(Il Romanista - F.Bovaio) - Domani sera, per la prima volta da quando allena, Eusebio Di Francesco si presenterà all’Olimpico per affrontare la “sua” Roma. La squadra con la quale ha raggiunto l’apice della sua carriera di calciatore, al punto di essere convocato anche per sedici volte in nazionale
rassegna stampa roma
La prima volta di Di Francesco, campione 2001
(Il Romanista – F.Bovaio) – Domani sera, per la prima volta da quando allena, Eusebio Di Francesco si presenterà all’Olimpico per affrontare la “sua” Roma. La squadra con la quale ha raggiunto l’apice della sua carriera di...
con la quale dal 1997 al 2000 collezionò una dozzina di partite e un gol, segnato nella gara celebrativa dei cento anni della Federcalcio contro gli All Star. Ovviamente all’Olimpico, il “suo” stadio. Era il 16 dicembre del 1998 e Di Francesco stava vivendo il suo miglior periodo in giallorosso anche grazie a Zeman, che nel suo 4-3-3 lo impiegava in pianta stabile nel ruolo di intermedio di centrocampo accanto al regista Di Biagio e all’altro intermedio Tommasi. Insieme, in giallorosso, sembravano davvero due gemelli diversi: entrambi portati alla corsa e all’interdizione, ma con il senso del gol più spiccato in Di Francesco che nell’altro, più portato alla politica di lui, che invece, già quando giocava, masticava tattica e pensava di fare l’allenatore. «Grazie a loro ho conquistato la nazionale anche io», dice sempre Di Biagio quando gli si chiede di ricordarli e ha ragione, perché con quei due mastini accanto anche lui riusciva ad effettuare meglio le sue giocate. Ma nell’universo Roma Di Francesco non è stato solo un ottimo giocatore, non solo un campione d’Italia nel 2001, ma anche un eccezionale promoter di eventi a scopo benefico, a testimonianza di un senso della solidarietà che ancora oggi ha dimostrato di avere andando a donare il sangue nell’ambito dell’iniziativa promossa in tal senso dalla Fondazione Sandri.
Anche per questo nell’ambiente giallorosso capitolino, nel quale ha vissuto per quattro stagioni, ha lasciato un grandissimo ricordo di sé. A Roma arrivò nell’estate del 1997 dal Piacenza, con il quale si era messo in luce nelle due stagioni precedenti. E nella Roma fu quasi subito titolare, entusiasmando quello Zeman che in questa stagione gli è succeduto sulla panchina del Pescara. Ma vai a capire come è strana la vita... Il maestro che prende il posto dell’allievo, che tra l’altro da quelle parti aveva fatto benissimo, visto che lui, pescarese doc, nel 2010 era riuscito a riportare la squadra biancoazzurra in B dopo i playoff. Una storia che nasce il 18 settembre del 2009, nel giorno in cui Di Francesco arrivò nella squadra della sua città nelle vesti di direttore tecnico del settore giovanile. In quella stagione il Pescara era allenato dall’ex juventino Antonello Cuccureddu, poi esonerato l’11 gennaio del 2010 per un rendimento assolutamente al di sotto delle aspettative. La panchina rimasta vagante venne affidata proprio a Di Francesco e lui non si lasciò sfuggire l’occasione, riuscendo a conquistare la suddetta promozione in B. Un successo grazie al quale smentì il celebre detto “nemo profeta in patria”. Con il Pescara disputò dunque il torneo di B 2010-11 per poi salutare tutti e trasferirsi a Lecce, sulla sua prima panchina in A. Qui sta giocando il campionato preventivato, in zona salvezza con l’obiettivo di rimanere nella massima serie e confessiamo che facciamo un gran tifo per il Lecce proprio perché c’è lui. Per questo gli auguriamo di riuscire a salvarsi, ma con i punti strappati alle altre squadre a partire dalla prossima settimana. Intanto, domani, ci prepariamo ad accoglierlo con un bell’applauso, come se fosse un forte abbraccio. Identico a quello che si dà ai vecchi amici quando li si ritrova dopo un po’ di tempo.
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