(Il Romanista - V.Valeri) Bravissimo di testa, fisicamente non imponente ma forte, dotato di cattiveria agonistica e grinta, leader in campo e fuori.
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La grinta del Gringo un giramondo al servizio di Luis
(Il Romanista – V.Valeri) Bravissimo di testa, fisicamente non imponente ma forte, dotato di cattiveria agonistica e grinta, leader in campo e fuori.
No, non stiamo parlando di Nicolas Burdisso, ma del suo connazionale, il neo giallorosso Gabriel Ivan Heinze, 33 anni, terzino sinistro capace di giocare anche al centro della difesa. Svincolatosi dal Marsiglia un mese fa, l’ex Manchester United e Real Madrid è proprio il tipo di giocatore che la Roma stava cercando sia per caratteristiche tecniche, sia sotto il profilo dell’esperienza.
GIRAMONDO DI ORIGINI TEDESCHE Gabriel Heinze è nato a Crespo, nella provincia di Entre Rìos, il 19 aprile del 1978. Il suo cognome e i suoi tratti sono decisamente indici di origini mitteleuropee, precisamente tedesche, dovute alla nazionalità del padre. Non a caso, Crespo è una delle cittadine nelle quali si sono stabiliti i tantissimi tedeschi che dal 1875 in poi hanno abbandonato le regioni russe del Volga dove si erano stabiliti. Heinze ha iniziato a giocare a calcio nelle giovanili dei Newell’s Old Boys, squadra che fu di Abel Eduardo Balbo a fine anni 80 e di un piccolissimo e sconosciuto Lionel Messi dal ’95 al 2000. Il primo campionato con i grandi, per Gabriel, fu quello del 1996/1997, nel quale disputò 8 gare. Venne comunque apprezzato in Europa, così lo acquistò il Real Valladolid per una cifra vicina ai 2 milioni di euro. In Liga, però, non riuscì ad esordire e così dopo un anno di panchina e tribuna, venne spedito allo Sporting Lisbona in prestito: 5 gare e 1 gol per lui con i lusitani. A fine stagione rientrò alla base e ci rimase due anni, riuscendo a mettere insieme ben 54 presenze con una rete. Questo gli valse le lusinghe di diversi club, ma la spuntò il Paris Saint Germain, che con 3 milioni e mezzo lo fece suo. In tre stagioni nella Ligue One, Gabriel divenne un idolo della tifoseria parigina, vincendo una Coppa di Francia e una Coppa Intertoto, collezionando 138 gettoni di presenza e 8 reti. Nell’estate del 2004 mise gli occhi su di lui Sir Alex Ferguson, che lo portò in Inghilterra con 10 milioni e una maglia da titolare. Iniziò, così, una fase decisiva nella carriera dell’argentino di origini tedesche, ormai alla ribalta nel panorama internazionale: 88 gare e 4 reti con Red Devils, una Premier e una coppa di lega.
UNA GOLEADA INDELEBILE Purtroppo le strade di Heinze e della Roma si sono già incrociate, quattro anni fa, all’Old Trafford. Nella gara di ritorno dei quarti di Champions, Cristiano Ronaldo e compagni strapazzarono i giallorossi di Spalletti, ribaltando ampiamente il 2–1 subito all’Olimpico, con un roboante ed impietoso 7–1. Il 33enne quella sera era titolare, fornì a Carrick l’assist per il 6–0 e non faticò molto a contenere gli attacchi capitolini, decisamente scadenti in quella maledetta notte. Quell’edizione della competizione europea, però, finì male anche per lo United, spazzato via 3–0 a San Siro da un Milan che avrebbe successivamente alzato il trofeo.
LA GRINTA DEL GRINGO Dopo l’Inghilterra, per lui ci fu di nuovo un’avventura spagnola, stavolta col Real Madrid. Due stagioni e ancora due trofei (Liga e supercoppa), in una squadra che con lui e il portoghese Pepe tentava di ricostruire una difesa storicamente poco curata da presidenti e allenatori, troppo intenti e sperperare denaro in attaccanti piuttosto che in bravi difensori. La sua seconda esperienza spagnola è sicuramente più fortunata, lo porta a confrontarsi con realtà di altissimo livello, a giocare sfide decisive in Europa, lo consolida nel reparto difensivo della nazionale argentina, che lo aveva visto esordire nel 2003. Un episodio che testimonia la grinta del Gringo, come tutti lo chiamano, è legato ai Mondiali dello scorso anno, quando durante l’esultanza per il 2–0 al Messico tirò un pugno a una telecamera (ma c’è chi dice che il destinatario fu lo stesso cameraman), per averci sbattuto contro con la testa. Insomma, Gabriel Ivan Heinze ha fegato da vendere, come sponsor – manco a dirlo – ha Nico Burdisso, alla Roma potrebbe chiudere una carriera lunga e trascorsa con molte maglie, facendo da chioccia a ragazzi con dieci anni di meno e tanta voglia di imparare.
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