(Il Romanista - V.Valeri) - «Ho solo 20 anni, ho tempo per rifarmi dall’ultima annata, ma voglio giocare di più». Parola di Bojan Krkic Pèrez, attaccante catalano di madre serba, in forza al Barcellona.
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Krkic, vent’anni passati a fare gol e a battere record
(Il Romanista – V.Valeri) – «Ho solo 20 anni, ho tempo per rifarmi dall’ultima annata, ma voglio giocare di più». Parola di Bojan Krkic Pèrez, attaccante catalano di madre serba, in forza al Barcellona.
Sul suo futuro si stanno scatenando tutti i media europei, soprattutto in Spagna, dove la notizia di un suo futuro in Italia sono all’ordine del giorno. L’Udinese di Pozzo vorrebbe averlo in squadra per sostituire Sanchez, che prenderebbe la strada inversa, ma le due società non si accordano sul reale valore del blaugrana, che a sua volta non è convinto della destinazione. La capitale, nonostante in giallorosso non disputerebbe la Champions, è una meta più allettante. Nel 4-3-3 di Luis Enrique potrebbe ricoprire tutti e tre i ruoli d’attacco, anche se lui si sente centravanti. Una veste atipica, per un ragazzino alto 1 metro e 70, ma sono i numeri e i movimenti in campo a parlare per lui.
BABY FENOMENO Il rapporto tra Krkic e il calcio inizia dalla nascita, poiché il padre – anch’egli Bojan di nome – è stato un calciatore molto importante nell’ex Jugoslavia, attaccante nell’Ofk Belgrado e nella Stella Rossa, ritiratosi un anno prima della nascita del figlio. Quando aveva solo 4 anni, Bojan junior inizia a prendere confidenza con il pallone nella squadra del comune di Bellpuig. Nel 1998 partecipa ad un campus estivo organizzato dal Barcellona e incanta la dirigenza blaugrana – con la quale aveva iniziato a collaborare il padre, nelle vesti di talent scout – che lo porta alla Masia da Lleida, suo paese natìo, mettendolo sotto contratto. Ma c’è stato un momento nel quale il piccolo Bojan ha rischiato di interrompere il suo cammino con i catalani: troppi i chilometri da compiere tre volte a settimana per allenarsi, troppi i sacrifici del papà e della madre Maria Lluisa, infermiera professionale nata in Catalogna. La famiglia decise così di trasferirsi – prima i nonni, per stargli vicino – e il sogno di Krkic potè proseguire. Negli anni dell’accademia blaugrana, Bojan mette a segno la cifra sensazionale di 889 gol tra gare ufficiali e amichevoli, diventando il miglior bomber nella storia della Cantera: 220 li realizza con la formazione di calcio a 7 Benjamìn A, 98 nella Alevìn B di calcio a 11, altri 65 nell’Alevìn A e non si ferma più salendo di categoria e mantenendo una media impressionante facendone 75 nella Infantìl B e poi 85 nella Infantìl A. Nel 2004/2005, nonostante un infortunio che lo tiene ai box diverso tempo, conclude la stagione nel Cadete B realizzando 40 reti; nella stagione successiva esplode, scalando tre categorie e continuando a fare gol a grappoli, una media di 3 per ogni match ufficiale.
ESORDIO RECORD Ormai Bojan Krkic non è più solo un ragazzino con molto talento, ma un campioncino da non farsi sfuggire. La sua marcia d’avvicinamento alla prima squadra prosegue senza intoppi e si concretizza il 24 aprile 2007, in una partita amichevole contro l’Al-Ahly, al quale segna anche un gol. Frank Rijkaard lo convoca per la pre-temporada e quando il ragazzo torna dagli impegni con l’Under 17 spagnola, il tecnico ex Milan lo manda subito in campo. A 17 anni e 19 giorni debutta contro l’Osasuna in trasferta, una settimana dopo entra anche in Champions contro il Lione alla Gerland, diventando il più giovane calciatore esordiente nella storia della competizione europea per club. Ma nel mirino c’è un altro primato: il 20 ottobre gioca dal primo minuto contro il Villareal e segna anche un gol, affermandosi come il più giovane titolare del Barcellona e il più giovane marcatore nella Liga, battendo il compagno Messi. Un mese dopo il penultimo dei suoi primati personali: è il più giovane barcellonese a segnare al Camp Nou. Numeri da capogiro, che lo confermano in blaugrana anche con l’arrivo di Pep Guardiola. In tre anni alle dipendenze dell’ex regista, Bojan ha giocato 86 partite segnando 16 gol. Molte volte, però, l’ancora ventenne attaccante si è dovuto accontentare di subentrare ai compagni di reparto, gente come Ibrahimovic, Henry, Pedro, Villa e Messi. Campioni - in un caso anche fenomeni della natura - che lo hanno chiuso, nonostante sulle spalle avesse la fatidica maglia numero 9, primo - ed ecco l’ultima “prodezza” statistica di Krkic - ad indossarla tra i canterani dopo Cruijff.
«VOGLIO GIOCARE» Ed ecco che si torna al principio. Bojan quest’anno ha raccolto le briciole in tutte le competizioni disputate dal Barcellona. Troppo oliata l’intesa tra quei tre là davanti (Messi, Pedro e Villa), troppo perfetta la macchina di gol, sogni e caramelle calcistiche costruita da Guardiola, per rischiare di intopparla dando una maglia da titolare al centravanti in miniatura. Così ha un po’ sbuffato, anche se è rimasto zitto e ha gioito alle imprese sportive dei suoi compagni. Aver visto la finale di Wembley dalla panchina, però, non è stato il massimo per lui: «A nessuno piace farlo – ha dichiarato alla radio spagnola Rac1 – ma ho solo 20 anni, mi rifarò». I motivi della sua esclusione, quest’anno, non li nasconde: «Un po’ l’infortunio, un po’ l’arrivo di Afellay – ha spiegato – mi hanno senza dubbio frenato. La stagione non è andata come mi aspettavo, né per il minutaggio, né per le prestazioni». Una piccolissima nota stonata in uno spartito armonioso come quello del Barcellona: «Voglio giocare di più – ha proseguito Krkic -, chi non lo vorrebbe alla mia età? Ho molti anni di carriera davanti. Lasciare il Camp Nou? Non saprei, anche se l’idea di giocare mi alletta ». Chissà che dopo l’Europeo Under 21 in Danimarca, dove sicuramente il ragazzo continuerà a mettersi in mostra, non si concretizzi davvero una sua partenza dalla Spagna. Il contratto con il Barca scade tra quattro anni e la clausola, come per tutti i migliori talenti della Cantera, sfiora i 100 milioni di euro. Ma è una cifra simbolica, i valori reali sono pari a un quarto: il vero mistero, per ora, è se Guardiola voglia privarsene sul serio.
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