(Il Romanista - F.Bovaio) - Carlo Ancelotti venne scovato nel Parma da Liedholm, che proprio come lui alla Roma e al Milan ha legato le perle della sua carriera. Poi esordì in A il 16 settembre del ’79 in Roma- Milan, la sua partita, e allora pensi che nella vita tutto torna e che presto tornerà anche lui.
rassegna stampa roma
La prima volta che Ancelotti non ha mai dimenticato
(Il Romanista – F.Bovaio) – Carlo Ancelotti venne scovato nel Parma da Liedholm, che proprio come lui alla Roma e al Milan ha legato le perle della sua carriera. Poi esordì in A il 16 settembre del ’79 in Roma- Milan, la sua...
Se non nel futuro immediato, in quello prossimo, magari il 7 luglio di un anno che verrà, come continua a dichiarare lui stesso. Con la maglia crociata Ancelotti si era messo in luce come centrocampista avanzato ed era considerato il miglior giovane in rampa di lancio. A volerlo erano in tanti, a prenderlo fu la Roma del neo presidente Dino Viola. Ancelotti era il futuro che si faceva presente, anche se in quel momento nessuno poteva immaginare di che razza di campione si trattasse. «Lui alla Roma ha dato tanto, anche due ginocchia - disse un giorno Liedhom -. Lo prendemmo quando nel Parma agiva da mezza punta. A segnalarmelo fu mio figlio, che lo aveva visto quando il Parma veniva a giocare sul campo dell’Alessandria in C, vicino a casa nostra a Cuccaro. Spinto dalla sua insistenza andai a vederlo, ma in molti mi dissero che non poteva andare bene per la serie A perché era sovrappeso tendeva ad ingrassare. Un particolare che non mi dissuase affatto. Anzi, andai ad osservarlo altre due o tre volte e pian piano mi convinsi che in un ruolo diverso avrebbe potuto fare benissimo. Dunque pensai di portarmelo alla Roma, convinsi Viola a prenderlo e da allora in poi migliorò moltissimo e si trasformò in un gran mediano. Senza quei due infortuni avrebbe potuto fare una carriera ancora più importante, soprattutto nella Roma, visto che poi nel Milan si è tolto tante soddisfazioni». La bella storia di Carletto in giallorosso iniziò nell’estate del ’79, che la nuova Roma di Viola e Liedholm trascorse nello storico ritiro di Brunico. A chiunque lo intervistava raccomandava: «Mi chiamo Ancelotti, con una L sola». Poi aggiungeva: «Uno dei miei limiti è il dinamismo. Ne avvessi un po’ di più non guasterebbe». Arriva il giorno dell’esordio in A: 16 settembre ’79, Roma-Milan 0-0, prima di campionato, e Ancelotti "rischia" di regalare il successo alla Roma con un tiro ravvicinato sotto la nord respinto da Albertosi. Da lì cominciò la sua favola nel grande calcio. La stessa che prima o poi, vedrete, lo riporterà a Roma, dove ancora lo ricordiamo tutti affettuosamente con quel soprannome che lo indicava come il più piccolo del gruppo: "il bimbo".
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