Più che una partita sarà una battaglia, di muscoli, di gambe, di nervi. Fiorentina-Roma è il primo gala della stagione al Franchi e capita in un momento particolare. La sconfitta di Crotone ha ricacciato indietro la Viola. La Roma, invece, arriva al Franchi dopo aver vinto 11 trasferte consecutive (7 con Spalletti e 4 con Di Francesco) e soprattutto con il morale alle stelle per aver appena stracciato 3-0 il Chelsea di Conte in Champions League, scrive Bocci su "Il Corriere Fiorentino".
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La montagna giallorossa
Oggi pomeriggio alle 15 la sfida tra Fiorentina e Roma. Momento delicato per i viola, morale alle stelle per la squadra di Di Francesco
Di Francesco nella scorsa primavera è stato vicino alla Fiorentina. Eusebio, dopo il Sassuolo, non voleva ripartire daccapo e nella sua testa il ritorno a Roma era un desiderio troppo forte da tenere a bada. Di Francesco è stato troppo frettolosamente considerato zemaniano e invece è più paragonabile a Spalletti, da cui ha ereditato i giallorossi o perfino a Trapattoni, se consideriamo che la Roma ha la miglior difesa del campionato. Equilibrio, compattezza, verticalizzazioni, il calcio di DiFra è semplice e letale, non inventa niente ma riesce a trasmettere valori significativi al suo gruppo: tutti per uno e uno per tutti. La Roma, in questa stagione, ha perso solo due partite, entrambe all’Olimpico, una per sfortuna con l’Inter, l’altra contro l’abbagliante Napoli di Sarri. Ma fuori vince con regolarità svizzera.
Sembra difficile per la Viola uscire indenne dal primo big match al Franchi. Pioli, peraltro, ha parecchi problemi da risolvere: l’infortunio di Laurini mette a repentaglio la già scadente tenuta difensiva e il forfait quasi certo di Thereau toglie imprevedibilità e pericolosità all’attacco.
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