rassegna stampa roma

La Roma aspetta la caparra dello Zio Tom

(IlGiornale.it) – Una firma che potrebbe arrivare tra almeno 20 giorni (verrà apposta a Boston, secondo le ultime informazioni, dunque lontano da occhi discreti). Una trattativa finita ai tempi supplementari, nonostante fra le parti ci sia...

Redazione

(IlGiornale.it) - Una firma che potrebbe arrivare tra almeno 20 giorni (verrà apposta a Boston, secondo le ultime informazioni, dunque lontano da occhi discreti). Una trattativa finita ai tempi supplementari, nonostante fra le parti ci sia un accordo di massima sulla struttura dell’operazione.

Uno scetticismo sempre più crescente tra i tifosi romanisti, scottati dai recenti casi Soros e Fioranelli, e tra molti addetti ai lavori, che hanno scarse informazioni su Mr. Tom. Infine, la grana di un rischio iscrizione della Roma alle prossime coppe europee.L’allarme lo lancia il Guardian, che evidenzia come DiBenedetto, a un passo dal club giallorosso, mantenga una partecipazione (minima, ma non si conosce la reale entità) della Fenway Sports Group, società che controlla dal 6 ottobre scorso il 100 per cento del Liverpool. Le norme Uefa impediscono di controllare direttamente o meno più di un club iscritto a una competizione europea. In questo caso, con il Liverpool vicino alla qualificazione all’Europa League, sarebbe la Roma, più indietro nel ranking, a dover rinunciare alle coppe. Un rischio simile fu ventilato per Abramovich, che dopo aver acquistato il Chelsea, sponsorizzò il Cska Mosca, dovendo però rinunciare ad acquisire quote del club russo.«Nessun conflitto di interessi»,replicano fonti vicine ai legali dell’imprenditore di Boston. Anche se il quotidiano britannico pone altri quesiti sulle partecipazioni azionarie del tycoon all’interno di questa società. Che, come precisa il Guardian, avrebbe cambiato nome da pochi giorni (era nata nel 2001 come New England Sports Ventures). E come NESV sarebbe ancora iscritta nel registro delle imprese del Massachusetts così come in quello dello stato del Delaware (paradiso fiscale dove è nata l’As Roma DiBenedetto Llc, cordata composta dagli «sconosciuti» partner D’Amore, Pallotta e Ruane).

«Perché c’è tanta segretezza intorno alle quote azionarie di un club?», si chiede il Guardian. E in molti, in ambienti finanziari, hanno perplessità sul consegnare i destini di una squadra come la Roma nelle mani di un imprenditore che risulta poco noto anche a casa sua - negli Usa viene definito un milionario e non miliardario - e la cui società (è ad della Boston International Group) offshore nel Delaware ha un capitale di appena 1000 dollari. Anche il cugino Larry, contattato dal Sole 24 Ore, non ha fornito chiarimenti sul personaggio.E mentre il titolo in Borsa crolla (-7%), le perplessità crescono anche a Roma. I tifosi romanisti sono arrabbiati e già si respira aria di contestazione prima di Roma-Juve, mentre quelli laziali si divertono a ironizzare sui blog («dov’è la caparra dello zio Tom?», uno dei messaggi più divertenti). Tutto ruota intorno alla New company che dovrebbe nascere per completare l’affare. E che preveda, come vuole Unicredit, un impegno concreto del tycoon di Boston che vada oltre l’acquisto del 60% (già pattuito il prezzo di 77 milioni per maggioranza del club, marchio e Trigoria) con tanto di garanzie finanziarie sugli investimenti futuri, magari accompagnate da una fideiussione di un importante istituto internazionale.Intanto DiBenedetto ha fatto il turista nel centro di Roma, «seguito» da decine di motorini di cronisti e fotografi. «Sembriamo un mostro con la coda»,la battuta di Mr. Tom tra l’incontro informale a Santa Maria Maggiore con il cardinale Law, arcivescovo emerito di Boston, quello ufficiale con l’ambasciatore Usa in Italia Thorne e un vertice con i suoi legali romani. Andrà via domani, portandosi dietro l’alone di mistero. Che solo l’agognata firma potrà disvelare.