(La Gazzetta dello Sport - B.Tucci) - È scomparso ieri Lino Cascioli, 76 anni, una delle penne più celebri della stampa romana. Dopo il «Momento Sera» è stato prima firma della redazione sportiva de «Il Messaggero», per poi diventare editorialista de «Il Corriere dello Sport».
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La pazienza di Lino, grande giornalista con la Roma nel cuore
(La Gazzetta dello Sport – B.Tucci) – È scomparso ieri Lino Cascioli, 76 anni, una delle penne più celebri della stampa romana. Dopo il «Momento Sera» è stato prima firma della redazione sportiva de «Il Messaggero», per poi...
Ha fondato il Parnaso, casa editrice che spazia su poesia, letteratura e sport. Ciao Lino, va bene? «Come la Roma», rispondeva «A fasi alterne. Un pò si e un pò no». E' stata l'ultima volta che ci siamo incontrati un paio di mesi fa. Al circolo Parioli, dove lui era socio da una infinità di anni. Ironico, mordace, ficcante. Quando scriveva invidiavo la sua prosa, perché sapeva mettere l'aggettivo al posto giusto senza mai strafare, ma usando la ragione e la persuasione. Per lustri abbiamo lavorato insieme allo stesso giornale, «Il Messaggero»: Lino allo sport, io in cronaca.
Avevamo dentro il sacro fuoco del giornalismo e discutevamo spesso fino alle ore piccole. Non sempre le nostre idee collimavano: sia nello sport che in politica. Però Lino aveva una dote che pochi di noi giovanotti (ora ultra settantenni) avevamo: la pazienza. Lino era capace di intrattenerti a lungo nei ragionamenti e di arrivare ad una conclusione che non si poteva respingere. «Vedi, quando ritieni di aver ragione al cento per cento, rifletti per un'ora e poi intervieni», diceva con il sorriso. Insieme al giornalismo, avevamo un'altra passione che ci accomunava: il tennis. Certo, giocatori della domenica che si dannavano per un rovescio che non andava o per un dritto finito a rete. Voglio ricordarlo così: quando stringeva la racchetta e tuonava: «Vamos». Come Nadal.
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