(Corriere dello Sport - L.Cascioli) Roma, anno zero. Si riparte con una nuova, nuovissima società. Addirittura inedita per le nostre scene calcistiche.
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La rifondazione della Roma guardi anche alla tradizione
(Corriere dello Sport – L.Cascioli) Roma, anno zero. Si riparte con una nuova, nuovissima società. Addirittura inedita per le nostre scene calcistiche.
Si riparte con un nuovo progetto di gioco che deve essere disegnato da un nuovo architetto. Si riparte con altri giocatori, il cui profilo deve essere tracciato dall'allenatore. Ma per ora tutto è avvolto dalla nebbia e l'impressione è quella di una navigazione strumentale. Tutti sembrano voler solo guadagnare tempo in attesa di chi assumerà il comando. E così un giorno viene congelato Pioli, un altro vien tenuto caldo Bielsa, mentre Deschamps sta a bagnomaria con Emery e chissà quanti altri. E siccome questi tecnici interpretano progetti di gioco diversi, bisogna convenire che la nuova Roma è ancora solo un'ipotesi. Quando conosceremo il nome e il profilo del nuovo tecnico, potremo finalmente partire per la nuova avventura. Intanto, va di moda il gioco della torre, e se ne stanno gettando nel fossato un po' troppi. Quando si parla di ' nuova Roma' si accenna ad una Roma da ricostruire nello spirito e nel gioco, ma è chiaro che alcuni elementi dell'attuale rosa saranno chiamati a farne parte.
Quali? Sul nome di Totti concordano tutti, ma dopo di lui già si comincia a discutere. Totti è l'unico punto fermo, per la classe innata; per le motivazioni che sa darsi, inseguendo sempre nuovi record; per il carisma che possiede sui compagni e sull'ambiente; per la passione che lo infiamma. I fischi che però hanno accolto la squadra domenica e che hanno sottolineato l'uscita di Vucinic, stanno a significare che per i tifosi della Roma è finito il tempo dei buoni sentimenti ed è cominciata quello dei forti risentimenti. Si salvano solo quei giocatori che hanno dato tutto, e che promettevano poco. Vi dico subito che non sono d'accordo con i fischi a Vucinic, giocatore dal carattere abulico, ma dallo stile geniale. Vucinic non è sterile come Menez. Alcuni suoi gol, compreso quello di domenica, appartengono al repertorio dei grandi attaccanti. Gli umori che i tifosi hanno messo in mostra in questa fase declinante della stagione ( e della Roma) ci sono parsi vendicativi. Hanno voluto dare retta al fegato più che al cervello. Ma i giocatori della Roma non sono tutti da buttare, anche se quest'anno ce lo hanno fatto pensare spesso. Quando una squadra fallisce, le responsabilità sono di tutti. Non esistono capri espiatori. E quando si usano parole astratte come 'gente', 'pubblico', 'ambiente', bisogna saper riconoscere che queste parole includono anche i tifosi che protestano ( e che sino a ieri hanno accettato tutto), anche noi giornalisti. Intanto Montella, che merita invece l'applauso, ha lanciato alcuni messaggi prima di andarsene. Ha dato a Totti quello che era di Totti. Ha impartito a Menez una lezione severa, facendogli capire che il talento non basta, se non viene sostenuto da una visione collettiva del gioco. Menez è un talento autentico e rinunziare a lui non sarà indolore. Ma la Roma non ha tempo da perdere coi bambini viziati. Potrebbe solo essere ceduto in prestito, sperando che gli serva da lezione. Montella ha invece concesso spazio ad alcuni giovani promettenti, dando seguito alla vocazione della Roma, che ha sempre fatto del vivaio uno dei suoi punti di forza. Innovare nella tradizione, questo è quello che si chiede ai nuovi dirigenti. Potrebbe essere la formula vincente per la nuova Roma e per il nuovo calcio italiano.
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