(Il Romanista - C.Zucchelli) - Senza commenti. Solo le parole che Francesco Totti, mercoledì sera, ha detto sul palco del Maxxi davanti a tutta la Roma: «Nessun discorso, sono vent’anni che li faccio... Anche perché io sono abituato ai fatti e non alle parole».
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La promessa del Capitano: «Adesso fatti, non parole»
(Il Romanista – C.Zucchelli) – Senza commenti. Solo le parole che Francesco Totti, mercoledì sera, ha detto sul palco del Maxxi davanti a tutta la Roma: «Nessun discorso, sono vent’anni che li faccio… Anche perché io sono...
Punto e a capo. Cominciamo da qui. Cominciamo dalle parole "private" che il Capitano ha detto ai dirigenti, ai compagni di squadra, agli sponsor e a tutte le persone che due sere fa erano presenti alla festa di Natale organizzata dalla Roma. Totti ha parlato proprio mentre tutto il mondo - romanista e non - faceva i conti con lo sfogo di qualche minuto prima a Sky, quando aveva detto: «Lasciare la Roma? Ci ho pensato in passato e ci penso ancora se le cose continuano così. Se il problema sono io sono pronto a farmi da parte». Uscendo dal museo Totti ha poi corretto il tiro, ma il senso di quello che ha detto resta - e resterà - ancora a lungo. Fuori dal Maxxi tutti si interrogavano sul suo discorso, dentro invece tutti ascoltavano una frase tanto semplice - ma non banale - quanto importante. [...]
Gol. Responsabilità. Anche quando sbaglia, come lunedì sera: «Se avessi segnato il rigore - la sua ammissione - con la Juve avremmo vinto». Punto e a capo anche qui. Il discorso di Totti, che ha pure scherzato con De Rossi sul fatto che parlasse più lingue (soprattutto inglese e spagnolo...) e con Luis Enrique in merito a un suo impiego domani a Napoli (a precisa domanda, il tecnico ha passato a Francesco il microfono), è stato accolto da un oooohh di attesa mentre lui saliva sul palco. Non è successo con nessun altro. Ma in fondo non è una notizia. Così come non è una notizia il fatto (e non parole...) che Totti domani a Napoli cerchi il primo gol della stagione. Proprio al San Paolo, in quello stadio dove, quasi quattro anni fa, celebrò le 500 partite in giallorosso. [...] A rileggere oggi le parole dette quel giorno, a così poca distanza dall’impresa che la Roma di Spalletti fece al Bernabeu contro il Real, verrebbe voglia di adattarle al periodo che la Roma sta vivendo adesso.
Sembrano, anzi sono, attuali: «Voglio ribadire ancora una volta che io voglio che arrivino i grandi campioni, più ne arrivano e meglio è per me, per la società e per i tifosi. Io ho voglia di vincere, non sono io che non faccio venire a Roma i giocatori. Ci tengo che questa cosa sia scritta e ripetuta, l’ho sempre detto. Ora non ci sono più alibi e nessuno potrà dire che sono io che non voglio i giocatori». E ancora: «Cosa significa essere una bandiera della Roma? E’ una scommessa che ho voluto fare, sono riuscito a vincerla e spero di fare ancora meglio. E’ un sogno che ho realizzato e non voglio svegliarmi». La speranza è che lui non si svegli e neanche che qualcuno provi a farlo. Perché questa Roma - anche questa Roma qua, che sta cambiando tutto, che punta giustamente sui giovani e su un progetto di gioco innovativo - ha ancora bisogno del suo Capitano.
Quando c’è lui in campo, la squadra gira di più. E anche in questo caso sono fatti, non parole. Corsi e ricorsi storici. Come quando, due anni fa, Totti affrontò in casa il Napoli dopo che, tre settimane prima, i tifosi della Roma gli avevano tirato indietro la maglia. Si giocava Roma-Fiorentina. La Sud, nei giorni successivi, aveva fatto informalmente sapere a chi di dovere che quel gesto non era assolutamente "personalizzato", avrebbero dovuto essere ritirate anche le maglie degli altri giocatori. Totti prese atto. E andò avanti. Mise tutto alle spalle, lo strappo fu ricucito, la Roma e il Capitano di nuovo insieme. Fatti, ancora. Impossibile elencare tutti quelli di questi anni. Impossibile prevedere quelli che farà in futuro, se gliene verrà data la possibilità. Succederà. Intanto, mentre tutto il mondo continua a parlarne, Totti continua nella sua normalità. Ieri sera cena in famiglia per festeggiare il compleanno di mamma Fiorella (che non poteva non nascere a dicembre, il mese Santo...), oggi Trigoria, domani Napoli. Il calcio: la sua vita. Che va e andrà ancora di pari passo con quella della Roma. Come succede da vent’anni. [...]
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