(Il Messaggero - B. Saccà) -Simon Kjaer non si nasconde. E, pur toccando alcuni temi a rischio, parla senza il timore di sbagliare o di interferire con gli equilibri dello spogliatoio. «Totti è Totti. Secondo me deve giocare sempre. Ha enormi qualità, fa sempre la differenza, e la farà anche in questo progetto», esordisce il difensore danese, nella sala Champions del Fulvio Bernardini.
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Kjaer si presenta: “A Roma per imparare da Juan e Burdisso”
(Il Messaggero – B. Saccà) – Simon Kjaer non si nasconde. E, pur toccando alcuni temi a rischio, parla senza il timore di sbagliare o di interferire con gli equilibri dello spogliatoio. «Totti è Totti. Secondo me deve giocare...
Kjaer ha 22 anni, è uno degli ultimi arrivati a Trigoria, e non conosce l’italiano alla perfezione sebbene abbia già giocato a Palermo: nonostante tutto, il ragazzo riesce a esprimersi con semplicità e sincerità, mostrando la personalità anche davanti ai taccuini e alle telecamere. «La Roma deve andare in Europa: il Milan, l’Inter e la Juventus sono dei grandi club, ma noi potremo arrivare anche al primo posto. Certo, ci vorrà tempo, ma dopo cinque-dieci partite potremo valutare la nostra forza», il suo parere. Simon sorride spesso, e non scivola nell’imbarazzo neppure quando deve ricorrere all’inglese per spiegarsi. «Il mio obiettivo? Sono tornato in Italia, dopo l’avventura al Palermo, per far parte di un grande progetto. La Roma ha preso molti giovani e sono contento di essere qui. L’età media forse è bassa, ma ci sono Totti e De Rossi con grande esperienza». Prosegue, poi. «Ho davanti Juan e Burdisso, ma spero di ritagliarmi il mio spazio. Sono giovane, devo lavorare e migliorare parecchio, ma credo nelle mie qualità».
Simon ride, quasi, raccontando il motivo per il quale ha scelto la maglia numero 44. «Semplicemente perché il 4 lo ha Juan, il 14 e il 24 non erano liberi, e con il 34 è andata male in passato». La stagione trascorsa in Germania è stata una delusione. «E’ stata un’esperienza grande ma non positiva. In Germania si corre con la testa sotto al braccio, solo in avanti. In Italia si lavora di squadra, invece. Magath? Non ne parliamo...», confida. La trattativa tra la Roma e il Wolfsburg ha rischiato di interrompersi, però. «Sabatini mi diceva che avremmo trovato una soluzione», spiega. Dopodomani, comincerà il campionato della Roma. «Io sono pronto al 100% per giocare», assicura il danese, mostrando le braccia coperte dai tatuaggi. Intanto, i tifosi sistemano uno striscione davanti al cancello del Bernardini: «Con Luis e DiBenedetto se piamo lo scudetto». Kjaer esce e sorride: Magath, il suo burbero ex allenatore, è un ricordo.
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