rassegna stampa roma

Juve, i bomber di Conte arrivano da dietro

(Tuttosport – F.Cornacchia) – Senza i top player (Agüero, Rossi, Tevez), meglio puntare sul gioco. Sincronismi, tagli, azioni telecomandate. Il ragionamento di Antonio Conte , puntiglioso pure sulla fase offensiva, si è rivelato...

Redazione

(Tuttosport - F.Cornacchia) - Senza i top player (Agüero, Rossi, Tevez), meglio puntare sul gioco. Sincronismi, tagli, azioni telecomandate. Il ragionamento di Antonio Conte , puntiglioso pure sulla fase offensiva, si è rivelato vincente.

La Juventus è prima in classifica e il gol è tutt’altro che un problema: soltanto il Milan (29 contro 24) ha segnato di più nelle prime 13 partite. Merito di chi ai gol è sempre stato abituato (Matri) e di chi si sta riscoprendo bomber strada facendo (Marchisio e Pepe).

NUOVI BOMBERAlessandro Matri Gli schemi aprono la via del gol a Marchisio e Pepeviaggia su ritmi importanti: 6 gol in 808 minuti. Un gol ogni partita e mezza. Media da grande attaccante, in linea con l’ultimo campionato dove tra Cagliari (11) e Juventus (9) ha toccato la fatidica soglia 20. Il centravanti lombardo (e il discorso vale ancora di più per Vucinic) nel copione di Conte non è soltanto un terminale d’attacco. Partecipa al gioco come uomo-sponda, lotta spalle alla porta e spesso si allarga per facilitare gli inserimenti e tagli dei centrocampisti. E proprio da questi schemi la Juventus sta trovando la forza (e i gol) per tenere a distanza Ibrahimovic (8 gol) e Di Natale (9). Marchiso è già a quota 6, proprio come Matri. I record personali li ha bruciati tutti (al massimo aveva realizzato 4 centri) e adesso ci sta prendendo gusto. Stesso discorso per Simone Pepe (4 gol), di questo passo destinato a migliorare le 7 gioie dell’ultimo anno a Udine. Rispetto a quella stagione, quella che gli aprì le porte del Mondiale, l’esterno romano un risultato lo ha già ottenuto: con la Juventus è entrato nei marcatori per tre gare consecutive (Palermo, Lazio e Napoli), mentre in friuli si era fermato a due. Pepe è prezioso e generoso, ma grazie agli insegnamenti di Conte sta rispolverando quella freddezza sottoporta che nelle giovanili della Roma gli era valsa l’etichetta di Tottino.