(Gazzetta dello Sport-A.Pugliese) «La Roma? Squadra forte e competitiva, per fare risultato dovremo essere al top». Le paure di Massimo Ficcadenti, tecnico del Cagliari, coincidono esattamente con le speranze di Luis Enrique.
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Kjaer, Pjanic e Osvaldo Col Cagliari si cambia?
(Gazzetta dello Sport-A.Pugliese) «La Roma? Squadra forte e competitiva, per fare risultato dovremo essere al top». Le paure di Massimo Ficcadenti, tecnico del Cagliari, coincidono esattamente con le speranze di Luis Enrique.
Che da oggi tornerà a lavorare a Trigoria con un occhio fisso proprio alla sfida di domenica prossima, contro i sardi. Una gara con dentro mille significati. L'esordio in campionato, il riscatto post-Slovan e la prima ufficiale dei molti volti nuovi giallorossi. Ma chi ci sarà davvero?
Situazione Considerando che di mezzo ci sono le nazionali e che Luis Enrique i giocatori, prima di mandarli in campo, vuole vederli per un po' dal vivo, gli occhi in settimana saranno tutti puntati su Simon Kjaer e Miralem Pjanic. Perché loro? Perché tra i nuovi, sono quelli che sembrano avere più possibilità di giocare. E perché, sempre tra i nuovi, sono anche quelli che sembrano essere più utili ed imprescindibili in questo momento storico della rivoluzione giallorossa. Kjaer perché Juan è ancora in fase di stallo e Burdisso deve convivere con le noie muscolari. Pjanic, invece, perché a centrocampo l'emorragia di qualità attualmente è alta ed il talento bosniaco sembra l'unico in grado di tamponarla un po'.
Top player Ma che mercato è stato, a conti fatti, quello della Roma? «Pjanic e Lamela possono diventare dei top player, mentre gli altri sono dei buoni giocatori — dice Alessandro Lucci, agente che dalle parti di Trigoria ha ottime relazioni — Vucinic? No, Mirko è diverso, lui è assolutamente già un top player». Vero, e il suo posto domenica con il Cagliari dovrebbe invece essere preso da un altro volto nuovo, quell'Osvaldo arrivato tra qualche imbarazzo per i costi eccessivi, ma che nei primi allenamenti a Trigoria ha fatto vedere cose già molto interessanti. L'italoargentino, probabilmente, andrà a collocarsi sul fronte destro dell'attacco, con Bojan dalla parte opposta e Totti sempre che non ci siano altre fiamme a Trigoria centralmente. Lamela, invece, no, per lui bisognerà aspettare ancora un po', probabilmente almeno due settimane. La caviglia comincia a reagire bene, si sta rinforzando, ma evitare ricadute e rischi inutili è l'obiettivo primario.
E gli altri? Considerando che Heinze nonostante la qualità non proprio eccelsa che la Roma ha sugli esterni difensivi non rientra tra i sogni attuali di Luis Enrique, con il Cagliari potrebbe anche vedersi un altro dei volti nuovi ed attesi, quello di Fernando Gago. Non è una certezza, però, perché l'argentino gioca nello stesso ruolo di De Rossi e lì, davanti alla difesa, Daniele è praticamente inamovibile. E poi quello è un ruolo così delicato nei meccanismi di Luis Enrique che non bastano dieci giorni per apprenderne tutti i movimenti. Più facile che Gago si accomodi al fianco di De Rossi, in posizione di intermedio. Se non addirittura in panchina, che certo, per uno che arriva dal Real Madrid, non è proprio una bella partenza. Nego, invece, per ora lo abbiamo visto solo con la Primavera sabato scorso. «La sua prestazione? È sotto gli occhi di tutti, ha giocato con un solo allenamento alle spalle», ha detto alla fine Alberto De Rossi. Che poi, per correggere il tiro, ha aggiunto. «Comunque, ha giocato una buona partita». Difficile credergli, non è certo lui Nego che risolverà il problema degli esterni.
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