(Corriere della Sera-L.Valdiserri) Il tempo è scaduto. Nemmeno le telenovele brasiliane duravano tanto e ormai non si diverte più nessuno. Non certo Walter Sabatini, che giustamente pretende di poter fare il suo lavoro di direttore sportivo.
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La Roma alla resa dei conti
(Corriere della Sera-L.Valdiserri) Il tempo è scaduto. Nemmeno le telenovele brasiliane duravano tanto e ormai non si diverte più nessuno. Non certo Walter Sabatini, che giustamente pretende di poter fare il suo lavoro di direttore sportivo.
Non i tifosi della Roma, che si sentono presi in giro e che vorrebbero al più presto fatti e non solo parole. Non i compratori americani, che hanno capito che il closing slitterà ancora di qualche giorno ma che sanno benissimo che la temperatura della piazza romana è sempre più calda. Così i legali che seguono i loro interessi (lo studio Tonucci) incontreranno oggi quelli di Unicredit (l’avvocato Cappelli) per definire la strategia di gestione in questo ulteriore periodo di transizione. Dalla riunione dovrà uscire ad ogni costo una soluzione che consenta di risolvere le questioni in sospeso (leggi: la scelta dell’allenatore e i primi colpi di mercato). In sintesi, il Consiglio di amministrazione della Roma, non quello di «Roma 2000» , dovrà concedere ad un suo membro interno o a un esterno rintracciabile tra i rappresentanti di DiBenedetto la deroga di firma. Il gruppo americano pretende di prendere in mano la situazione. Nel tempo più breve possibile -tra domani e giovedì -dovrà essere firmato il contratto di Sabatini come direttore sportivo. A ruota devono arrivare il nuovo allenatore (Luis Enrique è sempre più favorito, trascinato anche dall’onda lunga del favoloso calcio che il Barcellona ha mostrato nella finale di Champions League) e almeno un paio di acquisti (Ricky Alvarez del Velez Sarsfield e un portiere, piace l’idea di acquistare dal Bologna la metà di Viviano). Proprio Luis Enrique ieri sera da Barcellona ha confermato di essere «in contatto con la società giallorossa, una delle più importanti al mondo. Si tratta di una possibilità attraente ma so che la Roma sta vagliando altre opzioni e anch’io ho altri discorsi in piedi» . L’importante è muoversi, dare un segnale, accendere un motore che altrimenti rischia di ingolfarsi. Su Lamela, per esempio, si stanno dando da fare pesantemente anche altre società e, anche se Sabatini ha sempre un canale preferenziale per arrivare all’argentino, è meglio non mettere alla prova la saldezza di certe parole d’onore. Sabatini vuole sbarcare a Trigoria, convocare i giocatori che devono far parte del progetto futuro (De Rossi e Vucinic in primis) per capire le loro intenzioni, discutere con quelli che a certe condizioni possono restare e ad altre è meglio che cerchino sistemazione altrove (Riise, Pizarro), convincere quelli che non servono più ad andarsene (i tre portieri, ad esempio). Franco Baldini si è dovuto impegnare in prima persona, a Londra, per trovare un equilibrio tra i nuovi arrivi nella dirigenza e le posizioni di chi ha ancora contratti in essere (Montali, Pradè). La Roma doveva essere molto più avanti nel suo lavoro di costruzione per il prossimo campionato. Si è perduto molto tempo e alcune situazioni sono state colpevolmente lasciate in stand by. Sabatini ha dato praticamente un ultimatum, ma è assurdo che sia dovuto arrivare a tanto quando, ormai da settimane, si sa che è stato scelto per fare il mercato
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