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La fase di transizione, nostro punto debole

(Il Romanista) «Di più non dico per non dare vantaggi all’avversario». Montella tace sul sistema di gioco che adotterà. Ma spiega dove si concentrerà di più il suo lavoro nei prossimi giorni.

Redazione

(Il Romanista) «Di più non dico per non dare vantaggi all’avversario». Montella tace sul sistema di gioco che adotterà. Ma spiega dove si concentrerà di più il suo lavoro nei prossimi giorni.

«C’è una fase di possesso e una di non possesso, ma per me sarà importante trasmettere che tra le due fasi ce n’è una di transizione. Che significa passare il prima possibile da una fase all’altra. Questo fa la differenza».

Per ragioni di tempo, Montella sintetizza un concetto che merita di essere approfondito. Per un motivo. È nella fase di transizione che va ricercata l’origine del male oscuro, dei 36 gol subiti in campionato, terza peggior difesa della Serie A davanti persino a squadrette come Brescia (33) e Catania (34). La Roma ha una lacuna grave. Tende a sedersi, a non reagire, nel momento in cui perde palla. Fateci caso. Ripartenza veloce degli avversari, Roma in bambola, gli uomini in difesa e/o a centrocampo non tornano precipitosamente nei ruoli. Ed ecco là: gol.

Nel calcio esistono tre fasi: offensiva, difensiva e di transizione. La prima e la seconda sono note, la terza meno. Ne esistono due tipi: positiva e negativa. Quella positiva identifica il momento in cui una squadra riconquista palla, quella negativa quando questa viene persa. Scrive Fulvio Fiorin, che insegna alla Cattolica di Milano "Teoria, tecnica e didattica degli sport di squadra": «La fase di transizione negativa va analizzata dal punto di vista difensivo, in quanto la perdita del possesso palla può determinare una situazione ad alto rischio». In sostanza, persa la palla si rischia di prendere gol in contropiede. Cosa può fare un allenatore? Per Fiorin «si devono verificare il motivo della perdita del possesso palla (errore tecnico o tattico di non collaborazione in fase di possesso), il punto o la zona di campo in cui si può perdere la palla. E poi: se l’assetto tattico della squadra prevede la copertura del portatore palla e se i giocatori reagiscono in modo individuale, organizzato e immediato alla perdita del possesso». Sottolinea Fiorin: «L’aspetto psicologico in questa situazione è fondamentale, poiché determina il rapido adattamento dalla fase offensiva a quella difensiva. Molti giocatori hanno difficoltà a percepire questo passaggio anche quando, per esempio, terminata un’azione d’attacco, sul rinvio del portiere avversario non si preoccupano di rientrare velocemente nella propria posizione o in sostituzione a un compagno o di assumere un ruolo di situazione idoneo alla fase difensiva che si sta sviluppando ». Proprio quello che è successo finora alla Roma.