rassegna stampa roma

La prima vittoria non si scorda mai

(Il Romanista-C.Zucchelli) Finalmente, Roma. Finalmente una vittoria. Cercata, voluta, desiderata, ottenuta con un colpo di testa di Osvaldo e mantenuta con la testa – e le gambe – di tutta la squadra.

Redazione

(Il Romanista-C.Zucchelli) Finalmente, Roma. Finalmente una vittoria. Cercata, voluta, desiderata, ottenuta con un colpo di testa di Osvaldo e mantenuta con la testa – e le gambe – di tutta la squadra.

In campo e in panchina, visto che negli ultimi interminabili minuti a giocare non c’erano solo Totti, De Rossi e gli altri, ma anche tutti i loro compagni in piedi a spingerli ed incitarli verso qualcosa che sembrava non voler arrivare mai. E invece arriva, con la mitraglia di Osvaldo sotto al settore dei tifosi della Roma, il palo di Totti, la carica di De Rossi, le geometrie – soprattutto nel secondo tempo – di Pjanic. Che esce stremato ma che poi, quando l’arbitro dice che è finita, trova la forza di tornare in campo e abbracciare tutti i compagni. Lo stesso fa Moreno, il vice di Luis Enrique, che con l’inseparabile cartellina sotto il braccio aspetta uno per uno tutti i giocatori per complimentarsi. Sembra uno di loro. E non solo per la giovane età. E’ uno di loro, come Luis Enrique, Llorente, Andreazzoli, Vito Scala, Tancredi e tutte le persone che ogni giorno lavorano a Trigoria. E’ la loro vittoria, questa.

Una vittoria da godersi oggi, giorno di riposo per tutti, e da dimenticare domani, visto che sabato all’Olimpico arriva l’Atalanta. E adesso che la Roma si è sbloccata, fermarsi sarebbe un delitto. Così come sarebbe un delitto soffermarsi solo sul primo tempo della Roma. Quarantacinque minuti giocati male, tranne i primi, che facevano pensare all’ennesima domenica di delusione. E invece nell’intervallo Luis Enrique spiega alla squadra i movimenti da fare, dice ai giocatori di insistere e di continuare a crederci. E loro lo fanno. Dimenticano una prima frazione fatta di poche azioni, qualche errore (Osvaldo soprattutto, che sfrutta male un assist filtrante di Totti) e tanta paura ogni volta che il Parma si affaccia in attacco e cercano di dimostrare, con semplicità, che loro sono i più forti. Ci avevano provato, a dir la verità, intorno alla mezzora quando Totti tira un missile da trenta metri che Mirante respinge mandandolo sul palo, sulla ribattuta c’è Osvaldo che però non riesce a inquadrare la porta e colpisce lo stesso Mirante. Il Parma aspetta la Roma e fa male con le ripartenze di Giovinco, Galloppa e Biabiany, quest’ultimo steso al limite dell’area da Kjaer che, già ammonito, viene graziato da Orsato. Il primo tempo termina così, con Burdisso che si scalda e De Rossi che scambia la maglia con Giovinco.

L’ingresso dell’argentino è l’unica novità, per il resto le due squadre rientrano con gli stessi schieramenti. Dopo pochi minuti paura per Rosi, colpito alla testa accidentalmente da Burdisso. Il numero 87 pare a un passo dall’uscire, invece rientra e crossa perfettamente per Osvaldo che di testa batte Mirante, esultando sotto al settore dei tifosi della Roma. Con la mitraglia. La Roma pare galvanizzata dal gol e anche Heinze ci prova di testa dopo un angolo battuto da Totti. La grande occasione capita di nuovo sui piedi di Osvaldo ben servito da Pjanic , ma il destro dell’argentino sfiora il palo alla destra del portiere del Parma. Colomba cambia l’attacco e toglie Sergio “bei ricordi” Floccari (copyright di un tifoso romanista nei pressi del Tardini, da applausi quasi come il gol di Osvaldo) per Crespo (la sua partita dura appena 19 minuti, costretto ad uscire per un problema muscolare), mentre Luis Enrique cambia Borini con Bojan. La Roma continua a tenere il pallino del gioco fino a che Biabiany non si beve Heinze in 30 metri di corsa e lascia partire un destro che termina fuori di un soffio. E bisognava vedere la faccia di Pjanic per capire qual era il pensiero in quel momento di tutti i romanisti. Poco dopo ci riprova Totti che con un destro a giro dal limite dell’area va a un passo dal raddoppio. Gli ultimi minuti sono una sofferenza, Luis Enrique si gira per non guardare una punizione del Parma, Bojan chiede quanto manca alla fine, Kjaer, Borriello, Pjanic soffrono e urlano ai compagni, tutto lo staff è in piedi e non aspetta altro che il fischio finale. Quando arriva è una liberazione. Finalmente, Roma.