(Il Romanista-V.Valeri) Ma quanti anni ha Simon Kjaer? A guardarlo giocare, con sicurezza ed eleganza, gliene daresti quasi 30. Eppure il difensore danese ne ha solo 22. Walter Sabatini lo conosce bene,
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Kjaer: Il biondo danesino che innamorò l’Italia a Viareggio
(Il Romanista-V.Valeri) Ma quanti anni ha Simon Kjaer? A guardarlo giocare, con sicurezza ed eleganza, gliene daresti quasi 30. Eppure il difensore danese ne ha solo 22. Walter Sabatini lo conosce bene,
perché anche se a Palermo fu Foschi a portarlo, nella stagione 2009/2010 il ds giallorosso lo potè osservare da vicino in rosanero.
Adesso Kjaer gioca in Germania, nel Wolfsburg, meta conosciuta già da due ex siciliani come Andrea Barzagli e Cristian Zaccardo, tornati successivamente in patria. Nell’ampia rosa di nomi che da Trigoria vengono studiati per rinforzare la difesa, priva ad oggi di Mexes, Burdissino e Loria, il nazionale danese è uno degli osservati speciali. Forte fisicamente, bravissimo di testa e con un piede destro da centrocampista, Kjaer ha tutti i numeri per giocarsi un posto con Juan e Burdisso. Ma avvicinarsi al suo cartellino non è affatto semplice. I tedeschi, nonostante l’ultima Bundesliga negativa, hanno tutte le intenzioni di tenerselo, forti di un ingaggio che terminerà solo nel 2014. Per convincerli, dunque, Sabatini dovrà presentarsi con un’offerta sostanziosa e un ottimo contratto. La storia di Simon, giocatore tra i migliori nel suo ruolo in campo europeo, inizia in un piccolo paese della Danimarca.
DA HORSENS ALLA TRINACRIA Simon Thorup Kjaer nasce il 23 marzo 1989 a Horsens, municipio di riferimento del Midtjylland, regione centrale della Danimarca. Sin da ragazzino inizia a giocare a pallone nella squadra del Lund If, quartiere di Horsens, per poi spostarsi da adolescente nel club che porta il nome della città e la cui prima squadra disputa con continuità la Superliga nazionale. Nell’estate 2007 l’Fc Midtjylland lo acquista per farlo esordire tra i grandi e così infatti succese: Kjaer gioca titolare il suo primo incontro il 30 settembre 2007, a 17 anni e mezzo, contro l’Aarhus. È l’11esima giornata di campionato, i biancorossi battono 2–0 gli avversari e Simon deve tutto al tecnico Rasmussen. Da quel momento, infatti, il difensore viene spesso e volentieri utilizzato, per un totale di 19 presenze e la macchia di un’autorete. Contemporaneamente, Kjaer gioca con le giovanili e perciò partecipa al Torneo Viareggio del 2008. E’ in quell’occasione che il biondo danese si mette in mostra agli occhi degli osservatori internazionali, segnando anche su rigore all’esordio contro il Sansovino. Foschi si accorge di lui e ottiene l’ok da Maurizio Zamparini per andarlo a comprare. Il 4 ottobre 2009, in un’intervista a Mediagol.it, l’ormai ex ds palermitano racconta i retroscena dell’acquisto: «Mi presentai al club danese con un’offerta importante (oltre 3 milioni, ndr), ma scoprii che il Real se ne era vista respingere una identica. Allora l’aumentai (4 milioni, ndr) e in due giorni Kjaer era nostro». L’annuncio del trasferimento venne dato ufficialmente il 16 febbraio 2008, ma il centrale rimase in patria fino a fine stagione, quando poi si aggregò al ritiro rosanero.
DUE ANNI DA GRANDE L’esordio in A, per il danese, avviene all’ottava giornata, nella gara casalinga contro la Fiorentina, che i viola si aggudicarono 3–1 grazie al gol di Gilardino e alla doppietta di Mutu. Simon viene mandato in campo da Ballardini, all’inizio del secondo tempo, in sostituzione del compagno di reparto Dellafiore. Da quel momento saranno ben 27 le partite disputate, la migliore di queste il 2 novembre contro il Chievo, quando prima guadagna il rigore dell’1–0 (Miccoli) e poi insacca di testa il raddoppio su calcio d’angolo battuto dal fantasista pugliese. Kjaer si ripeterà contro Lecce e Bologna, sempre davanti ai tifosi del Renzo Barbera. Per lui arriverà anche la chiamata in nazionale, con la quale scenderà in campo 4 volte durante le qualificazioni ai Mondiali sudafricani, ai quali prende parte da protagonista l’estate successiva. Dopo un anno in A, il danese è già sulla bocca di tutti e il Milan sonda il terreno per ringiovanire il reparto, ma niente da fare. Kjaer rimarrà a Palermo anche nel 2009/2010, disputando 35 match e segnando 2 reti. La clausola fatta mettere nel suo contratto lo libera a 12 milioni – ma vale solo per l’estero – e così è dalla Germania che si palesano per convincerlo ad accettare un trasferimento. Zamparini non ci pensa due volte e ottiene una soddisfacente plusvalenza, parte girata al Midtjylland come premio per la formazione atletica del ragazzo.
AMARA BUNDESLIGA Nonostante il primo titolo della sua storia ottenuto nel 2009 e gli acquisti (vedi lo stesso Kjaer e il brasiliano ex Juve, Diego) il Wolfsburg quest’anno ha rischiato di retrocedere nella seconda divisione tedesca. Un campionato difficile, spesso trascorso nella zona peggiore della classifica, ha mortificato i numeri del difensore danese, sceso in campo 32 volte e con un gol all’attivo, decisivo per il successo in trasferta ai danni del Magonza. Grazie al ritorno in panchina di Felix Magath dopo due anni, i biancoverdi sono riusciti a salvarsi all’ultima giornata. Nonostante una stagione non esaltante, l’agente Mikkel Beck ha escluso l’addio del suo assitito: «Non ho ricevuto richieste – disse il 10 maggio scorso - , non penso proprio che Simon andrà via, ha un lungo contratto e intende rispettarlo. Il Wolfsburg non se ne priverà, ma in ogni caso chi lo volesse deve andare a parlare con loro, non con me». Dichiarazioni di circostanza, più tese a non creare dissapori col club tedesco che a chiudere le porte a possibili acquirenti. Il cartellino di Kjaer viene valutato intorno agli 8 milioni, Sabatini ci lavora sopra da diversi mesi e inizialmente aveva provato a chiedere un prestito secco, ma nulla di fatto. Qualora dalla Germania limassero le pretese (magari fino a 6 milioni, massimo 6 e mezzo), il ds di Marsciano sarebbe pronto a presentare l’offerta ufficiale e discutere l’ingaggio con Beck, forte della stima da parte di Kjaer e del suo già palesato gradimento verso la piazza giallorossa. .
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