(Il Messaggero) Thomas DiBenedetto resta a Roma e oggi incontrerà nuovamente i legali di Unicredit.
rassegna stampa roma
La firma il 15 aprile
(Il Messaggero) Thomas DiBenedetto resta a Roma e oggi incontrerà nuovamente i legali di Unicredit.
Si andrà a avanti a completare gli aspetti operativi e gli allegati del contratto di compravendita e dei patti parasociali che nei ”termini portanti” sono stati condivisi fra le parti l’altra sera.
Per la firma invece, sono necessari altri 20 giorni di tempo per consentire all’americano e ai suoi partner (Richard D’Amore, Micael Ruane, James Pallotta) di predisporre le garanzie relative alla disponibilità di cassa per far fronte ai due aumenti di capitale da 80 milioni complessivi: soldi necessari per rinforzare la Roma calcio.
In pratica devono fornire a Unicredit la prova di potersi impegnare a versare i soldi per finanziare il piano industriale. La firma avverrà a Boston, come ha spiegato il sindaco Gianni Alemanno dopo un colloquio telefonico con Paolo Fiorentino, il vicedirettore generale di Unicredit che ha condotto, assieme a Piergiorgio Peluso, il negoziato.
E le parti avrebbero anche fissato il giorno: dovrebbe essere il 15 aprile, salvo rinvii. L’intero processo di vendita della As Roma, del resto, ha riservato finora colpi di scena. «Il nostro auspicio è, quindi, che per il Natale di Roma (21 aprile, ndr.) la società giallorossa abbia una nuova proprietà», ha detto il sindaco.
Gli americani e Unicredit acquisteranno il controllo congiunto della As Roma attraverso una Newco italiana in fase di costituzione, della quale la DiBenedetto As Roma llc avrà il 60%, piazza Cordusio il 40%. Il prezzo negoziato nelle riunioni no stop di lunedì e martedì scorso, alla presenza dei legali (Tonucci e Bigham affiancavano DiBenedetto, Lovells i Sensi, Grimaldi e associati e Carbonetti la banca), sarebbe diminuito di una decina di milioni rispetto a quello contenuto nell’offerta vincolante: quindi si attesta attorno a 67 milioni per la maggioranza del club, il marchio e Trigoria.
Di questa somma, circa 57 milioni dovrebbe essere il valore attribuito alla società di calcio suddiviso fra i 40 milioni dei nuovi investitori e 27 a carico dell’istituto.
Poi la Newco dovrà lanciare l’opa sul flottante della società calcistica: l’investimento dovrebbe essere di circa 23 milioni, frazionati in 13,8 milioni per il socio di maggioranza e 10 per quello di minoranza.
Ieri in borsa il titolo è sceso del 7,50% a 1,11 euro per due motivi: il rinvio nel passaggio di proprietà e per le indiscrezioni rilanciate dal quotidiano The Guardian, di una possibile esclusione della Roma dalla Champions league in quanto DiBenedetto ha una partecipazione minoranza nel club inglese Liverpool. Questo rischio non ci concretizzerà. Unicredit, infatti, si sarebbe cautelata e nel contratto gli americani si sono impegnati a dismettere tutte le partecipazioni possedute nelle squadre di calcio europee in modo da eliminare la minaccia di estromettere la Roma dalle competizioni continentali. Del resto nel piano industriale concordato con Unicredit è previsto il rafforzamento della squadra per mantenerla ai massimi livelli della ex Coppa dei Campioni.
Nel negoziato romano è spuntata una novità nella struttura dell’operazione: l’avvento della newco italiana partecipata dai due gruppi di soci, per rilevare il controllo del club.
La scelta di una società veicolo comune sarebbe stata dettata da esigenze di governance. In altre parole siccome saranno stabilite regole per governare la società calcistica - agli americani la gestione piena, a Unicredit il controllo - si sarebbe rivelato più semplice disciplinare i rapporti all’interno di un unico contenitore societario. La Newco avrà solo una funzione proprietaria, assimilabile a quello che in Telecom ricopre Telco, che è la società che possiede il 22,4% del gruppo telefonico. E anche nella Newco della Roma, l’assetto rispecchierà il rapporto di forze fra americani e piazza Cordusio.
r. dim.
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