato dopo tre stagioni in comproprietà tra Siena e Sampdoria, più o meno la stessa cifra. Il totale, a spanne, fa appunto 8 milioni. Non serve essere fenomeni dell’aritmetica per capire che il problema principale della Roma sia Doni, uno dei portieri più pagati del mondo. Gli fu rinnovato il contratto nel periodo migliore della carriera, quando contendeva a Julio Cesar il posto nella nazionale brasiliana e le offerte abbondavano. Adesso gli spasimanti sono (quasi) svaniti ma il suo stipendio resiste. E condiziona ancora le strategie di mercato della Roma, perché nemmeno Thomas DiBenedetto e i suoi soci possono permettersi di mandare in tribuna un signore che guadagna 2,5 milioni netti all’anno.
DONIPer partire vuole una buonuscita: c’è rischio di battaglie legali
E’ la situazione più difficile, perché inquinata da molti soldi e non solo: c’è un rapporto tra giocatore e società, e tra giocatore e tifosi, ormai quasi impossibile da recuperare. Doni guadagna 2,5 milioni a stagione e ha rifiutato il Liverpool perché non ha accettato il taglio di stipendio ( «Volevano ridurlo del 65%, inaccettabile» ha spiegato dal Brasile). In sostanza, non vuole rinunciare a un euro del contratto, in scadenza nel 2012, che la Roma gli ha fatto firmare tre anni fa. E «l’orgoglio» , citato da Sabatini, per Doni non ha valore. Contano solo i contratti. Ma c’è un’ulteriore complicazione: il giocatore sostiene che esista una carta privata con la vecchia società per un prolungamento fino al 2013. Non sono escluse battaglie legali. Una soluzione potrebbe essere la risoluzione consensuale del contratto. Ma Doni pretende una buonuscita. E la Roma non ci sta, è convinta che già regalare il cartellino sia un gesto distensivo. Si aspetta un’illuminazione che sblocchi l’impasse. Però è dura.
JULIO SERGIO Non vuole tornare in panchina. Ipotesi: Genoa, Siena o estero
Due anni fa, di questi tempi, Julio Sergio Bertagnoli era il terzo portiere della Roma, con zero minuti in serie A. Adesso, forte di una stagione e mezzo da titolare e di uno scudetto sfiorato nella primavera del 2010, Julio Sergio si è stancato di guardare gli altri giocare e non accetta nemmeno il ruolo di secondo. I nuovi dirigenti di più non possono offrirgli, visto che Luis Enrique ha chiesto un portiere tra i rinforzi essenziali. E allora il procuratore Alessandro Lucci sta cercando un’altra squadra per accontentare la volontà del suo cliente. Si è parlato del Genoa e del Siena ma ci sono possibilità anche all’estero. La Roma spera di sistemarlo già in estate per liberarsi di un contratto che scade tra tre stagioni (!) e che quest’anno le costerebbe 1,3 milioni lordi più i premi. Non è uno stipendio esagerato ma quanti club di medio livello sarebbero disposti a pagarlo a un portiere che a novembre compirà 33 anni? Qualche settimana e sapremo.
LOBONT Ha esperienza e ingaggio basso: può essere il dodicesimo ideale
Dei quattro portieri della Roma è il più sicuro di restare, perché non ha un salario che mette in discussione i parametri del fair play finanziario - circa 500.000 euro netti a stagione fino al 2013 - e perché non rompe le scatole se va in panchina. Insomma: Bogdan Lobont è un secondo ideale per costi, esperienza e disponibilità. Ha un passato glorioso nella nazionale rumena e anche nella Roma, nelle 13 partite giocate nelle ultime due stagioni, ha avuto un rendimento medio dignitoso. Però, dipenderà dagli sviluppi del mercato e dalle preferenze. Non solo di Luis Enrique, ma anche di Stekelenburg che ha già lavorato con lui all’Ajax. Nelle ultime ore a Lobont ha pensato la Sampdoria, che vuole andare sul sicuro nell’anno della ricostruzione in serie B. Ma la Roma non ha ricevuto offerte. E non ne fa un dramma. Non è Lobont il problema principale di Sabatini, che deve prima vendere Doni, Julio Sergio e Cicinho, tre brasiliani ormai indesiderati.
CURCI Vuole dimenticare la Sampdoria: può essere utile per le liste Uefa
Due anni in comproprietà con la serie B hanno fatto scivolare la sua valutazione a 1.000 euro. La metà è quello che ha pagato la Roma pochi giorni fa per riscattarlo alle buste dalla Sampdoria, sconvolta dalla retrocessione. Per Gianluca Curci, ex portiere titolare dell’Under 21 davanti al coetaneo Viviano, è stata la seconda delusione consecutiva dopo quella arrivata l’anno scorso con il Siena. E nel calcio certe etichette, incollate con il mastice dei risultati, sono scomode da eliminare, anche se il fallimento di una squadra (anzi due) non può essere imputato solo al portiere. Fatto sta che ora Curci vive un momento molto delicato. Non ha ancora parlato ai nuovi dirigenti, mentre Sabatini spiega che «potrebbe tornare utile per le liste Uefa» perché per iscriversi alle coppe europee servono i giovani cresciuti nel vivaio. Chissà che Curci non si realizzi proprio a Roma, la sua città, magari come secondo portiere: in fondo a 25 anni ha giocato 132 partite in serie A. Il doppio del coetaneo Viviano.
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